Congresso Mondiale degli Istituti Secolari |
B280-A3
Resoconto dei lavori - A cura di Leandro Pierbattisti.
Dal 26 al 29 agosto 2000 si è svolto a Roma il Congresso CMIS 2000.
Il tema del Congresso è stato: "La formazione dei membri degli Istituti Secolari: accogliere le iniziative di Dio e rivestirsi degli stessi sentimenti di Cristo Gesù, per rispondere con discernimento alle sfide culturali del terzo millennio".
Il Congresso si è svolto a trent'anni dal primo Congresso mondiale degli Istituti Secolari.
Hanno partecipato 420 membri di Istituti Secolari, provenienti da 46 diversi Paesi, gli Istituti rappresentati erano 181 su 216.
Il tema del Congresso è stato sviluppato prevalentemente in lavori di gruppo, ripresi e riassunti successivamente in riunioni plenarie.
Il metodo usato è stato quello ormai consolidato del "Vedere, Giudicare e Agire".
I lavori hanno avuto particolare riguardo per la mondializzazione della economia e i diritti umani .
L'ampiezza delle domande proposte ai gruppi è stata tale per cui pochi di essi hanno potuto svilupparle tutte con un sufficiente margine di tempo.
È emersa nell'insieme la necessità di una valida formazione dei membri degli Istituti Secolari affinché davvero si possa modificare il mondo dall'interno; perché se è vero che non siamo del mondo, è altrettanto vero che apparteniamo al mondo, a quel mondo che va ricondotto a Cristo.
Occorre porre al centro la personalità di Cristo – ci è stato detto – perché saremo tanto più perfetti quanto più assimileremo i suoi sentimenti.
Non è sufficiente il solo sviluppo delle nostre capacità, ma occorre coinvolgere la nostra persona con Cristo per ricapitolare tutto in Lui.
Ci è stato ricordato che ci si forma formando e che occorre formarsi per formare.
Occorre perseverare, con coraggio eroico, nel sogno di un migliore futuro.
Ai laici appartiene il compito di ricercare il Regno di Dio.
Quando ciò avviene c'è un discorso di unità.
È stato sottolineato anche che non ci sono vocazioni perché non c'è fede, ed è così anche per la natalità, a livello zero sia in Italia che in Spagna.
Sappiamo che il Regno di Dio non è di questo mondo; allora cosa annunciare?
La stessa cosa che ha annunciato Gesù: la preminenza di Dio su tutto.
Dio deve essere elemento motore della nostra vita; ma può anche essere ridotto a ruota di scorta.
Stiamo attenti! Dobbiamo essere fermento ma potremmo anche non esserlo.
L'unica finalità della nostra presenza nel mondo è quella di servire per un mondo nuovo ispirato al Vangelo; non un futuro Regno di Dio, ma movimento di popoli: storico ed escatologico per la sua realizzazione.
Le proposte e gli stimoli sono stati davvero tanti.
Padre Gerard, attraverso una rilettura dei nostri lavori, ne ha riassunti alcuni.
1) elementi di formazione
2) articolazione di questi elementi gli uni rispetto agli altri
3) inserimento di elementi un po' trascurati.
a) La formazione è una partecipazione alla vita trinitaria.
Il Padre è il formatore per eccellenza attraverso il Figlio nello Spirito Santo.
Per rivestire i sentimenti di Cristo occorre convertirsi al Verbo di Dio; occorre partecipare alla vita trinitaria nella consapevolezza che la Trinità partecipa alla nostra.
b) Esiste una virtù all'interno della formazione: la speranza.
Si diventa vecchi quando il peso della esperienza è superiore al peso della speranza.
c) La nostra deve essere una missione apostolica per aiutare il Regno di Dio a maturare in questo mondo.
Questo è il mondo che Dio ci ha dato, oggetto di un amore divino.
La secolarità è il luogo dono personal e al servizio del Regno.
La formazione non dovrà essere una semplice erudizione, ma dovrà:
- Essere fondata sull'antropologia della persona, per una crescita globale dell'essere umano.
- Educare alla libertà, libertà di liberarsi dal materialismo per assumere i valori del Vangelo di Cristo.
Etica della resistenza a tutto ciò che è totalitario nella mondializzazione.
- Essere protesa alla conversione-rinnovamento tra due universalismi:
a) universalismo di Babele da cui deriva la dispersione, l'inferno.
b) universalismo della Pentecoste che vuole e persegue l'unità.
- Puntare ad un progetto di antropologia politica: con riguardo al concetto della società dei "se".
Una società fondata sul "se" può essere e diventare positiva se concepita secondo i criteri dell'antropologia cristiana.
Ciò presuppone la guarigione delle ferite e l'impegno per creare la pace.
Dobbiamo imparare a riparare ad alcune colpe, farne una interpretazione nel mondo oggi.
Per i giovani un metodo deduttivo pare più vantaggioso, un metodo induttivo, invece, pare più adatto con persone anziane.
Occorre curare i rapporti tra il vedere, il giudicare e l'agire, per poi ritornare su quello che si è visto.
L'agire è frutto, parte integrante e valenza formativa.
Occorre identificare azioni più direttamente connesse con il carisma del proprio Istituto.
Occorre intervenire in ambito politico e apprendere l'arte di cogliere i segni della presenza di Dio che opera.
Vi è un'ambivalenza della mondializzazione nel campo dei media: negativa se si manipola il pensiero, positiva se il fine è buono come, ad esempio, sollecitare interventi comunitari, intervenire per la liberazione di ostaggi, ecc.
Più volte abbiamo avuto modo di cogliere la nostra inadeguatezza.
Che fare? Occorre rivolgersi anche a persone esterne, più esperte in determinati campi.
Circa l'accompagnamento agli aspiranti e agli stessi membri occorre tener presente l'importanza del colloquio personale, a seconda di ogni Istituto.
L'accompagnamento, oggi, è un bene di tutta la Chiesa.
Vi è anche una formazione autonoma che va sostenuta.
La formazione dovrà essere l'inizio di un cammino, non un soffocamento.
Occorre tener presente anche una formazione in "sub appalto", quella cioè proposta da organi e realtà che possono offrire i necessari approfondimenti.
La formazione non cessa mai ( "Vita Consacrata", 70 ), deve essere continua, perché noi e il mondo continuamente cambiamo.
Occorre dedicare tempo. Per una formazione costante dobbiamo sempre utilizzare la Bibbia e il giornale.
Nel corso del Congresso abbiamo avuto la gioia di poterci incontrare con il Santo Padre nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
Il Papa ci ha incoraggiati all'impegno di animazione evangelica e di testimonianza cristiana all'interno delle realtà secolari.
La formazione dei membri degli Istituti Secolari – ci ha detto – deve essere globale, e se si nutre delle riflessioni degli esperti di sociologia e delle altre scienze umane non può dimenticare la dimensione spirituale teologica e sapienziale della vita.
" … Dovrete essere portatori di luce e di speranza nella riflessioni degli esperti di sociologia e delle altre scienze umane non può dimenticare la dimensione spirituale teologica e sapienziale della vita.".
"La sfida che la cultura contemporanea rivolge alla fede sembra essere proprio questa: abbandonare la facile inclinazione a dipingere scenari bui e negativi, per tracciare percorsi possibili, non illusori, di redenzione, di liberazione e di speranza".
"Quanto più l'umanità si trova estranea rispetto al messaggio evangelico, tanto più dovrà risuonare forte e persuasivo l'annuncio della verità di Cristo e dell'uomo redento da Lui".
A conclusione dei lavori del Congresso il prof. Tresalti ci ha offerto alcune riflessioni.
I nostri Congressi – ci ha detto – non sono per una conclusione chiusa, ma aperta al futuro, per il futuro.
La formazione è compito fondamentale degli Istituti Secolari: formazione al discernimento.
Nessun Congresso come questo è stato così preparato e partecipato da parte dei congressisti.
La conclusione consiste nel riportare le proposte metodologiche nei nostri Istituti: creare modelli di formazione per i nostri Istituti.
I frutti del Congresso non si vedono subito, ma consistono in un invito a riflettere sulla propria missione e a metterla in atto.
La Chiesa, con tutte le sue componenti, è in vista della evangelizzazione, dell'implantatio ecclesiae ; se qualcuno non porta il suo contributo, manca qualcosa.
Dobbiamo quindi fare la nostra parte.