L'amore a Gesù Crocifisso nelle famiglie e nell'Unione |
B293-A6
- Leandro Pierbattisti -
Le riflessioni che seguono, pensate per gli aspiranti al Gruppo Sposi Catechisti dell'Unione in occasione di un corso di esercizi spirituali, vengono ora proposte a tutti i membri del nostro Istituto, e agli aspiranti alle diverse forme vocazionali dell'Unione.
La finalità è quella di offrire degli spunti di riflessione per intensificare l'amore al Crocifisso risorto e accrescere la volontà di irradiarlo nel mondo tanto assetato di verità, di giustizia, di autentico amore e di pace.
Tutti siamo chiamati alla santità: è volontà di Dio che diventiamo santi.
Ce l'ha ricordato autorevolmente il Concilio Vaticano II ( LG 41 ).
E la Bibbia, già nell'Antico Testamento, ce lo ricorda: "Siate santi" perché Io sono santo. ( Lv 11,45 ).
L'essere santi dovrebbe essere il tipico stato di vita di ogni persona.
Gli Sposi Catechisti perciò, chiamati come tutti alla santità, che è perfezione nella carità, dovranno tendervi con tutte le forze.
In particolare gli Sposi Catechisti devono proporselo non solo personalmente, ma anche come coppia e come famiglia, poiché Dio chiama alla santità anche ogni famiglia, da lui santificata nell'amore.
S. Paolo, esortando gli Efesini, li invita a tendere alla santità, ad essere "santi ed immacolati nell'amore" e ne spiega il perché: "a lode e gloria della sua grazia".
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per trovarci al suo cospetto santi e immacolati nell'amore.
Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito del suo volere, a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto. ( Ef 1,3.6 ).
Le vie che portano alla santità sono molteplici, per la multiforme onnipotenza di Dio.
Ogni persona, in qualunque stato si trova, è chiamata a seguire una sua via, privilegiata e irripetibile, che la conduce alla santità.
Ognuno di noi perciò, e ogni famiglia, è chiamato a rispondere all'universale vocazione alla santità nello stato di vita in cui Dio l'ha collocata.
Accogliere questa vocazione con docilità e impegno è dunque per noi particolarmente importante per realizzare la volontà del Signore e per crescere nella carità.
In ogni stato di vita Dio dona la grazia per diventare santi.
Essa è una forza, un aiuto spirituale che viene conferito in primo luogo nel battesimo e poi nei sacramenti successivamente ricevuti, ed è incrementato con la carità e la preghiera.
Parlare di una scelta tra stati di vita più o meno perfetti può sembrare a prima vista un discorso fuori luogo, se rivolto a degli adulti; sembra piuttosto un discorso da proporre a chi, a motivo della giovane età, non ha ancora né scoperto né assecondato il progetto di Dio su di lui, tanto più che i giovani non hanno sempre chiaro questo progetto.
È tuttavia necessario che anche gli adulti ripensino allo stato di vita già scelto, per verificare se davvero lo vivono secondo la volontà di Dio e le norme della Chiesa, e conseguentemente se crescono in santità in detto stato.
La spiritualità che sostiene i membri dell'Unione Catechisti nel cammino di santità è incentrata sulla contemplazione amorosa del Crocifisso, le cui piaghe sanguinanti e gloriose sono inesauribili sorgenti di risurrezione e di vita, sia sulla terra che nel Cielo, nonché sul desiderio di irradiare gli ambienti in cui vivono di tale amore salvifico.
I membri dell'Unione traggono dalla quotidiana adorazione del Crocifisso, fatta in unione a Maria, con gli Angeli e i Santi, uno stupore sempre nuovo per l'amore con il quale Dio ci ha amati.
L'adorazione del Crocifisso Risorto, vissuta ogni giorno con crescente amore, farà scaturire in noi una rinnovata volontà di annunciare a tutti che Dio ci ama e che il suo amore è effettivo, concreto, testimoniato dall'averci donato suo Figlio, che ha dato la vita per noi e, salito glorioso al Cielo, ci prepara un posto, perché un giorno anche noi possiamo essere con Lui e partecipare alla sua gloria ( Gv 14,2 ).
Nella contemplazione delle sacratissime piaghe del Signore i cristiani, e in particolare i membri dell'Unione, alternano sentimenti di compassione, di condivisione, di dolore e di riparazione, a sentimenti di stupore, di adorazione, di gioia e di riconoscenza, per essere stati tanto amati da Gesù.
Questi sentimenti sono evidenti nella visione che ebbe fra Leopoldo nel Castello di Viale d'Asti.
Essa è stata descritta dal veggente e poi dipinta e da noi riportata nell'immagine caratteristica del Crocifisso che vediamo all'interno del foglietto dell'Adorazione.
Di essa ci parla Fr. Teodoreto nel suo libro "Nell'intimità del Crocifisso", dove racconta il dialogo che ebbe con Fra Leopoldo e a riguardo di questa visione ne riporta al vivo le stesse parole: "Nel 1893 ebbi una visione, in sogno, nel Castello di Viale d'Asti; vidi in alto Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima, dal volto nobilissimo; teneva gli occhi abbassati nobilmente, un po' chino il capo, e la veste era come luminosa; il tutto mi imparadisava.
Fissai lo sguardo su quella soavissima visione.
Dopo pochi minuti sparì, lasciandomi una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita". ( Nell'intimità del Crocifisso, pag. 128 ).
Come quell'anima abbracciata ai piedi di Gesù, ogni membro dell'Unione è chiamato ad accostarsi a Lui, ad abitare idealmente nel suo cuore squarciato, per coglierne i palpiti d'amore che Egli ha per il Padre e per noi, sue creature, per le quali ha dato la vita.
Perché la Chiesa ha istituito questi istituti?
La Chiesa, sotto l'azione dello Spirito Santo, ha sperimentato lungo i secoli molte forme di vita consacrata, allo scopo di venire incontro a quanti volevano appartenere totalmente a Dio e dedicarsi all'apostolato.
Sorsero così gli Ordini e le Congregazioni religiose maschili e femminili, che raggruppano le persone votate a tale missione: eremiti, sacerdoti, monaci e monache, desiderosi di sottrarsi alle insidie del mondo con una vita di penitenza e di purificazione per vivere con crescente perfezione secondo il vangelo.
La Chiesa accolse - ed accoglie tuttora - questi aneliti di perfezione, dando la sua approvazione a quei movimenti nei quali si riconosce il frutto dello Spirito Santo.
Le varie forme di aggregazione si concretizzano con voti, o particolari promesse, con i quali i membri si impegnano a vivere una vita di santità e di attività apostolica, secondo le Costituzioni e i Regolamenti di ogni istituzione.
L'Unione Catechisti viceversa è un Istituto Secolare.
Questi Istituti sono stati approvati dalla Chiesa nel 1947, allo scopo di rinnovare il mondo dall'interno, di suscitare testimoni di Cristo nel mondo secolare, per immetterli in una società la quale spesso emargina i valori dello spirito, accecata dal consumismo, dal materialismo e dal secolarismo dilagante.
Poiché solo in Cristo c'è salvezza, occorre che tutti gli uomini si incontrino con Lui, per cui vanno sollecitati ad entrare nel suo ovile anche gli indifferenti che non lo cercano, e avvicinati anche quelli che lo respingono.
Occorre presentare il Cristo vivo nella nostra vita, negli ambienti di lavoro, di studio, di svago.
Ma per compiere quest'opera non sempre facile, ma certo necessaria e meritoria, occorre essere un "tutt'uno con Lui".
Vivere Cristo e rifletterlo è compito di ogni cristiano, ma in modo particolare dei membri degli Istituti secolari che, per speciale vocazione, hanno il compito di rinnovare il mondo dall'interno, "come lievito nella pasta:" ( Mt 13,33; Gal 5,9 ).
Da più parti in passato, ma soprattutto nel diciannovesimo secolo, era avvertita nella Chiesa l'esigenza di forme nuove di vita consacrata, canonicamente approvate, che raggruppassero anche i laici che vivevano nel mondo.
Lo Spirito Santo per sostenere gli uomini nel cammino di santità in ogni situazione storica e nelle diverse realtà sociali del mondo, ha sempre suscitato nella Chiesa forme di vita religiosa secondo le esigenze dei tempi.
È così che anche ai nostri giorni sono sorti diversi Movimenti Laicali e Istituti Secolari.
Con l'approvazione della Chiesa è ora più facile ai laici impegnarsi attivamente per l'estensione del Regno di Dio, operando dall'interno per riportare il mondo a Cristo.
Ora anche ai laici è possibile vivere la consacrazione religiosa come secolari inseriti nel mondo, ma che con la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza, o ispirandosi con promesse alla perfezione di questi consigli evangelici, non appartengono più al mondo.
Questa consacrazione non li pone al disopra degli altri cristiani che come loro si propongono di vivere in pienezza il proprio battesimo, ma l'ulteriore consacrazione secolare, pur non aggiungendo nulla al carattere del battesimo e della cresima, li aiuta a farlo fruttificare con sempre maggiore perfezione, per la loro generosità nell'offrire tutto se stessi a Dio.
« All'interno della Chiesa si presentano vari tipi di servizi, funzioni, ministeri e forme di animazione della vita cristiana.
Ricordo, quale grande novità emersa in non poche chiese dei tempi recenti, il grande sviluppo dei "movimenti ecclesiali", dotati di dinamismo missionario.
Quando si inseriscono con umiltà nella vita delle Chiese locali e sono accolti cordialmente da vescovi e sacerdoti nelle strutture diocesane e parrocchiali, i movimenti rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l'attività missionaria propriamente detta.
Raccomando, quindi, di difenderli e di avvalersene per ridar vigore, soprattutto trai giovani, alla vita cristiana, e alla evangelizzazione, in una visione pluralistica dei modi di associarsi » ( Enciclica Redemptoris Missio, n. 72, di Sua Santità Giovanni Paolo II . 12.07.1990 ).
Agli Istituti secolari e ai diversi Movimenti laicali ecclesiali la Chiesa, secondo l'autorevole Enciclica "Redemptoris missio", attribuisce dunque un valido apporto in ordine alla testimonianza resa a Cristo e all'annuncio del Vangelo, accanto al Clero diocesano, agli Ordini e alle Congregazioni religiose.
Nella crisi di fede che attraversa molti paesi europei, di cui siamo spettatori, la testimonianza di laici fedeli al Vangelo, impegnati nel cammino di santità e nell'annuncio evangelico, ha favorito la conservazione della fede anche là dove per la mancanza di sacerdoti non sempre è possibile la celebrazione dei sacramenti, né un insegnamento sistematico del catechismo.
I Catechisti soprattutto, con la loro coraggiosa testimonianza, hanno sostenuto e sostengono la fede cristiana anche nei luoghi dove le chiese non ci sono o sono chiuse, e dove il secolarismo dilagante soffoca spesso la vita di grazia al suo primo sbocciare.
I laici, costituendo con i Pastori il popolo di Dio, sono chiamati a riflettere la luce di Cristo che in essi abita: chi non è luce non può illuminare il mondo ( Mt 5,15-16 ).
I membri dell'Unione Catechisti sono laici che hanno deciso di accogliere Cristo per poter essere ovunque un riflesso del suo amore, nella famiglia prima di tutto, e poi in tutto il mondo, perché la luce di Cristo crocifisso e risorto possa diradare sempre più le tenebre del male e risplendere nella sua pienezza.
Ai membri dell'Unione Catechisti Gesù chiede di immergersi nell'oceano infinito dell'amore di Dio, per riempirsi di questo amore così da poterlo riflettere nel proprio ambiente.
Questa è la loro missione.
Ogni Movimento Laicale, ogni Istituto Secolare, ogni Istituto di perfezione cristiana è chiamato a testimoniare al mondo un aspetto particolare dell'amore infinito di Dio.
A noi dell'Unione Catechisti Gesù chiede di manifestare il suo amore misericordioso che si è rivelato nella sua totalità di offerta nel mistero pasquale della morte e resurrezione.
Gli istituti di vita consacrata manifestano nel loro insieme una meravigliosa armonia che può essere paragonata ad un immenso prato fiorito, il cui profumo sale gradito a Dio e allieta i fratelli.
Alla rosa non è chiesto di emanare il profumo del giglio, né al giglio è chiesto di emanare il profumo del ciclamino, ma ad ogni fiore è chiesto di emanare il profumo per il quale Dio volle che esistesse.
Allo stesso modo a noi Catechisti non è chiesto di testimoniare tutta l'infinita bellezza e grandezza di Dio, ma l'amore misericordioso di un Dio crocifisso per nostro amore.
Sarebbe bello poter testimoniare tutti gli attributi del Signore, ma a noi creature limitate questo è impossibile.
Solo il demonio, perverso, pervertitore e nemico di Dio, ci può illudere di poterlo fare.
Egli ci sollecita ad impegnarci su molti fronti, prospettandoci un bene maggiore, mentre in realtà mira a farci compiere tutto con superficialità, per farci poi scivolare gradatamente nello scoraggiamento al nostro primo insuccesso.
Egli allora cercherà di convincerci che siamo degli incapaci e che per noi è meglio mollare tutto per lasciare spazio a chi è migliore di noi.
Se questa è la sua tattica, stiamo in guardia perché, come dice S. Pietro, egli come leone ruggente gira attorno a noi cercando come divorarci, cercando un nostro punto debole attraverso il quale possa agevolmente entrare.
Resistiamogli forti nella fede! ( 1 Pt 5,8-9 ).
Anche se l'appartenenza a più gruppi non impedisce di far parte di un Istituto Secolare, tenere il piede in due o più staffe è una situazione anomala, che presto si rivela negativa nei confronti di una vera crescita nell'intimità d'amore con il Signore Gesù Crocifisso e nell'efficacia dell'apostolato, che spesso finisce per suddividersi tra gli impegni contemporanei di diversi gruppi.
Chi si trova in questa situazione saltella da un gruppo all'altro cercando di accontentare sia l'uno che l'altro.
Così facendo finisce di vivere con superficialità sia nell'uno che nell'altro Gruppo, senza potersi veramente impegnare in nessuno di essi.
Sarebbe bene che chi si trovasse in tale situazione facesse un serio discernimento con il proprio direttore spirituale, per decidere con lui come conciliare queste diverse tendenze e considerare se non occorra fare qualche potatura.
Le potature, lo sappiamo, sono sempre dolorose, ma talvolta sono necessarie se si vuole produrre più frutto.
Per questo il demonio non le vuole, perché si trova a suo agio nella nostre divisioni interiori, nelle nostre incertezze e superficialità.
Nella Chiesa la pluralità di gruppi e movimenti laicali deve mirare alla santità dei membri e all'annuncio del Regno nell'unità in Cristo.
I membri dell'Unione dovranno pertanto evitare ogni deviazione, una delle quali è la competizione con altri gruppi, solo per apparire migliori di loro.
La Chiesa è il corpo di Cristo che non va' diviso, ma deve mirare all'unità nella carità.
Nella Chiesa infatti ogni battezzato fa parte di questo corpo dove tutti sono in cammino per assomigliare di più a Cristo.
La Chiesa sulla terra è costituita, come sappiamo, da un popolo di peccatori che ha deciso di diventare santo, ma finché non è santo questo popolo sarà sempre sfregiato, affaticato, febbricitante a causa del peccato, e il peccato per eccellenza è l'invidia.
L'invidia si supera con l'umiltà, tenendo presente che chiunque si proponga di crescere nella sua unione con Cristo, o chiunque si ponga su di un piedistallo, inevitabilmente farà ombra a qualcuno.
Queste pericolose deviazioni si possono superare solo con l'umiltà nella carità.
Ogni uomo, nella condizione di debolezza spirituale dovuta al peccato d'origine, è soggetto a svariate tentazioni che si riferiscono a qualcuno dei vizi capitali.
Si tratta di spinte negative che continuamente insorgono in noi e che dobbiamo respingere se non vogliamo sfocare la nostra immagine interiore che Dio ha voluto creare a sua somiglianza.
Poiché detti vizi annebbiano la mente, spesso gli uomini sono nella difficoltà di conoscere con sufficiente chiarezza ciò che è buono o cattivo davanti a Dio.
Ecco allora che occorre qualcuno al di fuori di noi che ci aiuti a fare chiarezza nelle scelte che siano chiamati a compiere perché siano in armonia con il progetto di Dio su di noi; occorre qualcuno ( un "uomo di Dio" ) che ci assicuri che le nostre scelte sono giuste.
Se qualcuno si sentisse spinto ad aderire all'Unione Catechisti solo per far piacere a questo o a quell'amico, o per sentirsi realizzato in mezzo a persone che lo gratificano, farebbe meglio a riesaminare la sua scelta, e rettificare le sue intenzioni, altrimenti ostacolerebbe il suo cammino di santità e forse potrebbe essere di inciampo anche agli altri membri del gruppo.
Le persone che ci accompagnano nel cammino spirituale sono non solo utili, ma necessarie per chi voglia procedere sicuro verso il raggiungimento dell'intimità con Dio e nell'esercizio di un efficace apostolato.
Il direttore o guida spirituale ci è utile, come è utile una guida alpina per poter raggiungere le mete più elevate.
Quando si tratta di tendere alla comunione con Dio, che è la vetta più elevata alla quale l'uomo può e deve aspirare, occorre ancora di più una guida sicura per superare gli innumerevoli ostacoli, posti non solo dalle nostre passioni ma anche dal demonio.
Occorre dunque avere una guida sicura, una guida della quale fidarsi e alla quale affidarsi, ma senza dimenticare che la santità è opera dello Spirito Santo.
Dobbiamo quindi ricercare al di sopra di tutto l'intimità con Dio, che è meta del nostro pellegrinaggio terreno e fondamento della nostra eterna beatitudine.
Ciò presuppone un costante rinnegamento di noi stessi, una rinnovata presa di coscienza della nostra condizione creaturale rispetto a Dio, ed una totale accettazione e adesione alla verità, perché solo la verità ci renderà veramente liberi ( Gv 8,31 ).
In sintesi la missione degli Sposi Catechisti, come pure quella degli altri membri dell'Unione, può essere raccolta in questi due impegni:
- Annunciare nella propria famiglia e nel proprio ambiente la divina misericordia di Dio, della quale si è fatto esperienza.
- Praticare e diffondere l'adorazione all'Agnello immolato per la nostra salvezza.
Tutto ciò che si oppone a questo obiettivo, non fa parte della spiritualità dei membri dell'Unione.