Ottobre: mese del Rosario |
B295-A3
- Fr. Igino Trisoglio -
Rosario Pratica antica.
Cantilena recitata a memoria? troppo ripetitiva? senza inventiva? puerile? ' magica '?
A volte è vero. Ma c'è altro.
C'è la necessità di collegamento C'è che noi siamo soli con noi stessi frustrati da povere scelte meschini paurosi di noi specialmente quando il conto della giornata si presenta inesorabile: figli prodighi smarriti.
Ci sentiamo soli. Esclusi.
A chi ricorrere? Lanciamo un appello verso l'Alto Ripetuto Insistente "aprite … aprite … aprite … aprite …"
Non è ripetizione. Non è monotono il grido lanciato mille volte …
È grido ogni volta, è bisogno è necessità di essere ascoltati.
È bussare coi pugni col cuore
Altra volta il cuore canta perché è tranquillo perché sente che il dialogo è bello.
Dialogo fatto di poche parole … quasi di sottofondo … perché già esiste il contatto.
Parole neppure esaminate volta per volta Scelte una volta per sempre
E poi ripetute con consonanza amichevole con distensione di animo perché pieno è l'accordo perché c'è armonia "ave … ave … ave … ave … ave …"
Brevi parole Sempre le stesse Conosciute da tutti.
Ripetute nei secoli.
Le dicevano gli antichi Le dicevano i nonni Le dicono i giovani d'oggi Le diranno i figli domani
Le parole dell'amore.
Comuni ai saggi e ai tapini, ai colti e agl'incolti.
Sempre le stesse Sempre calde di cuore Sempre gradite.
Attese. Inalterabili Dialogo della madre e del figlioletto intento ai primi passi: "Mamma!" "Eccomi! …"
"Mamma!" "Eccomi! …" "Mamma! …" così per lunghissimo tratto.
Parole sempre uguali ma sempre diverse, con eco gradita … Indispensabili
Conferma e alimento di un rapporto profondo
Parole dette e sentite mille e mille volte ogni volta con piacere con eco nuova sempre con richiamo da prima volta …
Voci dal timbro vero generate da sentire interiore; esigenza bisogno incontenibile.
Come l'uccello che ripete il gorgheggio mille volte per tutta la vita inebriandosi.
E per tutta la vita tu lo senti con incanto Sempre il medesimo gorgheggio Sempre nuovo
Il problema non è il ripetere, il problema è avere un'anima dentro avere una parola che si vuole far giungere.
A volte disperata e rabbiosa A volte gorgoglio di gioia
Rosario un canto che suppone corrispondenza.
Corrispondenza. Lei, Madre Noi, figli in polveroso cammino, esposti a venti buoni e cattivi, zimbello al loro soffio variabile …
A volte ben animati, a volte neghittosi, sovente, sovente distratti …
Ma a volte attenti a richiami profondi alla nostalgia dalle cose più alte alla scelta del bene assoluto.
Attenti a Maria, appagamento delle nostre aspettative segrete
Attenti a questo richiamo che si differenzia da ogni altro …
A Lei innalziamo il pensiero il cuore … e una rosa, poi un'altra rosa e un'altra e un'altra … un serto di rose, a esprimere la nostra speranza, la nostra riconoscenza, la nostra attesa.
Con gioia finché il cuore detta con parola semplice con palpito nuovo …
Pensando a Lei che è vicina che è salvezza che è Madre …
"Ave Maria!" Saluto Nostalgia Collegamento …
adesso e sempre: per tutta la vita, oltre la vita.
E così sia!