Catechismo degli Adulti |
1181 Serietà dell'impegnoLa salvezza nella storia e oltre la storia fonda l'originalità dell'atteggiamento cristiano nei riguardi delle realtà terrene. |
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Innanzitutto si tratta di impegno serio. L'apostolo Paolo non approva che si trascurino le attività ordinarie, neppure quando immagina che la parusia del Signore sia imminente. Anzi, ne trae motivo per esortare ad essere più che mai operosi nel bene. ( 1 Ts 5,6; 2 Ts 3,6-15 ) I cristiani dei primi secoli sono fieri di essere presenti in tutti gli ambienti della società, con uno stile di vita peraltro assai diverso rispetto ai pagani: "vivono nella carne, ma non secondo la carne; dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo".10 La spiritualità della "fuga dal mondo" viene introdotta solo con la teologia di Origene e con il monachesimo. In ogni caso non implica indifferenza o disprezzo totale. Il concilio Vaticano II raccomanda di non sottovalutare i doveri terreni perché la fede "obbliga ancor di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno" e obbliga a compierli con coerenza: "Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna".11 Rispetto al non credente, il credente ha motivi più forti per impegnarsi. Non lavora per un'idea astratta, come la giustizia o il progresso, ma per Gesù Cristo, per essere insieme a lui operatore di liberazione e di salvezza per tutti. Lavora con la certezza che incontrare gli altri è già incontrare il Signore che viene, ( Mt 25,40.45 ) amarli è già passare dalla morte alla vita, ( 1 Gv 3,14 ) perdere la propria vita è in realtà acquistarla. ( Lc 9,24 ) L'impegno deve mirare a inserire nel tessuto delle relazioni umane un dinamismo orientato alla meta definitiva. In altre parole si tratta di affermare la centralità della persona, la libertà e la solidarietà, salvaguardando nello stesso tempo la legittima autonomia delle realtà terrene. |
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1182 Sereno distacco |
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La trascendenza del Regno impedisce di adagiarsi sugli obiettivi raggiunti e stimola una riforma continua, un rinnovamento creativo incessante. Anzi, accanto alla serietà dell'impegno, esige un sereno distacco. "Il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!" ( 1 Cor 7,29-31 ). La famiglia, il lavoro, la cultura, la politica sono importanti: nessuna indifferenza nei loro confronti. Ma non sono tutto: perciò il cristiano vi partecipa con misura e all'occorrenza sa anche tirarsi fuori. La partecipazione non significa assolutizzazione; la rinuncia non significa disprezzo. Dio dona questi beni come preparazione a un bene più grande, ma con la morte, e spesso anche prima, li toglie, perché vuol donare se stesso e attirare a sé il desiderio dell'uomo. Occorre rimanere sempre disponibili, non lasciarsi mai imprigionare da valori parziali: "Venga la grazia e passi questo mondo". L'impegno storico stesso cessa di essere autentico, quando assorbe tutte le energie: basti pensare come diventa totalitaria e pericolosa la politica elevata a messianismo. La speranza cristiana non perde di vista i limiti e la provvisorietà delle conquiste economiche, sociali, politiche e culturali. Accanto al lavoro promuove la festa, per contemplare e celebrare il significato supremo della vita. Conferisce valore all'azione, ma più ancora alla sofferenza, in cui la persona non solo mantiene la sua dignità, ma può crescere umanamente e fare dono di se stessa a Dio e ai fratelli. |
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1183 Sapendo di preparare il regno di Dio con il suo impegno storico, il cristiano agisce con grande serietà e nello stesso tempo con sereno distacco. "Affrettiamoci a compiere ogni opera buona. Imitiamo in ciò il Creatore e Signore di tutte le cose che gioisce delle sue opere" .12 |
Indice |
10 | Lettera a Diogneto, 5, 9 |
11 | Gaudium et Spes 43 |
12 | San Clemente di Roma, Lettera ai Corinzi, 33, 1-2 |