Convegno ecclesiale di Verona

Indice

Gruppo di studio 2 Ambito: vita affettiva

Sintesi dei lavori

Moderatore: Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia, Milano

Segretario: Anna Maria Tibaldi, insegnante, Pocapaglia ( CN )

17-18 ottobre 2006

1. Considerazioni generali

1.1. Testimoniare che Dio è amore …

La speranza da testimoniare è il Vangelo dell'amore: Deus caritas est ci dice che l'amore umano si fonda sull'amore che per primo ci è stato donato ( si impara ad amare essendo amati ).

1.2. … consente di radicare nella verità l'esperienza affettiva …

Non possiamo non partire da questa origine, per comprendere lo spazio della vita affettiva nell'esperienza umana ( il vero amore umano è fondato sull'amore di Dio ).

1.3. … che è struttura portante dell'esistenza di ogni uomo e donna …

Tale esperienza ( vita affettiva ) è in effetti struttura portante dell'esistenza umana ( dal documento Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 2004 ), è modalità privilegiata attraverso cui gli uomini e le donne cercano risposta alla propria domanda di felicità, di senso.

In questo senso la vita affettiva è cosa che riguarda non solo gli sposati o gli innamorati o l'esperienza familiare propriamente detta, ma anche chi è chiamato a percorsi vocazionali di vita consacrata ( sia nei percorsi formativi - vedi seminari - sia nella modalità di vita dentro le comunità: esperienze affettive - relazionali con famiglie e comunità parrocchiali - vedi esempio di F. Brambilla ).

1.4. … nel suo essere relazione eticamente fondata e generativa

Dal punto di vista antropologico e culturale, la vita affettiva è e non può che essere, nella sua verità, « una relazione eticamente orientata ».

Le direttrici di « relazione » ( religo ) e « di senso, responsabilità » ( refero ) non sono disgiunte, ma simultaneamente definiscono la vita affettiva.

Peraltro la vita affettiva è inevitabilmente generativa ( vedi gli interventi di Iafrate e Brambilla ), in quanto riconosce l'altro; possiamo dire che la sua generatività ( non necessariamente biologica, ma anche sociale ) ne è cartina di tornasole, fattore di verifica.

Del resto l'espressione « Dio è padre » ricorda questa dimensione come fondativa dell'antropologia cristiana ( si impara a generare essendo generati ).

2. Una riflessione sull'esperienza

2.1. L'affettività oggi è fragile perché « solitaria » ed « emozionale e istintiva » …

Un primo nodo antropologico riguarda una cultura dell'individualismo che rende l'affettività fragile, che non sa leggere la relazione affettiva come donazione.

Questa fragilità è causata da una « sfida culturale epocale », dove spontaneismo, individualismo ed emozionalismo sono generati dal sociale ( esempio: rivoluzione sessuale del '68 ).

Un altro volto di questa fragilità può essere definito come « immaturità personale », difficoltà cioè per le persone ( giovani adulti, trentenni ) di stare sull'impegno e sulla responsabilità.

2.2. … addirittura solo « virtuale » …

Uno dei volti della fragilità della vita affettiva è il rifugiarsi nel virtuale, che interessa soprattutto le nuove generazioni, e che quindi rischia di configurarsi come una distanza generazionale che potrebbe segnare i prossimi anni ( difficoltà di capirsi tra adulti analfabeti informatici e giovani « superwebbizzati » ).

Del resto la vita affettiva nei mondi virtuali sembra presentare tanti rischi ( ambiguità, falsità, incomprensioni, giochi di ruolo, distanziamento dall'altro, che così non fa paura; vedi paure degli adolescenti ) e poche possibilità.

Occorre anche attenzione specifica alla paura delle aspettative / ansia da prestazione ( anche alla dimensione corporea ), soprattutto per ragazzi e giovani.

2.3. … attraversa molte sofferenze e condizioni difficili …

Questa fragilità affettiva genera numerose fatiche e sofferenze ( vedi rotture di coppia, famiglie spezzate, inadempienze / incompetenze genitoriali, fratture intergenerazionali ), con cui occorre misurarsi.

La vita affettiva stessa inoltre vive sfide difficili ( la sofferenza, il lutto, la solitudine delle persone che vivono da sole, gli anziani, le vecchie e le nuove dipendenze … ).

Infine, si scontra con vincoli e problemi strutturali, che spesso paralizzano la « progettualità affettiva » ( il tema lavoro, precarietà, migrazioni, povertà ), e che segnano in modo molto differenziato il nostro paese ( in particolare il sud chiede - manifesta specificità ed emergenze in questo ambito ).

2.4. … ma rimane un dono-opportunità di testimonianza …

Esiste certamente una ricca rete di testimonianze positive, di esperienze di vita affettiva generativa, feconda, accogliente, missionaria.

La vita affettiva è comunque kairos, è opportunità di conversione.

Questo avviene anche se è fragile … se cambia nel tempo … e proprio attraverso la sua stessa fragilità; la vita affettiva passa attraverso conflitto, perdono, riconciliazione, crisi, ma rimane « valore ».

Occorre saper amare / accogliere la vita affettiva anche nelle sue fragilità.

La famiglia stessa, nelle sue « normali vicende di vita quotidiana », è quindi testimone della bellezza della vita affettiva proprio in questo suo starci, nel bene e nel male …

In questo senso occorre un linguaggio nuovo: « parlare la speranza » è stata una parola d'ordine in plenaria, ma assolutamente fondamentale in questo ambito.

Occorre riscoprire inoltre che quello che portiamo ( sulla vita affettiva ) non è un divieto ( un no ) ma è « scoprire il grido inesauribile del cuore ».

La vita affettiva è infine risorsa di annuncio evangelico perché ogni esperienza di vita cristiana non può non sostanziarsi di vita / esperienza affettiva.

2.5. … è essenziale per ogni percorso educativo …

Affettività ed educazione non possono essere disgiunte, il che richiede una forte attenzione alla dimensione affettiva in ambito formativo e nelle età della scolarità; implica inoltre una forte responsabilità per gli educatori ( non passa niente nella formazione / educazione senza una implicazione affettiva ).

La testimonianza ( vedi titolo generale ) diventa in questo senso strumento pedagogico insostituibile.

2.6. … ed esige un accompagnamento adulto, « competente », maturo …

Serve quindi:

- formazione degli educatori ( genitori, insegnanti, educatori, operatori a contatto con i ragazzi … );

- formazione degli operatori pastorali;

- formazione dei consacrati ( religiosi - presbiteri ).

Quale formazione:

- formare alla relazionalità « calda »;

- formare all'accompagnamento - ascolto - accoglienza.

2.7. … e un rinnovato discorso di speranza sul corpo

Corpo e sessualità - e identità e differenza sessuale - come grazia: questi sono aspetti essenziali, da riprendere nella pastorale, ma anche da riproporre come valori antropologici universali, nonostante la banalizzazione oggi in atto nel sociale.

Cf. la pastorale dei mercoledì di Giovanni Paolo II ( teologia del corpo ) e il discorso pastorale quotidiano.

3. Un approccio pastorale integrato

3.1. Nell'azione pastorale occorre una logica di testimonianza …

Per sostenere l'esperienza affettiva servono prima di tutto testimoni di verità, di bellezza e di gioia.

Questa testimonianza è necessariamente « prossima », chiede relazioni reali, calde, intime, di reciprocità.

3.2. … e di prossimità che si fa accoglienza ma anche servizio alla verità …

E serve una prossimità capace di accoglienza, comunicazione, accompagnamento, ascolto, empatia; soprattutto di fronte alla fragilità occorre ascoltare, accompagnare, accogliere, « voler bene » a questa fragilità, per offrirle occasioni di apertura e riscoperta.

Alla Chiesa è chiesto però anche il servizio della verità ( unire passione e ragione, che non possono essere contrapposte nell'esperienza affettiva ), di fronte a un attacco all'identità dell'uomo ( che nella vita affettiva trova un punto di fragilità forte ) che è culturale.

Ci si aspetta quindi dalla Chiesa una riflessione « alta », che non « abbassi il livello », e che sappia rendere ragione a livello teologico, antropologico e culturale della bellezza dell'esperienza cristiana della vita affettiva.

Ci si aspetta inoltre una parola chiara sulla cura pastorale delle situazioni difficili, che interpella oggi con frequenza e drammaticità la comunità cristiana.

3.3. … esigendo un approccio non settoriale …

Per accompagnare le persone nella vita affettiva occorre uscire da un'azione pastorale di settore e di ambito, per sinergie e progetti unitari che sappiano cogliere tutta la persona e la complessità relazionale ( bambini e genitori, nipoti - nonni, la vita di ciascuno in tutte le sue manifestazioni ).

Non si tratta di cambiare l'organizzazione, ma di attraversarla con una logica nuova, che fa parlare insieme i diversi settori / operatori.

3.4. … e attenzione all'integralità della persona umana ( oltre l'affettività ) …

Occorre poi un'attenzione specifica alla vita affettiva in tutte le fasi di vita e di azione pastorale: non bastano i passaggi liturgici « consolidati » ( dopo l'iniziazione cristiana, cosa? ), ma occorre accompagnare la vita tutta.

A questo proposito le occasioni sacramentali ( riconciliazione ) e la possibilità della direzione spirituale sono elementi che possono aiutare nel sostegno / accompagnamento delle persone.

Occorre a questo riguardo attenzione alla « formazione indiretta », quella cioè che si realizza nell'esperienza di vita quotidiana ( se e come è esperienza affettiva ).

Vedi anche la « preparazione remota », rispetto ai corsi per fidanzati o ai passaggi catechistici tradizionali ( iniziazione cristiana … ), così come la fatica di progettare i « percorsi formativi dell'affettività ( dell'amore ) » soprattutto per ragazzi e adolescenti.

Specifica attenzione va poi dedicata all'esperienza affettiva dei presbiteri e dei religiosi sia nei percorsi formativi di preparazione sia nella concretezza della loro vita quotidiana.

Inoltre la centralità della vita affettiva non deve far dimenticare che ogni persona vive anche su altre dimensioni ( affetti, ragione, progetti, lavoro … ), che vanno armonizzate.

3.5. … un linguaggio « caldo », relazionale …

La dimensione affettiva deve poi diventare la qualità tipica delle relazioni nella comunità cristiana nei diversi ambiti, caratterizzando anche il linguaggio dell'annuncio.

In questo senso c'è una domanda forte di « affettività » nella vita ecclesiale.

3.6. … la riscoperta della famiglia come soggetto di pastorale …

Evidentemente alla famiglia, luogo primario di esperienza della vita affettiva, spetta anche la responsabilità di « essere soggetto » di vita ecclesiale e di evangelizzazione; ciò chiede ovviamente un'attenzione a tempi, esigenze, orari delle famiglie.

Le famiglie insieme ( i gruppi di famiglie, di giovani sposi, di adolescenti ecc. ) possono e devono essere quindi risorsa forte, soprattutto se luoghi di relazioni vive, « calde ».

3.7. … e della parrocchia come luogo privilegiato

Anche la comunità ecclesiale e in particolare la parrocchia stanno al centro di questo confronto con la dimensione affettiva e sono interpellate, sia per interagire con l'esperienza affettiva delle famiglie, sia per essere esse stesse luoghi di vita affettiva.

Questo significa parlare di una parrocchia che è poco struttura, ma soprattutto luogo di vita, ambito aperto, comunità cristiana viva, capace di fare rete, di ospitare e valorizzare le diversità di ruoli, di vocazioni e di carismi, di accogliere i percorsi di fatica e di difficoltà delle persone e delle famiglie, magari trasformando la sofferenza e il dolore in oblatività e donazione.

Una parrocchia di relazioni calde, luogo di vita e di esperienza.

3.8. Quasi una conclusione …

L'esperienza comunionale vissuta in queste giornate di convegno ecclesiale, esperienza essa stessa di speranza della bellezza dell'essere Chiesa, suggerisce la richiesta di poter disporre a livello nazionale di un ambito che consenta di dialogare stabilmente, così come in questi giorni di Verona, tra laici, religiosi, presbiteri, pastori, per progettare e accompagnare la vita di una Chiesa che sia sempre più trasparente testimone del Cristo risorto.

Indice