Io ho scelto voi |
Dio ci chiama in forza del Battesimo a vivere in comunione con lui e tra noi, come figli dell'unico Padre.
Dio stesso conferisce e alimenta questa nostra comunione con i suoi doni di grazia: i sacramenti, primo fra tutti l'Eucaristia.
Essi rafforzano l'impegno di vivere la comunione con Dio e tra noi.
Ma quando, abusando della nostra libertà, scegliamo strade diverse da quelle di Dio, l'unità viene miseramente infranta.
Il peccato rompe la comunione: divide da Dio, da se stessi e dagli altri.
Dio però ci segue ancora con il suo amore e il suo Spirito ci suggerisce pensieri di conversione e di penitenza.
Diventa indispensabile, allora, che ciascuno riconosca nella comunità le proprie colpe contro la comunione, per ritrovare la grazia dell'unità e la forza di vivere e far crescere la fraternità.
Proprio per questo Gesù ha dato alla sua Chiesa il sacramento della Riconciliazione.
È detto anche Confessione, perché domanda il gesto di riconoscere i propri peccati, o anche Penitenza, perché comporta una operosa conversione.
Esso celebra la misericordia infinita del Padre ed è principio di rinnovamento spirituale e fonte di vita nuova sia per chi lo riceve che per la comunità.
Mentre accogliamo la parole del perdono e il segno della riconciliazione del Padre, il dono di grazia si espande come forza di unità per tutta la Chiesa.
E così, se il peccato aveva lacerato e indebolito la comunione, ora l'amore di Dio rimargina e rinsalda il rapporto fra i membri della comunità, perché la Chiesa possa mostrarsi segno di vera pace fra gli uomini.
I sacramenti sostengono l'impegno di smettere i panni dell'uomo vecchio, carico di meschinità e di passioni egoistiche sempre pronte a risorgere, e ci aprono alla novità di Dio, perché impariamo a conoscere Cristo nella profondità del suo amore ( Ef 4,17-24 ).
Illuminato e rafforzato da lui, ciascuno ritroverà i mille sentieri che possono riannodare ed edificare la comunione nella Chiesa.
Riscoprirà l'umiltà e la solidarietà.
Sarà capace di sincerità e di un dialogo costruttivo.
Diventerà aperto all'amore e alla fiducia reciproca ( Ef 4,25-32 ).
Aprirà gli occhi sulle necessità dei fratelli.
Darà spazio all'accoglienza, alla bontà verso i deboli, al perdono.
Al male ricevuto risponderà con il bene ( Rm 12,14-21 ).
Paolo ci esorta: "Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore" ( Ef 5,1-2 ).
La Chiesa, consapevole di essere falla di peccatori, percorre ogni anno il cammino della Quaresima, verso la celebrazione della Veglia pasquale.
La Quaresima è segnata dalla pratica della penitenza, nel ricordo dei quaranta giorni di digiuno di Gesù nel deserto.
Attenuato oggi l'obbligo del digiuno, che rimane solo il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì santo ( ma dovremmo riscoprire che anche la disciplina del corpo ci avvicina a Dio! ), restano gli impegni di un più assiduo confronto con la parola di Dio, in un contesto di preghiera, di sobrietà e austerità di vita, per una crescita nella carità.
Se la Pasqua dice il dono di Dio, la Quaresima dice tutta la fatica per renderci accoglienti del dono.
La riconciliazione è un cammino quotidiano.
Il sacramento è vertice e fonte di una vita che si rinnova per strade varie e complementari.
Così le descrive in una sua omelia San Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli ( † 407 ):
"Volete che parli delle vie della riconciliazione con Dio?
Sono molte e svariate, però tutte conducono al cielo.
La prima è quella della condanna dei propri peccati.
Confessa per primo il tuo peccato e sarai giustificato …
Questa è dunque una via di remissione, e ottima; ma ve n'è un'altra per nulla inferiore: non ricordare le colpe dei nemici, dominare l'ira, perdonare i fratelli che ci hanno offeso …
Vuoi imparare ancora una terza via di purificazione?
È quella della preghiera fervorosa e ben fatta che proviene dall'intimo del cuore.
Se poi ne vuoi conoscere anche una quarta, dirò che è l'elemosina.
Questa ha un valore molto grande.
Aggiungiamo poi questo: se uno si comporta con temperanza e umiltà, distruggerà alla radice i suoi peccati con non minore efficacia dei mezzi sopra ricordati". ( Omelia sul diavolo tentatore, 2,6 )
Indice |