Io ho scelto voi |
Don Antonio Seghezzi, prete bergamasco, ha un solo desiderio: essere "totalmente e splendidamente prete".
Inizia il suo servizio nella cura pastorale dei giovani, per poi dedicarsi all'insegnamento in seminario; quindi è chiamato come cappellano all'assistenza spirituale dei soldati nella guerra di Abissinia; viene infine nominato assistente dei giovani di Azione Cattolica della diocesi e svolge con dedizione questo compito, fino a quando viene deportato nel campo di concentramento di Dachau.
È un prete entusiasta della sua vocazione: "La vocazione è come innamorarsi: si sogna, si ama, si crede al bello, si vuole diventare felici".
Vive nel dono quotidiano di sé al Signore, pienamente disponibile a fare ciò che il Signore chiede ora per ora: "io sono tutto un dono", è solito dire.
"Quando ami Gesù, caro fratello … riesci meglio a vedere più serenamente la vita …
Ricorda che il Signore sa che ci sei.
Abbi molta fiducia in lui …
È la dolcissima bontà del Signore che ti fa fiorire …
Chiamalo di continuo come se fossi innamorato e … cerca nel tuo cuore ogni più bella parola e ogni più forte sospiro …
So che il Signore ci ama e allora che cosa ci manca? …
L'adolescenza è la primavera che reclama i suoi diritti, ma sopra del corpo c'è lo spirito che è più nobile e che è il motore e la guida.
Se la guida non ha occhi buoni che cosa succede? …
Fa sante comunioni … Unisciti a lui.
Egli ti trasformerà … ti porterà alla maturità spirituale.
La vita ti sarà tanto più bella quanto più vedrai in ogni ora un mezzo per avvicinarti sempre più al Signore dolcissimo che è tutto …
Rallegrati nel Signore sempre … fa' che ognuno che vede te pensi a lui".
Muore nel campo di concentramento a 38 anni, il 21 maggio 1945, consumato dalle sofferenze, sostenuto dall'Eucaristia.
Nei giorni più difficili della prigionia scrive: "Signore fammi essere al di sopra di tutte le lotte.
Fa' che dovunque e sempre io sia sempre in lotta solo per te".
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