Venite e vedrete |
CCC nn. 1962; 2052-2082 ( vedi pure nn. 2083-2557 ) CdA nn. 867-891
I "dieci comandamenti", o "decalogo", condensano tutta la legge che Dio ha dato al popolo d'Israele, durante il viaggio verso la terra promessa.
Essa è parte essenziale dell'alleanza di Dio con il suo popolo.
Le "dieci parole" vengono rivelate tra la proposta dell'alleanza e la sua stipulazione, dopo che il popolo si è impegnato a fare tutto ciò che il Signore aveva detto ( Es 24,7 ).
I comandamenti costituiscono così il cuore dell'alleanza, che l'ebreo osservante ripete ogni giorno e in alcune particolari occasioni.
La Bibbia ne riporta due versioni molto simili: Es 20,2-17 e Dt 5,6-21.
La tradizione catechistica, riassumendoli dove nel testo biblico sono più ampi e interpretandoli, ce li ha consegnati così:
Io sono il Signore, Dio tuo;
1. Non avrai altro Dio fuori di me;
2. Non nominare il nome di Dio invano;
3. Ricordati di santificare le feste;
4. Onora il padre e la madre;
5. Non uccidere;
6. Non commettere atti impuri;
7. Non rubare;
8. Non dire falsa testimonianza;
9. Non desiderare la donna d'altri;
10. Non desiderare la roba d'altri.
I comandamenti sono espressi prevalentemente in forma negativa ( "non fare …", "non dire …" ) e per questo hanno dato adito a interpretazioni riduttive, minimaliste, quasi fosse sufficiente non uccidere, non rubare, ecc. per ritenersi a posto con la volontà di Dio.
È proibito a ognuno e sempre infrangere i precetti che vincolano.
Il fatto che solo i comandamenti negativi obbligano sempre e in ogni circostanza, sta ad indicare che "il comandamento dell'amore di Dio e del prossimo non ha nella sua dinamica positiva nessun limite superiore", anzi è un invito ad amare sempre di più: c'è invece "un limite inferiore, scendendo sotto il quale si viola il comandamento" ( Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 52 ).
L'elenco dei comandamenti non va mai disgiunto dall'affermazione che li introduce: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù".
Essi sono, dunque, anzitutto un patto, un'alleanza con Dio che ha già tenuto fede ai suoi impegni dando con ciò garanzia di non venir mai meno alla sua fedeltà.
Sono inoltre un atto con il quale Dio, il liberatore, ci situa nella condizione di liberati; non sono, pertanto, l'espressione di una volontà divina che vuole sottometterci, ma, al contrario, l'appello che fonda la nostro libertà, quasi Dio dicesse: "Se vuoi vivere la libertà che io ho mostrato di saperti dare, queste parole sono la via".
Infine, i comandamenti sono l'indicazione di un percorso, verso una terra promessa nella quale non si è ancora entrati; l'aiuto per una libertà da conservare e sempre da ritrovare.
Gesù non ho abolito, bensì ho portato a "compimento", la legge compendiata nei dieci comandamenti ( Mt 5,17 ).
Egli stesso ha indicato, con la sua vita e con il suo insegnamento, quale sia tale compimento pieno: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente …
Amerai il prossimo tuo come te stesso" ( Mt 22,37-39 ).
I dieci comandamenti sono dunque la prima scuola dell'amore a cui Dio ci chiama e che definisce il rapporto nostro con lui e fra di noi.
"Pieno compimento della legge è l'amore" ( Rm 13,10 ).
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