La dimensione contemplativa della vita |
Carissimi sacerdoti e fedeli, fratelli e sorelle nel Signore,
ringrazio Dio perché mi dà, in questi giorni in cui vi sto scrivendo, qualche momento di quiete contemplativa.
Posso dedicare lunghe ore alla preghiera, alla riflessione, alla meditazione.
Rivedo gli avvenimenti, gli incontri, le persone che sono entrate nella mia vita in questi ultimi mesi e li offro nella preghiera al Signore.
Ripenso al cumulo di impegni attraverso i quali sono passato nel pur breve cammino di conoscenza della diocesi e cerco di ordinarli nella mia mente.
Mi sforzo di cogliere il significato delle diverse esperienze, di valutarle nella luce del vangelo a imitazione di Maria che « serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore » ( Lc 2,20 ).
Nel fare ciò mi accorgo di stare vivendo, per dono di Dio, quella che si potrebbe chiamare la « dimensione contemplativa » dell'esistenza: cioè quel momento di distacco dall'incalzare delle cose, di riflessione, di valutazione alla luce della fede, che è tanto necessario per non essere travolti dal vortice degli impegni quotidiani.
È proprio su questo prezioso « tempo dello spirito » che vorrei parlare un poco più a lungo con voi.
Tra le tante cose che ho potuto osservare e ammirare in questi mesi, accanto alle splendide iniziative che fioriscono ovunque nella diocesi per l'opera infaticabile dei battezzati, sacerdoti e laici, mi è sembrato fosse utile richiamare l'importanza di questi spazi di riflessione contemplativa, non per diminuire l'impegno, ma per renderlo più cosciente e attento.
Il costruttore della parabola evangelica ( Lc 14,28 ) che prima di iniziare la torre si siede e fa i suoi conti, non perde tempo, ma ne guadagna: il lavoro procederà così più spedito e lieto.
Questo discorso sulla dimensione contemplativa della vita si dirige a ogni uomo e donna che intenda condurre un'esistenza ordinata e sottrarsi a quella frattura tra lavoro e persona che minaccia oggi un poco tutti.
Vorrei che queste parole fossero un messaggio per tutti gli uomini di buona volontà di Milano e dell'intera diocesi, spesso appesantiti dall'accumulo delle fatiche quotidiane e dalla molteplicità delle preoccupazioni.
Vorrei dire loro che ammiro l'impegno stressante per la costruzione della città, per la difesa e la diffusione del benessere, per il trionfo dell'ordine contro la minaccia sempre incombente del disordine e dello sfascio.
Ma vorrei anche ricordare che l'ansia della vita non è la legge suprema, non è una condanna inevitabile.
Essa è vinta da un senso più profondo dell'essere dell'uomo, da un ritorno alle radici dell'esistenza.
Questo senso dell'essere, questo ritorno alle radici, ci permettono di guardare con più fermezza e serenità ai gravissimi problemi che la difesa e la promozione della convivenza civile ci propongono ogni giorno.
Tuttavia vorrei approfondire ulteriormente il discorso alla luce della fede, esplorando le profondità della persona redenta da Cristo, mostrando gli orizzonti reali e meravigliosi su cui ci fa aprire gli occhi la riflessione sul mistero della preghiera, in particolare sulla « preghiera eucaristica silenziosa ».
Intendo trattare prima di tutto della « preghiera silenziosa », cioè di tutti quegli aspetti del rapporto dell'uomo con Dio in cui è sottolineata la dimensione contemplativa dell'esistenza: silenzio, ascolto della Parola, adorazione, riflessione, meditazione ecc.
Questo atteggiamento interiore non isola la persona dalla realtà della Chiesa e del mondo, ma aiuta ad immergervela seriamente e responsabilmente.
Intendo mostrare come questo tipo di preghiera si possa chiamare « eucaristica », perché ha come centro e punto di riferimento il mistero del corpo del Signore, cioè l'Eucaristia.
Essa aiuta a riscoprire quegli atteggiamenti di gratuità, di lode, di dono serio della vita che sono frutto del mistero eucaristico per la Chiesa.
Prendendo il tema della dimensione contemplativa, che si specifica poi come « preghiera eucaristica silenziosa », a oggetto delle indicazioni pastorali per l'anno 1980-1981, intendo anche favorire la preparazione remota al congresso eucaristico nazionale che si terrà nella nostra diocesi nel 1983.
Tema del congresso sarà: « L'Eucaristia al centro della comunità e della sua missione ».
Bisognerà allora riflettere esplicitamente sulla grande preghiera eucaristica pubblica, sulle manifestazioni solenni del culto verso l'Eucaristia e sulle loro conseguenze per la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo.
Quest'anno 1980-81 può essere inteso come un anno di pausa riflessiva, che però già orienti verso il centro della vita dell'uomo redento, cioè l'Eucaristia.
L'argomento di quest'anno non si presenta sotto l'aspetto di un vero e proprio « piano pastorale ».
Sono troppo pochi i mesi di conoscenza della diocesi per permettermi di dare indicazioni programmatiche tratte da una valutazione complessiva della situazione.
Del resto, la conferenza episcopale italiana ha pensato a quest'anno come a un momento di pausa.
Vorremmo però dare a questa pausa il suo significato più profondo di « momento contemplativo ».
Per questo invitiamo tutti i battezzati della diocesi ad un serio esame su questo tema, e alla promozione di iniziative che aiuteranno a concentrare l'attenzione su questo aspetto fondamentale dell'esistenza cristiana.
A tutti coloro che per grazia e per vocazione sono « maestri della preghiera », ai sacerdoti, religiosi e religiose, specialmente di vita contemplativa, e a tutti quei battezzati che sentono in sé in modo speciale la grazia della preghiera di silenziosa adorazione e di ascolto della Parola, ai membri dell'Azione cattolica e di altri gruppi e movimenti ecclesiali e a quanti sono impegnati nell'apostolato, raccomando in modo tutto speciale queste indicazioni.
Questa lettera si articolerà nel modo seguente.
Cercheremo di fare prima di tutto un'analisi della situazione attuale: Come è vissuto nella nostra società e nella nostra Chiesa il momento contemplativo dell'esistenza?
Vedremo poi di chiarire i rapporti tra preghiera, silenzio e struttura della persona umana, e di approfondire i rapporti fra preghiera ed Eucaristia.
Tratteremo infine dell'educazione alla preghiera silenziosa, terminando con alcune indicazioni pratiche.
Non si intende in nessun caso offrire un'esposizione esaustiva, ma si propongono incitamenti a riflettere e ad operare.
Questa lettera vorrebbe avviare il lavoro personale e di gruppo su questo tema.
Sarò grato a tutti coloro che mi scriveranno osservazioni, aggiunte, chiarimenti, approfondimenti su quanto qui viene suggerito, come ringrazio tutti coloro che hanno contribuito in vari modi alla stesura di questa lettera.
Mio desiderio è unicamente di stimolare ciascuno a fare l'esperienza di queste cose, e a gustarne i frutti nella propria vita.
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