Chiesa italiana e Mezzogiorno |
Questa affermazione del Documento La Chiesa italiana e le prospettive del Paese1 costituisce il motivo ispiratore del presente Documento sulla Chiesa e il Mezzogiorno d'Italia.
Anche la Chiesa cresce insieme: "le singole parti portano i propri doni alle altre parti ed a tutta la Chiesa e così il tutto e le singole parti sono rafforzate, comunicando ognuna con le altre e concordemente operando per il completamento nell'unità".2
Consapevoli degli ineludibili doveri della solidarietà sociale e della comunione ecclesiale, noi Vescovi delle Chiese che sono in Italia, sulla scia del Magistero degli ultimi Pontefici e dei nostri precedenti Documenti,3 intendiamo riflettere, alla luce dell'insegnamento del Vangelo e con spirito costruttivo di speranza, sulla "questione meridionale", come problema di tutto il Paese, che impegna l'intera Chiesa italiana nell'ambito della sua missione.
Nel passato l'Episcopato italiano ha dato chiari orientamenti etici sulla questione meridionale.
Quarant'anni or sono i Vescovi di molte diocesi del Mezzogiorno d'Italia pubblicarono una Lettera collettiva, datata 25 gennaio 1948, dal titolo I problemi del Mezzogiorno.4
Dopo aver analizzato la religiosità delle popolazioni meridionali ed aver posto in evidenza profonde esigenze di giustizia nel campo dei rapporti di lavoro e delle strutture economiche, i nostri Confratelli offrirono indicazioni e proposte per l'opera di riforma dell'economia agricola meridionale.
" Si tratta - affermavano - di esigenze e di problemi non estranei alla vita dello spirito, i quali, pur sotto l'aspetto materiale, economico e sociale, nascondono più profonde carenze e rivelano una più alta istanza: quella, cioè, di una religione più pura e di una giustizia più piena".5
Le condizioni economiche, sociali e civili del Mezzogiorno si presentano oggi profondamente mutate registrando, sotto diversi profili, innegabili progressi, anche se permane il divario Nord-Sud del Paese.
E sono mutati, da allora, i termini in cui si pone la "questione meridionale".
Giovanni Paolo II ha sottolineato la rilevanza ecclesiologica della "questione meridionale" nell'Assemblea straordinaria di Assisi dell'Episcopato italiano:
"La Chiesa vive in ogni sua parte la realtà totale del Corpo mistico di Cristo, sia nella sua dimensione temporale in quanto attualizza nell'oggi la redenzione compiuta dal suo Fondatore, preannunziandone il compimento escatologico, sia nello spazio, in quanto in ogni Chiesa particolare essa è totalmente presente".
E il Papa proseguiva: "Le conseguenze che da questo dato ecclesiologico possono derivare, per la particolare situazione dell'Italia, sono facilmente intuibili.
Nel contesto sociale della Nazione si pongono in evidenza alcune tensioni e contrapposizioni che sembrano ostacolare piuttosto che favorire la costruzione di un insieme armonico: paradigmatica, al riguardo, è la tensione esistente tra Nord e Sud, legata a molteplici cause sociali, culturali, economiche e politiche.
La Chiesa, costituendo per natura sua 'un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza' ( LG, 9 ) è chiamata ad operare incessantemente per il superamento di ogni divisione, favorendo con mezzi perspicaci l'integrazione e l'unione, ai diversi livelli della città umana, nello spirito della luminosa frase paolina: 'Portate i pesi gli uni degli altri' ( Gal 6,2 )".6
Nella linea del Magistero pontificio di questi ultimi decenni, Giovanni Paolo II ha, altre volte ed in modo chiaro, focalizzato il problema del Mezzogiorno d'Italia, sia nelle sue visite pastorali alle regioni del Sud7 sia nelle allocuzioni alle Conferenze episcopali delle stesse regioni, in occasione delle visite "ad Petri limina".8
Recentemente, in occasione del Congresso Eucaristico nazionale di Reggio Calabria, ha affermato che "la crescita dell'Italia è condizionata da quella del Mezzogiorno", aggiungendo che "l'Italia non potrà essere riconciliata, ove non si giunga a riconciliare la realtà meridionale e, in genere, tutte le realtà periferiche ed emarginate con l'intero Paese".9
Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, nella sessione tenuta proprio a Reggio Calabria ( 14-17 marzo 1988 ), in preparazione del suddetto XXI Congresso Eucaristico nazionale, nello spirito del Congresso stesso e sulla eco della Sollicitudo rei socialis, ha convenuto di mettere allo studio questo Documento su Chiesa italiana e Mezzogiorno.
Come espressione del magistero sociale dell'Episcopato italiano, esso assume il problema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno secondo la sua essenziale dimensione morale.
Non rientra infatti nelle nostre competenze e nelle nostre intenzioni compiere analisi storiche e sociologiche della "questione meridionale": sono del resto patrimonio della nostra cultura gli studi compiuti da illustri rappresentanti del vecchio e nuovo meridionalismo.
Nemmeno intendiamo proporre soluzioni tecniche.
Miriamo piuttosto a generare una presa di coscienza collettiva dei problemi che ancora gravano sul Mezzogiorno nel contesto di tutto il Paese, e a stimolare così un impegno di sviluppo autonomo e integrale delle regioni meridionali.
Durante la nostra ultima Assemblea Generale ( 15-19 maggio 1989 ), nella quale abbiamo riflettuto su questa tematica, il Sommo Pontefice ha sintetizzato in modo chiaro il problema del Mezzogiorno ed ha offerto quasi una traccia per il nostro Documento.
Ha detto: "L'Italia in questi ultimi decenni ha fatto molti progressi nel cammino dello sviluppo e, talvolta, del cosiddetto 'supersviluppo' di stampo consumistico, ma sopravvivono pure disuguaglianze gravi ed aree nelle quali specialmente ai giovani è troppo difficile trovare valide ed oneste possibilità di lavoro.
Appare, quindi, assai opportuna la vostra parola di Pastori, rivolta non a fornire soluzioni tecniche per le singole e complesse situazioni, ma a proporre, alla luce dell'insegnamento del Vangelo, gli orientamenti etici che presiedono ad ogni retta soluzione dei problemi umani e sociali ( Sollicitudo rei socialis, n. 41 )".10
Questo nostro intervento su Chiesa italiana e Mezzogiorno propone, quindi, l'obiettivo dello sviluppo nella solidarietà, articolando la riflessione in tre capitoli.
I. Una lettura del problema del Mezzogiorno, che coinvolge tutto il Paese.
II. I requisiti di uno sviluppo coerente e solidale.
III. Alcune linee di pastorale per promuovere una comunione di intenti e di impegni finalizzata alla crescita del Mezzogiorno e del Paese.
Indice |
1 | C.E.I., Cons. Ep. Perm. La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, n. 8, 23 ottobre 1981. |
2 | Lumen gentium, n. 13. |
3 | Cfr, fra gli altri, C.E.I., Dichiarazione dei Vescovi d'Italia, I cristiani e la vita pubblica ( 16.1.1988 ); Contributo dell'Ep. Italiano al III Sinodo, La Giustizia nel mondo ( 22.7.1971 ); Comitato Prep. Conv. Eccl. 1975, Evangelizzazione e promozione umana ( 17.4.1975 ); Cons. Ep. Perm. La Chiesa italiana e le prospettive del Paese ( 23.10.1981); Cons. Ep. Perm. Messaggio, Presenza evangelica nella comunità degli uomini ( 19.1.1985); C.E.I., Nota pastorale dell'Episcopato italiano, La Chiesa italiana dopo Loreto ( 9.6.1985 ). |
4 | I Vescovi dell'Italia Meridionale, Lettera collettiva, Domenica di Settuagesima, 25.1.1948. |
5 | Ivi, n. 1. |
6 | Giovanni Paolo II, Discorso alla Assemblea straordinaria di Assisi. |
7 | Cfr La visita del Papa in Calabria. |
8 | Giovanni Paolo II,
Vescovi della Basilicata e Puglia, 28.11.1981; Vescovi della Calabria, 10.12.1981; Vescovi della Sicilia, 11.12.1981; Vescovi di Abruzzo e Molise, 24.4.1986; Vescovi della Basilicata, 26.4.1986; Vescovi della Sicilia, 22.9.1986; Vescovi della Calabria, 11.10.1986; Vescovi della Campania, 11.12.1986; Vescovi della Puglia, 20.12.1986. |
9 | Giovanni Paolo II, In occasione del Congresso Eucaristico di Reggio Calabria, Discorso alle autorità e alla cittadinanza. |
10 | Giovanni Paolo II, Discorso alla XXXI Assemblea Generale della C.E.I. ( 18 maggio 1989 ). |