L'impegno missionario della Chiesa Italiana  

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Conclusione

54. - Rinnovamento ed unità

Pensiamo di avervi offerto considerazioni e direttive valide a imprimere maggior slancio ed unità all'impegno missionario della nostra Chiesa italiana.

Le affidiamo alla vostra attenzione perché portino copiosi frutti.

Prima di terminare, vi invitiamo a ringraziare con noi il Signore della messe, che mantiene vivo nella nostra Chiesa l'ardore apostolico.

Lo provano le migliaia di missionari - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - che in diversi paesi, tra popoli di altre culture e religioni, testimoniano il Cristo Redentore dell'uomo, promuovono i valori del Regno, esprimono visibilmente la solidarietà con le Chiese sorelle.

Alcuni di essi hanno suggellato con il sangue un servizio di fraternità e di fede.

Ne prendiamo motivo per chiedere a Dio, con la fiducia che ci viene dall'esortazione stessa di Cristo, che scelga tra le nostre comunità altri numerosi operai per la sua messe.

Ma questa preghiera non può andare disgiunta da una rinnovata disponibilità missionaria da parte nostra.

Insistiamo su due punti che costituiscono la sorgente e la forza di un genuino spirito apostolico.

Anzitutto, il rinnovamento spirituale, nel senso più ampio della parola.

Secondo il Concilio, il dovere missionario di tutti i battezzati ha la sua prima e principale espressione in una vita profondamente cristiana.

« Sarà appunto il loro fervore nel servizio di Dio, sarà il loro amore verso il prossimo ad immettere un nuovo soffio di spiritualità in tutta la Chiesa, che apparirà allora un segno per i popoli, luce del mondo e sale della terra ».202

Paolo VI ha messo in evidenza la necessità imprescindibile della testimonianza della vita in ordine all'evangelizzazione, particolarmente oggi.

« Lo diciamo a tutti: bisogna che il nostro zelo per l'evangelizzazione scaturisca da una vera santità di vita …

Il mondo esige e si aspetta da noi semplicità di vita, spirito di preghiera, carità verso tutti, specialmente verso i piccoli e i poveri, ubbidienza ed umiltà, distacco da noi stessi e rinuncia ».203

Qui devono puntare i nostri sforzi comuni.

La seconda esigenza, connessa ed orientata alla prima, è che l'unione di spirito e d'azione contrassegni e vivifichi tutta la nostra attività di animazione e cooperazione missionaria.

Si sono moltiplicati tra di noi i protagonisti della missione, universale.

Strutture, servizi e iniziative di ogni tipo, forze ben organizzate, gruppi e movimenti assicurano maggiore creatività e fecondità alla nostra azione missionaria di oggi.

Non è difficile riconoscere in tutto ciò la presenza dello Spirito.

Ma proprio questo domanda un proposito più serio e generale di operare secondo le linee che abbiamo indicate, se non si vogliono disperdere i doni del Signore.

L'unità è condizione indispensabile di credibilità ed efficacia della missione.204

Nella misura in cui la nostra Chiesa vivrà la missione nella comunione, rinnoverà se stessa e sarà fermento d'unione e di fraternità anche nel nostro paese.

È questo l'appello ed insieme l'auspicio su cui invochiamo la grazia di Dio per l'intercessione di Maria Santissima.

Ella, che ha generato il Cristo, luce e salvezza di tutte le genti, che « ha presieduto con la sua preghiera all'inizio dell'evangelizzazione sotto l'azione dello Spirito Santo »,205, ottenga alla Chiesa italiana di essere fedele e generosa testimone della Buona Novella all'umanità del nostro tempo.

Roma, 21 aprile 1982, nel 25" Anniversario dell'Enciclica « Fidei donum »

La Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese

Indice  

202 Ad gentes, n. 36.
203 Evangelii nuntiandi, n. 76.
204 Evangelii nuntiandi, n. 77.
205 Ivi, n. 82.