Eucaristia, comunione e comunità

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Capitolo VI - Finche egli venga

56. Maria, « icona » di Cristo

Di tutte le immagini bibliche che abbiamo contemplato, quella che esprime il rapporto più intimo e perfetto di comunione nella Chiesa e di ogni cristiano con il Cristo eucaristico è Maria.

Ella è icona di Cristo.

Maria è già ciò che la Chiesa non è ancora e attende di essere.

Essa è primizia e immagine della Chiesa perché in lei il Padre ha rivelato il compimento del mistero della salvezza »82 e « brilla come un segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in marcia, fino a quando non verrà il giorno del Signore ».83

Il suo sperare contro ogni speranza, perché « nulla è impossibile a Dio », ( Lc 1,37 ) la rende modello per la Chiesa e per ogni credente.

La sua vita è un pellegrinaggio di sapore eucaristico, fatto di Pasqua, di sapienza interiore, di dono.

Questi atteggiamenti la Madonna li esprime nel gioioso canto del « Magnificat », nel quale esalta la fedeltà di Dio alle promesse e la potenza della sua misericordia.

È un Dio che tutto può: i poveri che pongono in lui la loro speranza non resteranno delusi.

A questo Dio Maria, con piena fiducia e totale generosità, ha detto il suo sì.

Per questo ha potuto donare al mondo Cristo Gesù, speranza di vita per ogni uomo.

Da lei, che conservava la Parola meditandola nel suo cuore, ( Cfr. Lc 2,19 ) raccogliamo questo atteggiamento di ascolto, di fede e di accoglienza del Cristo pasquale.

La Chiesa ce lo dona di continuo nell'Eucaristia, cibo dei pellegrini, fonte di speranza, e ce lo riserva per il nostro « passare al Padre ».

57. Nell'Eucaristia la Chiesa raccoglie la speranza degli uomini

La storia è un intreccio continuo di bene e di male, è luogo di scontro fra l'azione del maligna e la potenza dello Spirito; ma non va per questo demonizzata, va vissuta come « lotta » e nella speranza.

La visione di Giovanni nell'Apocalisse, che è una descrizione di questo scontro e della vittoria finale del Cristo, avviene in un quadro liturgico nel quale il libro della storia è aperto dall'Agnello pasquale, il solo capace di toglierne i sigilli. ( Cfr. Ap 5,1ss )

Il senso della storia viene gradualmente svelato attraverso questa immagine del libro, che ripropone il tema della vita della Chiesa in mezzo al mondo.

L'Eucaristia, vertice della liturgia, svela il senso della storia perché lo contiene: è forza per attraversarla coraggiosamente, per riconciliarla e consacrarla a Dio.

Nell'Eucaristia è intrinseco il suo orientamento alla storia, perché è sacramento dato per la vita del mondo. ( Cfr. Gv 6,51 )

Così la Chiesa è una Chiesa della speranza perché è stata lavata nel sangue dell'Agnello ( Cfr. Ap 7,14 ) ed è rivolta al mondo, al quale porta l'appello eucaristico della nuova alleanza: « lasciatevi riconciliare con Dio ».
( 2 Cor 5,20 )

58. L'Eucaristia non è, dunque, sacramento che isola dal mondo e dalla storia, ma immerge profondamente in essi per ricomporli e salvarli in Cristo.

In essa l'uomo non solo è proteso verso il domani, ma accoglie Dio per l'oggi: per questo, ogni volta che celebriamo l'Eucaristia siamo interpellati dalla storia.

« Quello che abbiamo visto e contemplato con i nostri occhi, toccato con le nostre mani, mangiato con la nostra bocca, non solo dobbiamo annunziarlo ma viverlo, rendendo " Eucaristia " tutti i nostri rapporti col mondo, fino alla testimonianza del martirio al quale Cristo ci chiama per essergli somiglianti ».90

Lui, che è l'uomo perfetto, deve venire in ogni uomo per condurlo al compimento definitivo della sua vita.

Per questo nella celebrazione eucaristica la Chiesa accoglie e fa propria la speranza di tutti gli uomini, perché nel ritorno di Cristo si attui pienamente la salvezza: « Ogni volta che farete questo, lo farete in memoria di me: predicherete la mia morte, annunzierete la mia risurrezione, attenderete con fiducia il mio ritorno, finché di nuovo verrò a voi dal cielo ».91

59. L'Eucaristia anticipo della liturgia celeste

Nella cena imbandita dal Signore si prefigura e si pregusta il banchetto escatologico, verso il quale è incamminato il popolo di Dio pellegrinante.

Esso si nutre della nuova manna, prima di entrare nel Regno al quale incessantemente aspira.

L'Eucaristia è orientata al ritorno glorioso del Cristo, e di quel ritorno è preludio.

E siccome quel momento sarà la piena e definitiva manifestazione del Signore che consegnerà gli eletti al Padre per la liturgia celeste, di quell'incontro e di quella gloria l'Eucaristia è pegno e anticipo.

L'Eucaristia è, in questo senso, speranza vissuta e inaugurazione dei tempi futuri, e ci educa a « leggere » il tempo vivendolo in funzione dell'eternità.

60. Anzi, nell'Eucaristia, tempo ed eternità si ritrovano e si richiamano, soprattutto in riferimento alla Chiesa, che è la comunità del « già e non ancora », come si dice.

In essa, specialmente per l'Eucaristia, il futuro è già presente anche se non ancora goduto.

In questa fase del pregustamento e del non appagamento essa, dunque, prega: « Maranà tha »: « Vieni, o Signore! ». ( 1 Cor 16,22; cfr. Ap 22,20 )

Questa preghierà, che nella celebrazione eucaristica innalziamo al Padre, evoca la presenza del Risorto in mezzo a noi, supplica che essa si rinnovi nel momento della celebrazione e affretta il desiderio del suo ritorno definitivo nella gloria.

Signore, vieni ora, mentre siamo riuniti per il banchetto.

Ritorna per sempre a compiere il tuo Regno!

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82 Prefazio della Assunzione della Beata Vergine Maria
83 Lumen gentium, n. 68
90 Signore, da chi andremo? Il Catechismo degli Adulti
91 Messale Ambrosiano, Canone