La Scuola Cattolica, oggi, in Italia

Indice

4. I diversi ordini e gradi della Scuola Cattolica

52. - Il progetto educativo della Scuola Cattolica ha evidentemente una diversa tonalità a seconda dell'ordine e grado cui il singolo istituto appartiene.

È allora necessario offrire qualche indicazione circa i vari livelli.

53. La scuola materna

Le scuole materne cattoliche rappresentano in Italia l'esperienza più diffusa per quanto riguarda la presenza della Chiesa nel campo educativo.

La maggioranza di esse è nata nel tessuto vivo delle parrocchie, come luogo di formazione umana e cristiana pensato dalla comunità ecclesiale per i propri bambini e offerto poi a tutte le famiglie, in un inserimento pieno e dinamico nella vita e nelle tradizioni del territorio.

Va quindi nettamente contrastata, anche per mezzo di una solidale unione di forze per la gestione e l'aggiornamento pedagogico, la tendenza talora affiorante a chiudere le scuole materne a causa delle crescenti difficoltà economiche e organizzative ( spesso legate alla diminuzione del personale religioso ) o per la diffusione in atto delle scuole materne statali o comunali.

A questo scopo diventa anche necessario aprire un chiaro confronto con gli enti locali, affinché, in nome del servizio reso alla comunità civile dalle scuole materne cattoliche e nel pieno rispetto della loro identità, si possano stipulare forme efficaci di collaborazione ( quali le convenzioni o altri tipi di intesa ), in vista di una più organica regolamentazione del settore, di cui si auspica una equa e sollecita realizzazione.

Da parte sua la scuola materna cattolica dovrà sempre meglio chiarire il proprio progetto educativo, con attenzione al contesto del territorio in cui si svolge il suo servizio, attraverso la qualificazione e l'impegno collegiale del personale educativo.

Una particolare cura dovrà essere posta nella collaborazione con i genitori.

L'integrazione funzionale tra scuola e famiglia rappresenta, infatti, la condizione essenziale in cui vengono messe in luce e sviluppate tutte le potenzialità che il bambino rivela in rapporto con l'uno e con l'altro ambiente, compresa la sua apertura al senso religioso e a ciò che tale apertura comporta.

54. Le scuole dell'istruzione obbligatoria

La dimensione che meglio potrà qualificare il progetto educativo della Scuola Cattolica, a livello elementare e medio, è l'educazione ai valori compiuta a partire dalla ricchezza e varietà di esperienze e di interessi che il ragazzo vive.

Un altro elemento caratterizzante è dato poi dalla stretta connessione, che diventa reciproco riferimento, esistente a questo livello tra Scuola Cattolica e scuola statale.

L'una e l'altra, infatti, devono offrire, nell'attenzione al primato della finalità educativa di tutte le dimensioni della persona umana, la base comune di conoscenze e di abilità, da cui deriva la pari dignità e il solidale impegno di tutti i cittadini in una società democratica.

Diventa allora necessario prestare la continua attenzione critica ai profondi mutamenti di concezioni e di programmi che avvengono nell'ambito della scuola.

Tali mutamenti interpellano anche la Scuola Cattolica e chiedono una partecipazione costruttiva e una fiduciosa capacità di coinvolgersi nei processi innovativi.

Perciò, senza opporre resistenze che non siano motivate dalla fedeltà all'uomo e al Vangelo, la Scuola Cattolica è impegnata a esercitare qui la propria originalità e creatività, dal punto di vista pedagogico e didattico.

Sarà anzitutto necessario utilizzare le ampie possibilità di scelta che si profilano all'interno degli stessi programmi, per rispondere a specifiche richieste educative e alle finalità del proprio progetto globale, chiarendo queste opzioni nella programmazione scolastica.

55. La scuola secondaria superiore

Per quanto riguarda la secondaria superiore, la Scuola Cattolica è chiamata a prestare la dovuta attenzione e collabokazione alla complessa ricerca culturale e politica che è alla base dell'assetto della identità di questa specifica istituzione.

La Scuola Cattolica non può certo prescindere dalle riforme in atto; ad esse anzi collabora lealmente e positivamente confrontandosi con la realtà, sempre preoccupata soprattutto del servizio che le strutture devono assicurare alle persone.

La necessaria ricerca di un corretto inserimento nel quadro normativo dello Stato, non dovrà mortificare l'originalità e la libertà della Scuola Cattolica, per cui va superato il rischio di un'adesione passiva a progetti che rispondono ad altre logiche, per quanto rispettabili.

Tali spazi di originalità e libertà sono del resto garantiti dalla normativa sulla sperimentazione scolastica,25 di cui anche la Scuola Cattolica potrà e dovrà avvalersi.

In particolare il suo progetto educativo dovrà caratterizzarsi per il primato riconosciuto alla persona umana nella sua totalità, e per il significato che da esso deriva nei confronti dell'orientamento scolastico, del rapporto da stabilire tra formazione personale e apertura progressiva alla professionalità, e quindi del rapporto tra scuola e mondo del lavoro e università.

56. I Centri di formazione professionale

La Chiesa in Italia ha manifestato da lungo tempo una particolare attenzione alle istituzioni che preparano i giovani al lavoro, riconoscendo ad esse una funzione educativa e culturale che domanda molto impegno.

La situazione attuale poi fa prevedere un largo sviluppo per queste istituzioni, a causa della crescente domanda di competenza tecnica avanzata dal sistema produttivo.

Va però sottolineato che questa richiesta di competenza impegna a non inserire nella formazione professionale procedimenti unicamente preoccupati di promuovere e di valutare le abilità tecniche, ma a sviluppare l'attenzione alla totalità della persona umana.

L'impegno della comunità ecclesiale deve quindi farsi ancora più attento, perché questi Centri di ispirazione cristiana, secondo la loro lunga e collaudata esperienza, sempre meglio possano operare nel pieno rispetto della dignità umana e secondo un progetto educativo valido e chiaramente ispirato all'annuncio evangelico sull'uomo e sul lavoro.

Alcuni aspetti dovranno soprattutto essere tenuti presenti, tanto più in queste fasi di riforma della scuola secondaria superiore:

l'equilibrio tra formazione professionale e formazione umana, in una età ancora segnata dallo sviluppo;

la necessità di una fondazione scientifica, culturale ed etica della formazione professionale;

l'attenzione alle ricorrenti esigenze di « riconversione », tipiche di questo settore;

la proposta di una « cultura del lavoro » che sappia riesprimere alla luce del Vangelo la relazione dell'uomo con la macchina e la materia, nonché la problematica sociale e sindacale.

A tal fine occorre che, anche in sede di riforrna legislativa della scuola secondaria superiore, si assicuri tutela adeguata a Centri e servizi che hanno arricchito la nostra società e di cui il Paese ha tuttora bisogno.

57. L'Università Cattolica e gli Istituti di Studi Superiori

L'Università Cattolica del Sacro Cuore rappresenta « un contributo inestimabile alla vita della Chiesa e della società »,26 espresso mediante le funzioni di ricerca scientifica, di elaborazione didattica e di educazione permanente.

Dal suo ininterrotto e crescente impegno di rigore scientifico e di partecipazione alla vicenda umana, è quindi legittimo attendersi un ricco apporto di prospettive culturali, elaborate alla luce di una razionalità illuminata dalla fede e fermentatrici di nuovi progetti per l'uomo e per la società.

Tutta la comunità cristiana dovrà accompagnare questo sforzo con il sostegno morale e materiale, nelle forme già sperimentate e nelle forme nuove che i tempi potranno suggerire.

In particolare, i cattolici impegnati nella vita culturale e sociopolitica sono invitati a mantenere vivo il dialogo e la partecipazione nei confronti della ricerca operata dall'Università Cattolica, per realizzare una reciproca osmosi di esperienze e di prospettive.

Questa attenzione rivolta all'Università Cattolica potrà avere anche un riscontro più ampio, diventando uno stimolo a farsi carico del problema globale riguardante il rapporto tra Chiesa e mondo universitario.

Appare infatti urgente che le diocesi prendano in considerazione la necessità di una pastorale finalizzata all'animazione cristiana dell'ambiente universitario e alla formazione cristiana di quanti vivono in esso.

La questione diventa particolarmente esigente per gli studenti: il distacco dalla comunità ecclesiale di una parte rilevante di questa fascia di età, la difficoltà di elaborare un cammino di fede significativo per questo momento di vita, la necessità di mantenere aperto il dialogo tra fede e cultura, la nuova fisionomia assunta dall'istituzione universitaria, sono tutti motivi che invitano a ricercare valide e concrete soluzioni a questi problemi.

Vanno inoltre ricordate le Facoltà Ecclesiastiche e gli Istituti di Studi Superiori che, in Roma o nelle diverse regioni, uniscono alla loro attività accademica la ricca e articolata serie di corsi e di scuole teologiche per il laicato, quale servizio più diretto alla comunità cristiana locale.

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25 Cfr. D.P.R. n. 419/1974;
cfr. anche CJC, cann. 793 § 1 e 796 § 2
26 Cfr. Giovanni Paolo II, Allocuzione ai Vescovi della Lombardia