Comunione e Comunità Missionaria |
4. - « Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesu Cristo; per suo mezzo noi abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio …
La speranza poi non delude perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato » ( Rm 5,1-5 ).
L'apostolo Paolo indica così il dinamismo teologale ( fede, carità e speranza ) e la sorgente trinitaria della missione della Chiesa.
Troviamo esplicita conferma in questa affermazione del Concilio: « La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria; essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre ».5
Dall' « amore eterno » di Dio-Padre scaturiscono il dono e l'impegno della comunione e della missione.
Al mistero di comunione è finalizzata la missione del Figlio e dello Spirito.
È assai illuminante, a proposito, la testimonianza di Gesu: « Dio infatti ha tanto amato il mondo che ha dato il Figlio suo Unigenito affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna.
Dio infatti non mandò il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui ( Gv 3,16s ).
Ed è ancora Cristo a dire: « Quando verrà il Paraclito, che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza, e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete con me fin dall'inizio » ( Gv 15,26s ).
Conseguentemente: « La missione primaria della Chiesa sotto l'impulso dello Spirito Santo, è di predicare e di testimoniare la buona e lieta novella dell'elezione, della misericordia e della carità di Dio che si manifestano nella storia della salvezza e che, mediante Gesù Cristo, raggiungono il culmine nella pienezza dei tempi, e che comunicano e offrono la salvezza agli uomini in virtù dello Spirito Santo ».6
Ogni missione che si esprime nella Chiesa va ricondotta all'iniziativa missionaria del Padre, che ha mandato il Figlio suo nel mondo e al gesto missionario di Cristo che, venuto al mondo per salvarci, ha effuso il dono dello Spirito Santo.
La Trinità è origine, modello e mèta della missione.
Gesu, rivelatore del Padre, nella sua persona e con la vita è il missionario del Padre e il Salvatore dell'intera umanità: « Bisogna che io annunzi il Regno di Dio …; per questo sono stato mandato » ( Lc 4,43 ).
Una missione fatta di parole e di gesti, di testimonianza piena, fino al martirio.
Gesù è la Verità: in lui, il Padre dona continuamente agli uomini, ad ogni uomo, la verità tutta intera.
Con i gesti di misericordia e di speranza, Gesù annunzia il Regno di Dio e, come buon Samaritano, si china sull'umanità ferita dal peccato e da ogni sorta di male.
Con la morte e la risurrezione, sigillo supremo della sua missione, Gesù assicura agli uomini la remissione dei peccati, la liberazione integrale, la pienezza della vita.
Il Signore risorto ha effuso il suo Spirito sulla Chiesa e l'ha resa in tal modo partecipe della sua stessa missione: « Come il Padre ha mandato me anch'io mando voi … Ricevete lo Spirito santo » ( Gv 20,1s ).
Per questo la Chiesa è essenzialmente missionaria7 e, come tale, a partire dalla Pentecoste inizia il suo cammino nella storia.
La Chiesa è, ad un tempo, raccolta dal mondo ed inviata al mondo per radunare, nel segno della riconciliazione, i figli di Dio che sono dispersi ( cfr. Gv 11,52 ).
Nella storia della salvezza è sempre lo Spirito di Dio che manda, sostiene e conforta i missionari: i profeti dell'Antico Testamento e gli Apostoli del Nuovo si muovono sotto la forza dello Spirito Santo, che è il vero protagonista della missione ( cfr. Is 61,1; At 1,8; At 16,6ss ).
Tale missione si realizza nell'una, santa, cattolica e apostolica Chiesa di Cristo sparsa in tutto il mondo.
Luogo privilegiato di chiamata e di sostegno alla missione è la Chiesa particolare, la quale ha respiro e apertura universale in quanto è realizzazione della Chiesa cattolica tra la gente in cui vive: ed è questo un aspetto originario costitutivo del suo essere Chiesa.
Modello e aiuto per ciascuna Chiesa particolare, votata alla missione, è Maria, la madre di Gesù.
Tramite Maria, lo Spirito Santo ha donato la salvezza all'intera umanità.
Da Lei la Chiesa impara a farsi serva della missione.
Maria infatti, profondamente inserita nel mistero di Cristo, ha anticipato in sé la missione della Chiesa.
Lei, la prima evangelizzata cfr. Lc 1,26-38 ) e la prima evangelizzatrice ( cfr. Lc 1,39-56 ), ha accolto con fede la buona notizia di salvezza e con sollecitudine l'ha trasformata in annuncio, in canto, in profezia.
Questo « ingresso » di Dio nella storia del mondo è « per noi uomini e per la nostra salvezza », diciamo nella professione di fede.
Gli uomini e il mondo sono creature di Dio e rimangono sempre destinatari del suo irrinunciabile amore.
A motivo del peccato, sono sottoposti al giudizio: ma Dio è sempre ricco di misericordia, ed essi non cessano di essere oggetto dell'invincibile attesa di Dio che non si lascia mai superare dal peccato e con infinita tenerezza ama il peccatore.
È questa attesa che anima e sospinge la Chiesa e tutti quelli che ne condividono la missione.
Essi, pur consapevoli del « mistero dell'iniquità » ( cfr. 2 Ts 2,7 ) con sorpresa e con gioia scoprono nel mondo « i semi del Verbo »8 e in ogni uomo una creatura amata da Dio e chiamata alla salvezza.
Il Concilio ha espresso una tale relazione di amore, in modo incisivo: « Il mondo che ( il Concilio ) ha presente è quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive;
il mondo che è teatro della storia del genere umano e reca i segni degli sforzi suoi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie,
il mondo che i cristiani credono creato e conservato nell'esistenza dall'amore del Creatore,
mondo certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del Maligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento ».9
9. - La Chiesa, come il suo Signore, ama questo mondo complesso e drammatico, ama il nostro Paese, travagliato come è da innumerevoli difficoltà ma ancora sorprendentemente vitale per tante e generose energie.
In realtà la nostra gente, nelle sue radici più intime, conserva sensibilità e aspirazioni di natura religiosa e maturate da esperienza di fede.
Questo tessuto però è stato sottoposto a logoramento e a strappi dolorosi che hanno disorientato molte coscienze.
I ragazzi diventano spesso destinatari di messaggi che ne manipolano la personalità.
Troppi giovani subiscono il dramma di un presente inquietante e senza prospettive verso il futuro.
I genitori appaiono privati di possibilità e di mezzi per realizzare in famiglia costruttivamente una esperienza educativa.
A tutto ciò si aggiungono i problemi del lavoro, della casa, delle emarginazioni sociali ( handicappati, anziani … ), delle emigrazioni ed immigrazioni, quelli dell'economia, della giustizia, della pace.
10. - La lettura della situazione non può, d'altra parte, disattendere il contesto di crisi più vaste, europea e mondiale:
il senso della vita smarrito,
la paura del futuro,
l'indifferentismo religioso,
l'abbandono del rigore morale,
una convivenza civile logorata e i tanti problemi sociali continuamente rinviati.
Ma il quadro completo della situazione registra anche fermenti di bene e fattori di speranza: presenze fragili, non clamorose o solo germinali, che però costituiscono una premessa evangelica per un rinnovato annuncio e per un deciso slancio missionario.
Le giovani generazioni camminano verso un mondo diverso, costruito nella fraternità e nella pace.
La coscienza dei popoli si fa sempre più avvertita contro le oppressioni, le discriminazioni, le guerre e rivendica un ambiente amico dell'uomo.
Dagli ultimi e dai cuori semplici emergono interpellanze e attese di speranza.
A questi uomini e a queste donne la Chiesa sa di essere inviata per annunciare con fiducia il Nome che salva ( At 14,10-12 ) e, insieme, per condividere il peso delle situazioni e le fatiche del cammino.
La ragione e lo stile della missione sono quelli stessi di Gesù, come ci ricorda il Papa: « Per lenire le molteplici ferite dell'uomo moderno e per curare le infermità di cui soffre, non c'è altro modo che quello di farci guidare dall'amore.
Quell'amore che Cristo qualificò come il 'comandamento mio' ».10
11. - Queste brevi note, che richiamano in sintesi la teologia della missione, stanno a fondamento della spiritualità missionaria.11
Esse illuminano altresì l'azione missionaria che si caratterizza soprattutto come cammino del popolo di Dio nella storia, legato al mandato battesimale e alle varie espressioni ministeriali; cammino che si radica nella vita stessa di Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, e porta il dono dell'Evangelo a tutto l'uomo, ad ogni uomo, preparando così l'avvento del Regno quando Dio sarà tutto in tutti.
L'azione missionaria si rivolge:
- a quelli che non credono, per offrire il lieto annunzio della salvezza e suscitare in essi un clima di aperura e di accoglienza nei confronti del mistero di Cristo, attualizzato dalla sua Chiesa;
- a quelli che credono in Dio, ma non sono cristiani, per aiutarli a rendersi disponibili alla pienezza della grazia, offerta all'uomo in Gesu Cristo;
- a quelli che credono in Cristo, per ravvivare e purificare in essi la vita di fede, di carità e di speranza;
- a quelli che credono ma vivono ai margini della comunità o se ne soiio allontanati, per ricreare una piena comunione ecclesiale.
Indice |
5 | Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, n. 2 |
6 | Sinodo A vent'anni dal Relazione finale, II.A.2, 9.12.1985 |
7 | Cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentittm, n. 17 |
8 | Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, n. 11 |
9 | Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 2 |
10 | Giovanni Paolo II, Omelia alla XXVII Ass. Gen. della C.E.I., n. 8, 20.5.1986 |
11 | Cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, n. 24 |