Comunicazione e missione |
La storia della salvezza narra la comunicazione di Dio all'uomo.
Dio crea e la sua attività creatrice si esprime come parola, comunicazione che plasma e dà vita.
Sin dall'inizio Dio pone nell'universo e nell'uomo un desiderio, un'aspirazione, un dinamismo ascendente, che risponde al movimento discendente della sua apertura amorosa e misericordiosa.
Ponendo il mondo e l'uomo come "altro da sé", Dio istituisce la possibilità di un autentico dialogo tra il creatore e la creatura che ha il suo culmine nell'incarnazione: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» ( Gv 1,14 ).
Dio realizza qui un salto di qualità comunicativa: nel suo Figlio, Gesù di Nazareth, non dialoga tramite il suo invisibile annunciarsi nella tenda del convegno o nel tempio dell'antica alleanza, ma con la presenza personale del suo Verbo eterno, il Figlio amato, che bisogna ascoltare e seguire ( Mc 9,6-7 ).
La comunicazione realizzata nel Verbo incarnato è immediata, unica e singolare, perfetta e assoluta.
Cristo si rivela come auto-comunicazione dell'amore di Dio per gli uomini, ricapitolando tutto in sé per il Padre, rompendo le catene dell'incomunicabilità umana e orientandola verso un futuro di piena comunione.
L'uomo Gesù è la comunicazione per eccellenza di Dio ad ogni uomo, come Figlio del Padre egli è l'icona umana di Dio ( Col 1,15 ), la sua Parola.
Se Gesù parla agli uomini, è il Padre stesso a parlare.
Poiché Gesù è il Figlio - e non uno dei tanti mediatori possibili tra il divino e l'umano - egli riceve tutto dal Padre e vive per il Padre di cui liberamente fa la volontà compiendo la sua opera: «Il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre» ( Gv 5,19 ).
Affidato radicalmente al Padre, caratterizza la sua missione tra gli uomini come un invito a ritrovare il Padre, a riscoprirlo nella verità beatificante del suo volto, a bramarlo dal profondo del cuore.
In forza della relazione filiale Gesù rivela in modo esclusivo il Padre e comunica con verità indubitabile la novità del suo volto misericordioso, attraverso l'annuncio del Regno, presente in mezzo a noi nella sua stessa persona.
L'amore del Padre per l'uomo diventa visibile e sperimentabile nell'amore mostrato da Gesù per tutti e comunicato a tutti.
La persona stessa di Gesù è l'immagine viva dell'amore del Padre e del suo voler desiderare la relazione con l'uomo.
Di questo parlano gesti, emozioni, comportamenti di Gesù: l'amore misericordioso e premuroso verso i derelitti, i poveri, gli emarginati, i sofferenti non è una mera rappresentazione dell'amore di Dio, ma lo attua.
Rivelandoci la perfezione dell'amore, Gesù si pone anche come il perfetto comunicatore, dalla cui esemplarità nessuno può prescindere ( Mt 5,43-48 ).
Con i suoi gesti e le sue parole, soprattutto nell'evento della Pasqua, Cristo rivela in maniera definitiva ed inequivocabile il volto del Dio uno e trino, nel quale l'unità non significa solitudine e la molteplicità non si risolve in dispersione.27
Lo Spirito, vincolo e legame d'amore tra il Padre e il Figlio, rende la comunione trinitaria possibile, costituendola come luogo della comunicazione e della donazione reciproca fra le tre persone divine.
Questo profondo e intimo rapporto viene descritto nel Nuovo Testamento come una relazione di conoscenza profonda, nel senso di esperienza di comunione e comunicazione, che tuttavia non resta rinchiusa nell'impenetrabilità di un cielo distante, ma viene rivelata nel Figlio, e dal Figlio incarnato ai piccoli
(
Mt 11,25-27 ).
Siamo qui alla radice dell'origine e del senso della comunicazione: «La fede cristiana ci ricorda che l'unione fraterna fra gli uomini ( fine primario di ogni comunicazione ) trova la sua fonte e quasi un modello nell'altissimo mistero dell'eterna comunione trinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, uniti in un'unica vita divina».28
Indice |
27 | C. E. I. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 26 |
28 | Pontificia commissione per le comunicazioni sociali, Communio et progressio 8 |