Comunicazione e missione |
Cultura e comunicazione, tra loro interdipendenti, spalancano nuovi orizzonti all'azione pastorale, chiamando in causa nuovi soggetti.
Basta pensare a quale influenza i media esercitano sui modelli di pensiero e di comportamento, per comprendere la necessità di specifici operatori qualificati.
Quanto mai urgente appare quindi individuare nuove figure di animatori nell'ambito della cultura e della comunicazione, che affianchino quelle ormai ampiamente riconosciute del catechista, dell'animatore della liturgia e della carità.
« In questo campo servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli ».130
La loro azione da un lato dovrà svilupparsi verso chi è già attivamente impegnato nella pastorale, per aiutarlo a meglio inquadrare il suo operato nel nuovo contesto socio-culturale dominato dai media; dall'altro dovrà aprire nuovi percorsi pastorali, nell'ambito della comunicazione e della cultura, attraverso i quali raggiungere persone e ambiti spesso periferici, se non estranei, alla vita della Chiesa e alla sua missione.
L'impegno assunto dalla Chiesa italiana con il progetto culturale orientato in senso cristiano rende ancora più urgente e attuale questo nuovo profilo di animatore.
Il progetto culturale non si identifica con la pastorale della cultura.
Il suo obiettivo è dare spessore culturale a tutta l'azione pastorale.
Non è un settore tra gli altri nella vita della comunità, ma un modo nuovo di pensare e realizzare l'azione pastorale.
Per questo motivo il progetto culturale non ha tanto bisogno di specialisti della cultura, ma di animatori che nella pastorale ordinaria, intesa in senso ampio, sappiano conferire spessore culturale alle iniziative della comunità ecclesiale.
Perché ciò accada non basta che tutti gli operatori pastorali ripensino e aggiornino la propria attività.
È necessaria la presenza di una nuova figura d'animatore che si prenda a cuore quei settori oggi trascurati e poco valorizzati, affinché l'intera comunità, in ogni sua articolazione, sia più capace di comunicare, ossia, per usare un'espressione coniata al Convegno ecclesiale di Palermo, sia veramente "estroversa".
Perché la Chiesa possa procedere su questa linea è indispensabile « formare comunicatori e utenti, sacerdoti, educatori, e operatori pastorali ».131
Indice |
130 | Giovanni Paolo II, Discorso agli animatori della comunicazione e della cultura in occasione del Convegno "Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione" 2 |
131 | Presidenza della C. E. I. Progetto culturale orientato in senso cristiano. Una prima proposta di lavoro 5 |