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Un gregge con il suo pastore era uno spettacolo quotidiano al tempo di Gesù.
Con premura il pastore guidava le sue pecore al pascolo; erano la sua vita e nei momenti di pericolo le difendeva con indomito coraggio.
Gesù si è servito di questa immagine per farci capire quanto gli stiamo a cuore.
"Io sono il buon pastore.
Il buon pastore offre la vita per le pecore.
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la vita, per poi riprenderla di nuovo".
Vangelo di Gv 10,11-17
Come Gesù, buon pastore, si prende cura degli uomini, pecore sperdute senza pastore?
Io sono il buon pastore, dice Gesù, conosco ed amo le mie pecore, ad una ad una.
Non abbandono le mie pecore e le difendo dal male.
Io sono il buon pastore, cerco le pecore smarrite che ancora non appartengono al mio gregge, e offro la mia vita per le pecore.
Proprio per questo il Padre mi ama.
Questa è la volontà del Padre mio, che nessuno si perda di quelli che lui mi ha dato.
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