Vi ho chiamato amici |
L'età dei ragazzi è una stagione come la primavera, carica di primizie e di promesse.
Ci sono aspirazioni potenti e forze misteriose che premono.
Il domani sembra più affascinante del presente.
Desideri contraddittori e confusi si rincorrono: gustare intensamente la vita, essere se stessi e pensare e decidere in maniera più personale, voler bene e cercare amore.
Il desiderio di autonomia e la paura di non essere capiti può anche indurre a esperienze negative.
La sincerità e il coraggio sono la strada per non cadere in prigionie che impediscono scelte libere.
Mentre la cronaca registra atti di violenza e di intimidazione, noi crediamo alla forza del bene, impariamo a guardare intorno a noi persone e cose, con occhio più attento.
I segni della pace e della vita sono meno vistosi dei segni della morte.
Chi lavora con onestà e cerca il bene, non fa cronaca.
In famiglia, può esserci sempre un gesto e una parola che aiutano a superare anche le situazioni più difficili.
Chi può donare la capacità di amare oggi e domani, al di là di ogni insuccesso?
A questa domanda il cristiano dà una risposta semplice e di fede: Gesù è venuto per raccogliere ogni desiderio di vita.
Come il chicco di frumento, posto in terra d'autunno, marcisce e rinasce in primavera, per essere spiga ricca di grano e di promesse, così la vita di quanti credono nel Signore crocifisso rinasce con lui risorto e ogni giorno si rinnova.
Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. ( Gv 10,10 )
È Pasqua: quale volto presenta il tuo paese, il tuo quartiere, la tua casa?
In molti luoghi, tradizioni popolari e feste sottolineano la gioia per il rinascere della vita.
A volte il folklore esprime la meraviglia dell'uomo dinanzi al nuovo ritmo della natura in primavera.
A Firenze, fin dal medioevo, rivivono le tradizioni del Calendimaggio.
Nell'Appennino tosco-emiliano, i canti del "Maggio" evocano l'amore e la forza della fede.
In Sicilia, la sagra del mandorlo celebra le nuove attese e speranze.
La chiesa, nella sua lunga tradizione, ha ripreso i riti popolari più significativi per celebrare la novità della Pasqua cristiana.
L'acqua benedetta esprime il desiderio di rinascita nello Spirito.
Un tempo, al suono festoso delle campane nella Veglia pasquale, i fedeli si lavavano gli occhi, come per accogliere tutta la luce del Signore risorto.
La benedizione del fuoco dice la profonda ricerca del calore dell'amicizia e dell'accoglienza nella comunità cristiana.
Le uova benedette richiamano alla vita che esplode da un fragile involucro, come dal sepolcro usci glorioso e vivente il Signore.
In molte città si svolgono sacre rappresentazioni della Passione di Gesù e dell'incontro del Risorto con la Madre e i discepoli.
Riti e feste non sono fine a se stessi; rimandano invece con forza e concretezza ad esperienze di risurrezione nella vita di ogni uomo.
Chi non ha provato il passaggio dal dubbio alla certezza, dalla solitudine all'amicizia, dalla sofferenza alla gioia?
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