Vi ho chiamato amici |
Oggi i cristiani sono divisi: cattolici, ortodossi, valdesi, protestanti, anglicani e altri ancora, appartengono a diverse confessioni, pur rifacendosi tutti al Vangelo.
Prima di morire, Gesù aveva pregato per l'unità dei suoi discepoli: "Perché tutti siano una cosa sola.
Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" ( Gv 17,21 ).
Perché la divisione è entrata nella Chiesa?
La risposta è difficile: bisogna ripercorrere il cammino della Chiesa per rendersi conto delle ragioni storiche che hanno provocato le diverse lacerazioni nel popolo cristiano.
Le situazioni sociali e politiche spiegano, almeno in parte, alcune divisioni presenti tra le Chiese cristiane: alle diverse interpretazioni del messaggio evangelico si mescolavano rivendicazioni personali, spirito nazionalistico, critica intorno alla gestione dell'autorità.
Ma il motivo più profondo della divisione va individuato nel peccato, sempre presente negli uomini.
Spesso i contrasti e le divisioni nella Chiesa si verificano in tempi di rilassamento della fede e della vita morale, quando gli interessi umani soffocano i doni di Dio.
In questo secolo, per impulso dello Spirito Santo ha preso avvio il movimento ecumenico: un grande impegno di preghiera, di idee, di incontri e di iniziative, volto a promuovere l'unità fra tutti i cristiani.
Questo compito di lavorare per l'unità di tutti i credenti in Cristo è di ogni cristiano.
Come possiamo contribuire anche noi al movimento ecumenico?
Anzitutto occorre un sincero rispetto nelle parole e nei fatti verso i cristiani che appartengono ad altre Chiese o comunità.
E necessario cercare di conoscere meglio la propria fede e la fede degli altri cristiani, affinché il dialogo reciproco sia sempre fondato sulla mutua stima.
Non esiste, inoltre, vero ecumenismo se non è accompagnato da una interiore conversione.
Il desiderio dell'unità infatti nasce e matura dal rinnovamento del proprio cuore e della vita, frutto di costante preghiera e di scambievole carità.
In atteggiamento ecumenico, infine, noi siamo chiamati a collaborare e vivere in dialogo con tutti: con gli ebrei, che Dio ha scelto per primi fra gli uomini ad accogliere la sua parola; con i credenti di altre religioni e con i non credenti.
Questo atteggiamento di dialogo esige sempre coerenza con il Vangelo, che c'impegna a coltivare ciò che unisce prima di quello che divide.
L'unico Dio Padre, l'unico Signore Gesù e l'unico Spirito sono presenti nella Chiesa perché la verità del Vangelo non venga mai svilita o deformata.
Il disegno misterioso di Dio si realizzerà nonostante la nostra miseria, nel pieno rispetto della nostra libertà e della nostra responsabilità.
Gli intenti ecumenici di riconciliare tutti i cristiani nell'unità voluta da Cristo superano le forze e le doti umane; per questo riponiamo la nostra speranza nella preghiera di Gesù, nell'amore del Padre e nella forza dello Spirito.
La missione degli apostoli Agli apostoli Gesù stesso ha affidato il compito di continuare la sua missione tra i fratelli nella carità.
Mc 3,13-19: Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare.
Mt 16,13-20: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.
Mt 18,15-18: Tutto quello che legherete sopra la terrà sarà legato anche in cielo.
Lc 22,24-30: Chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo.
Lc 22,31-32: Simone, io ho pregato per te; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli.
Gv 20,19-23: Come il Padre ha mandato me, anch'io ho mandato voi.
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