Catechismo maggiore |
L'Ordine Sacro è il sacramento che dà la potestà di esercitare i sacri ministeri che riguardano il culto di Dio e la salute delle anime, e che imprime nell'anima di chi lo riceve il carattere di ministro di Dio.
Si chiama Ordine perché consiste in vari gradi, l'uno subordinato all'altro, dai quali risulta la sacra Gerarchia.
Supremo tra essi è l'Episcopato, che contiene la pienezza del sacerdozio; quindi il Presbiterato o Sacerdozio semplice, poi il Diaconato, e gli Ordini che diconsi minori.
Gesù Cristo ha istituito immediatamente i due gradi superiori dell'Ordine Sacro, che sono l'Episcopato e il Sacerdozio semplice; per mezzo degli Apostoli poi istituì il Diaconato, dal quale derivano gli altri Ordini inferiori.
Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale nell'ultima Cena, quando conferì agli Apostoli e ai loro successori la potestà di consacrare la SS.ma Eucaristia.
Il giorno poi della sua resurrezione conferì ai medesimi il potere di rimettere e di ritenere i peccati, costituendoli cosi i primi sacerdoti della nuova legge in tutta la pienezza della loro potestà.
Il ministro di questo sacramento è il solo Vescovo.
La dignità del Sacerdozio cristiano è grandissima per la doppia potestà che ad esso ha conferito Gesù Cristo sul suo Corpo reale e sul suo Corpo mistico, che è la Chiesa; e per la divina missione affidata ai sacerdoti di condurre tutti gli uomini alla vita eterna.
Il Sacerdozio cattolico è necessario nella Chiesa; perché senza di esso i fedeli sarebbero privi del santo sacrificio della Messa e della maggior parte dei sacramenti, non avrebbero chi li ammaestrasse nella fede, e resterebbero come pecore senza pastore in balia dei lupi, a dir breve non esisterebbe più la Chiesa come Gesù Cristo l'ha istituita.
Il Sacerdozio cattolico, nonostante la guerra che gli muove contro l'inferno, durerà fino alla fine dei secoli; avendo Gesù Cristo promesso che le potestà dell'inferno non prevarranno giammai contro la sua Chiesa.
È peccato gravissimo, perché il disprezzo e le ingiurie che si rivolgono contro i sacerdoti, ricadono sopra Gesù Cristo stesso, il quale ha detto ai suoi Apostoli: chi disprezza voi, disprezza me.
Il fine di chi abbraccia lo stato ecclesiastico deve essere unicamente la gloria di Dio e la salute delle anime.
Per entrare nello stato ecclesiastico è necessaria, prima di tutto, la vocazione divina.
Per conoscere se Dio chiama allo stato ecclesiastico si deve:
1 - pregare con fervore il Signore che manifesti qual è la sua volontà;
2 - prendere consiglio dal proprio Vescovo o da un savio e prudente direttore;
3 - esaminare con diligenza se si abbia l'abilità necessaria agli studi, ai ministeri, ed agli obblighi di questo stato.
Chi entrasse nello stato ecclesiastico senza vocazione divina farebbe un grave male e si metterebbe in pericolo di perdizione.
I genitori che per motivi temporali, inducono i figliuoli ad abbracciare senza vocazione lo stato ecclesiastico, commettono essi pure gravissima colpa, perché con ciò usurpano il diritto che Dio ha riservato a sé solo di scegliere i suoi ministri, e mettono i figliuoli in pericolo di eterna dannazione.
I fedeli devono:
1 - lasciare ai loro figliuoli e dipendenti piena libertà di seguire la vocazione di Dio;
2 - pregar Iddio che si degni di concedere alla sua Chiesa buoni pastori e zelanti ministri, essendo anche a tal fine istituiti i digiuni delle quattro tempora;
3 - avere un singolare rispetto verso tutti quelli che sono, per mezzo degli Ordini, consacrati al servizio di Dio.
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