Catechismo maggiore |
Il Matrimonio e un sacramento, istituito da nostro Signore Gesù Cristo, che stabilisce una santa ed indissolubile unione tra l'uomo e la donna, e dà loro la grazia di amarsi l'un l'altro santamente e di allevare cristianamente i figliuoli.
Il Matrimonio fu istituito da Dio stesso nel paradiso terrestre, e nel nuovo Testamento fu elevato da Gesù Cristo alla dignità di sacramento.
Il sacramento del Matrimonio significa l'indissolubile unione di Gesù Cristo con la santa Chiesa sua sposa e nostra amantissima madre.
Si dice che il vincolo del matrimonio è indissolubile ossia che non si può sciogliere se non per la morte di uno dei coniugi, perché così ha stabilito Dio fin da principio, e così ha solennemente proclamato Gesù Cristo Signor nostro.
No, nel matrimonio fra i cristiani non si può dividere il contratto dal sacramento, perché per essi il matrimonio non è altro che lo stesso contratto naturale elevato da Gesù Cristo alla dignità di sacramento.
Fra i cristiani non vi può essere vero matrimonio che non sia sacramento.
Il sacramento del Matrimonio:
1 - dà l'aumento della grazia santificante;
2 - conferisce la grazia speciale per adempiere fedelmente tutti doveri matrimoniali.
I ministri di questo sacramento sono gli stessi sposi, che vicendevolmente conferiscono e ricevono il sacramento.
Questo sacramento, conservando la natura di contratto, si amministra dagli stessi contraenti col dichiarare alla presenza del loro parroco, o di un suo delegato, e di due testimoni di unirsi in matrimonio.
La benedizione che il parroco dà agli sposi non è necessaria per costituire il sacramento, ma si dà per sanzionare a nome della Chiesa la loro unione, e per chiamare sempre più sopra di essi le benedizioni di Dio.
Chi contrae matrimonio deve avere l'intenzione:
1 - di fare la volontà di Dio, che lo chiama a tale stato;
2 - di operare in esso la salute dell'anima propria:
3 - di allevare cristianamente i figliuoli, se Dio concede di averne.
Gli sposi, per ricevere con frutto il sacramento del Matrimonio devono:
1 - raccomandarsi di cuore a Dio per conoscere la sua volontà, e per ottenere da lui quelle grazie, che sono necessarie in tale stato;
2 - consultarsi coi propri genitori prima di farne la promessa, come lo esige l'ubbidienza e il rispetto dovuto ai medesimi;
3 - prepararsi con una buona confessione, anche generale, se fa bisogno, di tutta la vita;
4 - schivare ogni pericolosa familiarità di tratto e di parola nel conversare insieme.
Le persone congiunte in matrimonio devono:
1 - custodire inviolata la fedeltà coniugale e diportarsi sempre cristianamente in tutto;
2 - amarsi scambievolmente sopportandosi a vicenda con pazienza, e vivere in pace e concordia;
3 - se hanno dei figliuoli, pensare seriamente a provvederli secondo il bisogno;
4 - dar loro una cristiana educazione;
5 - e lasciare ad essi la libertà di scegliere quello stato a cui da Dio sono chiamati.
Per contrarre validamente il matrimonio cristiano è necessario esser libero da ogni impedimento matrimoniale dirimente, e prestare liberamente il proprio consenso al contratto del matrimonio dinanzi al proprio parroco o ad un sacerdote da lui delegato, e a due testimoni.
Per contrarre lecitamente il matrimonio cristiano è necessario esser libero dagli impedimenti matrimoniali impedienti, essere istruito nelle cose principali della religione, ed essere in istato di grazia, altrimenti si commetterebbe un sacrilegio.
Gli impedimenti matrimoniali sono tali circostanze che rendono il matrimonio o invalido, o illecito.
Nel primo caso si dicono impedimenti dirimenti, nel secondo impedimenti impedienti.
Impedimenti dirimenti sono, per esempio, la consanguineità fino al quarto grado, la parentela spirituale, il voto solenne di castità, la diversità di culto tra battezzati e non battezzati, ecc.
Impedimenti impedienti sono, per esempio, il tempo proibito, il voto semplice di castità, ecc.
I fedeli sono obbligati a manifestare all'autorità ecclesiastica gl'impedimenti matrimoniali che conoscono; ed è perciò che dai parroci si fanno le pubblicazioni.
Solamente la Chiesa ha la podestà di stabilire impedimenti e di giudicare della validità del matrimonio fra i cristiani, come la Chiesa sola può dispensare da quelli impedimenti che essa ha stabiliti.
Solamente la Chiesa ha la podestà di stabilire impedimenti, di giudicare della validità lei matrimonio, e dispensare dagli impedimenti che essa ha posti, perché nel matrimonio cristiano non potendosi dividere il contratto dal sacramento, anche il contratto cade sotto la potestà della Chiesa, alla quale sola Gesù Cristo conferì il diritto di far leggi e decisioni nelle cose sacre.
No, il vincolo del matrimonio cristiano non può essere sciolto dall'autorità civile, perché questa non può ingerirsi in materia di sacramenti, e separare ciò che Dio ha congiunto.
Il matrimonio civile non è altro che una formalità prescritta dalla legge al fine di dare e di assicurare gli effetti civili ai coniugati e alla loro prole.
Per un cristiano, non basta fare il solo contratto civile, perché questo non è sacramento, e quindi non è vero matrimonio.
Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile sarebbero in istato di continuo peccato mortale, e la loro unione resterebbe sempre illegittima innanzi a Dio e alla Chiesa.
Si deve fare anche il matrimonio civile, perché sebbene questo non sia sacramento, pur tuttavia serve per garantire ai contraenti e ai loro figliuoli gli effetti civili della società coniugale; e però di regola generale dall'autorità ecclesiastica non si permette il matrimonio religioso se non quando siano iniziati gli atti prescritti dalla legge civile.
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