Catechismo di S. Pio X |
Remissione dei peccati significa che Gesù Cristo ha dato agli Apostoli e ai loro successori la potestà di rimettere nella Chiesa ogni peccato.
Nella Chiesa i peccati si rimettono principalmente coi sacramenti del Battesimo e della Penitenza, istituiti da Gesù Cristo a questo fine.
Il peccato é un'offesa fatta a Dio disobbedendo alla sua legge.
Il peccato è di due specie: originale e attuale.
Il peccato originale è il peccato che l'umanità commise in Adamo suo capo; e che da Adamo ogni uomo contrae per naturale discendenza.
Tra i figli di Adamo fu preservata dal peccato originale solo Maria Santissima, la quale, perché eletta Madre di Dio, fu "piena di grazia" , e quindi senza peccato fin dal primo istante; perciò la Chiesa ne celebra l'Immacolata Concezione.
Il peccato originale si cancella col santo Battesimo.
Il peccato attuale è quello che si commette volontariamente da chi ha l'usa di ragione.
Il peccato attuale si commette in quattro modi, cioè in pensieri, in parole, in opere e in omissioni.
Il peccato attuale è di due specie: mortale e veniale.
Il peccato mortale è una disubbidienza alla legge di Dio in cosa grave, fatta con piena avvertenza e deliberato consenso.
Il peccato grave si chiama mortale, perché priva l'anima della grazia divina che è la sua vita, le toglie i meriti e la capacità di farsene dei nuovi, e la rende degna di pena o morte eterna nell'inferno.
Non è inutile che il peccatore faccia opere buone anzi deve farne, sia per non divenir peggiore omettendole e cadendo in nuovi peccati, sia per disporsi con esse in qualche modo, alla conversione e al riacquisto della grazia di Dio.
La grazia di Dio, perduta per il peccato mortale, si riacquista con una buona confessione sacramentale o col dolore perfetto che libera dai peccati, sebbene resti l'obbligo di confessarli.
Insieme con la grazia, per somma misericordia di Dio, si riacquistano anche i meriti perduti per il peccato mortale.
Il peccato veniale è una disubbidienza alla legge di Dio in cosa leggera, o anche in cosa di per sé grave, ma senza tutta l'avvertenza e il consenso.
Il peccato non grave si chiama veniale, cioè perdonabile, perché non toglie la grazia, e può aversene il perdono col pentimento e con buone opere, anche senza la confessione sacramentale.
Il peccato veniale è dannoso all'anima, perché la raffredda nell'amore di Dio, la dispone al peccato mortale, e la rende degna di pene temporanee in questa vita e nell'altra.
I peccati non sono tutti uguali; e come alcuni peccati veniali sono meno leggeri di altri, così alcuni peccati mortali sono più gravi e funesti.
Tra i peccati mortali sono più gravi e funesti i peccati contro lo Spirito Santo e quelli che gridano vedetta al cospetto di Dio. ( 24, 25 ).
I peccati contro lo Spirito Santo sono dei più gravi e funesti, perché con essi l'uomo si oppone ai doni spirituali della verità e della grazia, e perciò, anche potendolo, difficilmente si converte.
I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, sono dei più gravi e funesti, perché direttamente contrari al bene dell'umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio.
A tenerci lontani dal peccato giova particolarmente il pensiero che Dio è da per tutto e vede il segreto dei cuori e la considerazione dei Novissimi , ossia di quanto ci attende alla fine di questa vita e alla fine del mondo.
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