18 febbraio 1973
Oggi si apre a Melbourne, in Australia, il Congresso Eucaristico Internazionale.
Noi pure, quanti siamo cattolici, anzi quanti siamo uomini aspiranti all'unità e alla pace del mondo, dobbiamo essere spiritualmente presenti.
Si tratta d'un avvenimento che interessa tutta la terra e specialmente questa Roma, che rappresenta ancora, per la sua storia e per la sua fede, l'ideale dell'universalità umana, cioè dell'unità e della cattolicità simultanee d'un mondo libero e civile.
Due aspetti di questo Congresso possono fissare la nostra attenzione:
l'affluenza dei Congressisti ed il mistero eucaristico;
l'aspetto umano e l'aspetto religioso.
L'aspetto umano: è vero che noi moderni siamo abituati a fenomeni di confluenza pluralistica di rappresentanti di popoli, i più diversi e i più lontani fra loro;
è uno dei frutti ed insieme uno dei semi d'una civiltà progrediente, un fatto che traccia la via maestra della storia;
ed è proprio per questo che il Congresso che stiamo celebrando ci è motivo di stupore, di gioia e di speranza;
la sua traiettoria precede e idealizza quella che il mondo profano sta cercando con tanta fatica e spesso con non poche dolorose incoerenze;
la coscienza universale dell'uomo risplende di già, in una sua superiore chiarezza e pienezza, nell'incontro fraterno di pellegrini provenienti da ogni angolo della terra in quella stupenda e remota città, posta ai suoi estremi confini, e aperta oggi ad una ospitalità ecumenica.
Non manchi il nostro cordiale intervento; non manchi il nostro saluto a Melbourne e a quanti colà sono accorsi; non manchi a noi la visione profetica irradiante da quella convergenza di folle eterogenee e affratellate da una medesima fede e da un medesimo amore.
Nessuno può negare che il fenomeno, visto specialmente nella sua interiorità, sia molto bello e sempre originale; ne cerchiamo il segreto.
Esso, al tempo stesso, nascosto e palese, è nel mistero eucaristico, mistero di presenza reale unica e moltiplicata per la nostra fame di vita;
mistero di sacrificio, che rispecchia identicamente quello della croce, cioè della redenzione, operata da Cristo nel dolore e nell'amore per la salvezza del mondo.
È là che oggi noi tutti dobbiamo fissare lo sguardo, pensando e pregando.
È là che Maria oggi ci guida e ci attende.