6 agosto 2006
Cari fratelli e sorelle, nell'odierna domenica l'evangelista Marco riferisce che Gesù condusse con sé Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte e davanti a loro si trasfigurò, divenendo talmente luminoso che "nessun lavandaio al mondo avrebbe potuto rendere le sue vesti così bianche" ( cfr Mc 9,2-10 ).
Su questo mistero di luce la liturgia ci invita oggi a concentrare il nostro sguardo.
Sul volto trasfigurato di Gesù brilla un raggio della luce divina che Egli custodiva nel suo intimo.
Questa stessa luce sfolgorerà sul volto di Cristo nel giorno della Risurrezione.
In questo senso la Trasfigurazione appare come un anticipo del mistero pasquale.
La Trasfigurazione ci invita ad aprire gli occhi del cuore sul mistero della luce di Dio presente nell'intera storia della salvezza.
Già all'inizio della creazione l'Onnipotente dice: "Fiat lux - Sia la luce!" ( Gen 1,2 ) ed avviene la separazione della luce dalle tenebre.
Al pari delle altre creature, la luce è un segno che rivela qualcosa di Dio: è come il riflesso della sua gloria, che ne accompagna le manifestazioni.
Quando Dio appare, "il suo splendore è come la luce, bagliori di folgore escono dalle sue mani" ( Ab 3,3s ).
La luce, è detto nei Salmi, è il manto in cui Dio si avvolge ( cfr Sal 104,2 ).
Con il Libro della Sapienza il simbolismo della luce è utilizzato per descrivere la stessa essenza di Dio: la sapienza, effusione della gloria di Dio, è "un riflesso della luce eterna", superiore ad ogni luce creata ( cfr Sap 7,27.29s ).
Nel Nuovo Testamento è Cristo a costituire la piena manifestazione della luce di Dio.
La sua risurrezione ha debellato per sempre il potere delle tenebre del male.
Con Cristo risorto trionfano la verità e l'amore sulla menzogna e il peccato.
In Lui la luce di Dio illumina ormai definitivamente la vita degli uomini e il percorso della storia: "Io sono la luce del mondo - Egli afferma nel Vangelo -.
Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" ( Gv 8,12 ).
Quanto abbiamo bisogno, anche in questo nostro tempo, di emergere dalle tenebre del male, per sperimentare la gioia dei figli della luce!
Ci ottenga questo dono Maria, che ieri con particolare devozione abbiamo ricordato nell'annuale memoria della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Voglia, inoltre, la Vergine Santa ottenere la pace per le popolazioni del Medio Oriente sconvolte da lotte fratricide!
Ben sappiamo che la pace è prima di tutto dono di Dio, da implorare con insistenza nella preghiera, ma in questo momento vogliamo anche ricordare che essa è impegno di tutti gli uomini di buona volontà.
Che nessuno si sottragga a tale dovere!
Pertanto, di fronte all'amara constatazione che finora sono rimaste inascoltate le voci che chiedevano un immediato cessate-il-fuoco in quella martoriata regione, sento l'urgenza di rinnovare il mio pressante appello in tal senso, chiedendo a tutti di offrire il loro fattivo contributo alla costruzione di una pace giusta e duratura.
Affido questo rinnovato appello all'intercessione della Vergine Santissima.