Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
497 Il Magistero condanna « l'enormità della guerra »1032 e chiede che sia considerata con un approccio completamente nuovo:1033 infatti, « riesce quasi impossibile pensare che nell'era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia ».1034
La guerra è un « flagello »1035 e non rappresenta mai un mezzo idoneo per risolvere i problemi che sorgono tra le Nazioni: « Non lo è mai stato e mai lo sarà »,1036 perché genera conflitti nuovi e più complessi.1037
Quando scoppia, la guerra diventa una « inutile strage »,1038 una « avventura senza ritorno »,1039 che compromette il presente e mette a rischio il futuro dell'umanità: « Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra ».1040
I danni causati da un conflitto armato non sono solamente materiali, ma anche morali.1041
La guerra è, in definitiva, « il fallimento di ogni autentico umanesimo »,1042 « è sempre una sconfitta dell'umanità »:1043 « non più gli uni contro gli altri, non più, mai! … non più la guerra, non più la guerra! ».1044
498 La ricerca di soluzioni alternative alla guerra per risolvere i conflitti internazionali ha assunto oggi un carattere di drammatica urgenza, poiché « la potenza terrificante dei mezzi di distruzione, accessibili perfino alle medie e piccole potenze, e la sempre più stretta connessione, esistente tra i popoli di tutta la terra, rendono assai arduo o praticamente impossibile limitare le conseguenze di un conflitto ».1045
È quindi essenziale la ricerca delle cause che originano un conflitto bellico, anzitutto quelle collegate a situazioni strutturali di ingiustizia, di miseria, di sfruttamento, sulle quali bisogna intervenire con lo scopo di rimuoverle: « Per questo, l'altro nome della pace è lo sviluppo.
Come esiste la responsabilità collettiva di evitare la guerra, così esiste la responsabilità collettiva di promuovere lo sviluppo ».1046
499 Gli Stati non sempre dispongono degli strumenti adeguati per provvedere efficacemente alla propria difesa: da qui la necessità e l'importanza delle Organizzazioni internazionali e regionali, che devono essere in grado di collaborare per far fronte ai conflitti e favorire la pace, instaurando relazioni di fiducia reciproca capaci di rendere impensabile il ricorso alla guerra:1047 « È lecito … sperare che gli uomini, incontrandosi e negoziando, abbiano a scoprire meglio i vincoli che li legano, provenienti dalla loro comune umanità, e abbiano pure a scoprire che una fra le più profonde esigenze della loro comune umanità è che tra essi e tra i rispettivi popoli regni non il timore, ma l'amore: il quale tende ad esprimersi nella collaborazione leale, multiforme, apportatrice di molti beni ».1048
Indice |
1032 | Gaudium et Spes 77; Cat. Chiesa Cat. 2307-2317 |
1033 | Gaudium et Spes 80 |
1034 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
1035 | Leone XIII, Allocuzione al Collegio dei Cardinali, Acta Leonis XIII, 19 ( 1899 ) 270-272 |
1036 | Giovanni Paolo II, Incontro con gli Officiali del Vicariato di Roma (
17 gennaio 1991 ); cfr. In., Discorso ai Vescovi di Rito Latino della Regione Araba ( 1 ottobre 1990, 4 ) |
1037 | Paolo VI, Discorso ai Cardinali ( 24 giugno 1965 ) |
1038 | Benedetto XV, Appello ai Capi dei popoli belligeranti ( 1 agosto 1917 ) |
1039 | Giovanni Paolo II, Discorso all'Udienza Generale ( 16 gennaio 1991 ) |
1040 | Pio XII, Radiomessaggio (
24 agosto 1939 ); Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1993, 4; Giovanni XXIII, Pacem in terris |
1041 | Gaudium et Spes 79 |
1042 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 11 |
1043 | Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico ( 13 gennaio 2003 ), 4 |
1044 | Paolo VI, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ( 4 ottobre 1965 ), 5 |
1045 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 51 |
1046 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 52 |
1047 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
1048 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |