Santo Domingo |
Signori Cardinali, amati fratelli nell'episcopato, cari sacerdoti, religiosi e laici presenti.
1 Mi è gradito rivolgere un affettuoso saluto a tutti voi che, quali membri della Curia Romana, rappresentanti delle Chiese latinoamericane, o collaboratori nella loro azione evangelizzatrice, partecipate a questa Assemblea della Pontificia Commissione per l'America Latina.
Questo organismo rinnovato della Curia Romana ha voluto celebrare la sua seconda Riunione Plenaria in prossimità della celebrazione del V Centenario dell'inizio dell'evangelizzazione del Nuovo Mondo.
Infatti, il prossimo 12 ottobre entreremo nella fase finale della novena di anni che ho inaugurato a Santo Domingo, per prepararci all'importante e gioioso evento, con cui desideriamo commemorare l'arrivo della Croce di Cristo in quelle terre: fu nell'isola battezzata « Hispaniola » ( oggi Repubblica Dominicana e Haiti ) che venne celebrata la prima Messa e si recitò per la prima volta l'Ave Maria a Nostra Signora.
Al termine di questi cinquecento anni possiamo affermare, con le parole dell'Apostolo, che gli uni piantarono e gli altri irrigarono, ma è « Dio che ha fatto crescere ». ( 1 Cor 3,7 )
Il seme della prima evangelizzazione è fruttificato in un albero frondoso: oggi la Chiesa latinoamericana si presenta dinamica e florida, e benché non dimentichiamo le « tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono »,2 il futuro ci proietta verso la speranza.
Non è forse ragione di gioiosa speranza pensare che verso la fine di questo millennio i cattolici dell'America Latina, con i loro oltre mille vescovi, costituiranno quasi la metà di tutta la Chiesa?
È tutta una sfida, cari fratelli, per la nostra ineludibile missione di evangelizzatori.
2 Prima di proseguire, desidero ringraziare il Presidente della Pontificia Commissione, il Signor Cardinale Bernardin Gantin, per le amabili parole con cui ha descritto così efficacemente i punti oggetto della vostra riflessione nel corso di queste giornate.
Vi siete soffermati in modo particolare sulle prospettive e sui problemi posti dalle celebrazioni del V Centenario dell'inizio dell'evangelizzazione del Nuovo Mondo, cercando di indicare il senso che bisogna dare a questo evento ecclesiale cui ho fatto riferimento in molte occasioni, soprattutto durante le mie visite pastorali nei diversi paesi dell'America Latina e in Spagna.
A questo evento evangelizzatore ho voluto dedicare alcune riflessioni nella Lettera apostolica di un anno fa, Los caminos del Evangelio.
In essa facevo notare che « la prima semina della parola di vita » sul continente latinoamericano si è compiuta « tra luci e ombre, più luci che ombre, se pensiamo ai frutti duraturi di fede e di vita cristiana » che lì stanno maturando.3
Come sottolineavo inoltre nel citato documento, « la commemorazione del V Centenario è un'occasione propizia per uno studio storico rigoroso, un giudizio equanime e un bilancio oggettivo di quell'impresa singolare che deve essere vista nella prospettiva del suo tempo e con una chiara coscienza ecclesiale ».4
Ma non dobbiamo limitarci alla prospettiva storica, ne a celebrazioni di carattere esclusivamente culturale o sociale, nonostante siamo consapevoli di trovarci di fronte a fatti storici a cui è legata l'opera evangelizzatrice.
Ciò che la Chiesa si appresta a celebrare è V evangelizzazione: l'arrivo e la proclamazione della fede e del messaggio di Gesù, la creazione e lo sviluppo della Chiesa; realtà splendide e permanenti che non si possono negare o sottovalutare.
Ed essa si dispone a celebrare nel senso più profondo e teologico del termine: come si celebra Gesù Cristo, Signore della storia, « il primo e il più grande evangelizzatore », poiché egli stesso è il « Vangelo di Dio ».5
Come ho già avuto occasione di sottolineare nel discorso al CELAM, riunito a Port-au-Prince: « Come latinoamericani, dovrete celebrare quella data con una seria riflessione sui cammini storici del subcontinente, ma anche con gioia ed orgoglio.
Come cristiani e cattolici è giusto che essa sia ricordata con uno sguardo su questi cinquecento anni di lavoro per annunciare il Vangelo ed edificare la Chiesa in quelle terre.
Sguardo di gratitudine a Dio, per la vocazione cristiana e cattolica dell'America Latina, e a quanti furono strumenti vivi e attivi dell'evangelizzazione.
Sguardo di fedeltà al vostro passato di fede.
Sguardo alle sfide del presente e agli sforzi che si compiono.
Sguardo verso il futuro per cercare di consolidare l'opera iniziata ».6
Per questo la Chiesa si prepara a celebrare il V Centenario senza trionfalismi, conscia di sapere che è una sublime grazia del Signore l'aver chiamato alla luce della fede tanti milioni di uomini e donne che invocano il suo nome e che in Lui vengono salvati.
Questo evento ecclesiale deve essere inoltre occasione per una riflessione pastorale sul passato, sul presente e sul futuro dell'America Latina; una riflessione che serva a dare un nuovo impulso all'opera evangelizzatrice del continente a tutti i livelli, in tutti i paesi e in tutti i settori della società.
3 La risposta tanto positiva che sta dando la Chiesa in America Latina si articolerà ed esprimerà concretamente nella IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano, che spero di inaugurare solennemente a Santo Domingo il 12 ottobre 1992, e il cui tema sarà: « Nuova evangelizzazione, promozione umana, cultura cristiana. Gesù Cristo ieri, oggi e sempre ». ( Eb 13,8 )
Avete dedicato la vostra attenzione, durante questa seconda Assemblea Plenaria, anche alla preparazione di questa importante Conferenza.
La figura e la missione del Salvatore saranno certo al centro della Conferenza di Santo Domingo.
I vescovi latinoamericani si riuniranno lì per celebrare Gesù Cristo, la fede e il messaggio del Signore diffusi in tutto il continente.
La cristologia sarà quindi lo scenario dell'Assemblea, in modo che, quale suo primo frutto, il nome di Gesù Cristo, Salvatore e Redentore, resti sulle labbra e nel cuore di tutti i latinoamericani; poiché, come leggiamo nell'Esortazione apostolica di Paolo VI, Evangelii nuntiandi, « non c'è vera evangelizzazione se il nome, l'insegnamento, la vita, le promesse, il regno, il mistero di Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, non sono proclamati ».8
4 Nelle vostre sessioni avete inoltre riflettuto ampiamente sulla « nuova evangelizzazione » che è l'elemento fondamentale o idea centrale e illuminante del tema fissato per la Conferenza di Santo Domingo.
Nel mio primo incontro con i membri di questa Pontificia Commissione ho esortato tutti a « studiare a fondo in cosa consista questa nuova evangelizzazione »,9 precisando bene i contenuti dottrinali, in perfetta sintonia con il Magistero e con la Tradizione della Chiesa e determinando i suoi obiettivi e le sue linee pastorali, secondo le esigenze del nostro tempo, nella prospettiva del terzo millennio del cristianesimo.
Occorre tracciare, per i prossimi anni, una nuova strategia evangelizzatrice, un progetto globale di evangelizzazione che tenga presenti le nuove situazioni dei popoli latinoamericani e che costituisca una risposta alle sfide del presente, tra cui sono in primo piano la crescente secolarizzazione, il grave problema dell'avanzata delle sette e la difesa della vita in un continente dove fa sentire la sua presenza distruttiva una cultura della morte.
La dottrina sociale della Chiesa è parte integrante della « nuova evangelizzazione » perché, come ho fatto notare nella mia ultima Enciclica, Centesimus annus, « la dottrina sociale ha di per sé il valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio e il mistero di salvezza in Cristo a ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso ».10
Anche per questo mi è sembrato opportuno che nel tema della IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano figuri, come secondo elemento, « la promozione umana », avendo presente il mondo dei poveri, soprattutto dei più bisognosi: gli indigeni, gli afroamericani, gli emarginati delle grandi metropoli o dei villaggi disseminati in luoghi reconditi dell'immenso continente.
Infine, occorre mettere a fuoco opportunamente il problema dell'evangelizzazione « della cultura e delle culture dell'uomo, nel senso ricco ed esteso che questi termini hanno nella Gaudium et spes, partendo sempre dalla persona e tornando sempre ai rapporti delle persone tra loro e con Dio ».11
Questa evangelizzazione deve essere compiuta « non in modo decorativo, a somiglianza di vernice superficiale, ma in modo vitale, in profondità e fino alle radici ».12
Occorre tutelare, promuovere e consolidare una « cultura cristiana », vale a dire che faccia riferimento e si ispiri a Cristo e al suo messaggio.
Questo è il terzo elemento del tema della prossima Conferenza di Santo Domingo: l'inculturazione del Vangelo, cui ho fatto riferimento nell'Enciclica Redemptoris missio,13 facendo notare che « svolgendo l'attività missionaria tra le genti, la Chiesa incontra varie culture e viene coinvolta nel processo di inculturazione.
È, questa, una esigenza che ne ha segnato tutto il cammino storico, ma oggi è particolarmente acuta e urgente ».14
5 Prima di concludere desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti i presenti e al tempo stesso incoraggiare i rappresentanti degli organismi episcopali per l'aiuto alla Chiesa dell'America Latina e di altre istituzioni, che prestano i loro servizi o collaborano con le suddette Chiese, a proseguire nella lodevole opera.
In occasione del V Centenario, questa collaborazione deve farsi più consapevole, più intensa, centrata sempre su obiettivi ecclesiali o sociali e svolta in sintonia con le direttive dei Pastori.
Chiedo al Signore che benedica tanti sforzi in favore della nuova evangelizzazione del continente latinoamericano e che la Vergine, prima evangelizzatrice d'America, sia sempre per tutti la Stella che ci guida sul cammino verso i tempi nuovi che si avvicinano e che la Chiesa deve evangelizzare piena di fede e speranza nel suo Signore Cristo Gesù, « a lode della sua gloria »: « in laudem gloriae eius »! ( Ef 1,12 )
Giovanni Paolo II
Città del Vaticano, 14 giugno 1991.
Indice |
2 | Gaudium et Spes 1 |
3 | Los caminos del Evangelio n. 8 |
4 | Los caminos del Evangelio n. 4 |
5 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 7 |
6 | Discorso al CELAM 9 marzo 1983, III |
8 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 22 |
9 | Pontificia Commissione 7 dicembre 1989, IV |
10 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 54 |
11 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 20 |
12 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 20 |
13 | Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 52 e 54 |
14 | Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 52 |