Santo Domingo |
16 « Nei popoli dell'America, Dio ha scelto un nuovo popolo, … lo ha reso partecipe del suo Spirito.
Mediante l'evangelizzazione e la fede in Cristo, Dio ha rinnovato la sua alleanza con l'America Latina ».76
Il 1492 fu un anno chiave in questo processo di predicazione della Buona Novella.
Infatti, « ciò che la Chiesa celebra in questa commemorazione non sono avvenimenti storici più o meno discutibili, ma una realtà splendida e permanente che non si può sottovalutare: l'arrivo della fede, la proclamazione e la diffusione del messaggio evangelico nel continente [americano].
E lo celebra nel senso più profondo e teologico del termine, come si celebra Gesù Cristo, Signore della storia e dei destini dell'umanità ».77
17 La presenza creatrice, provvida e salvatrice di Dio accompagnava già la vita di questi popoli.
I « semi del Verbo », presenti nel profondo senso religioso delle culture precolombiane, attendevano la rugiada feconda dello Spirito.
Tali culture offrivano nei propri fondamenti, assieme ad altri aspetti bisognosi di purificazione, aspetti positivi come l'apertura all'azione di Dio, il senso della gratitudine per i frutti della terra, il carattere sacro della vita umana e la valorizzazione della famiglia, il senso di solidarietà e di corresponsabilità nel lavoro comune, l'importanza dell'elemento cultuale, il credere in una vita ultraterrena e tanti altri valori che arricchiscono l'anima latinoamericana.78
Questa religiosità naturale predisponeva gli indigeni americani a una più pronta ricezione del Vangelo, quantunque vi siano stati evangelizzatori non sempre in grado di riconoscere quei valori.
18 Come conseguenza, l'incontro del cattolicesimo iberico con le culture americane diede luogo a un peculiare processo di meticciato, che sebbene abbia presentato aspetti conflittuali, mette in evidenza sia le radici cattoliche sia la singolare identità del continente.
Il suddetto processo di meticciato, percepibile anche in molteplici forme di religiosità popolare e di arte meticcia, è congiunzione dell'eterno cristiano con quanto è peculiare dell'America, e sin dalla prima ora si estese in lungo e in largo per il continente.
La storia ci mostra che « fu compiuta una valida, feconda e ammirevole opera evangelizzatrice e che, tramite questa, la verità su Dio e sull'uomo giunse in America a un punto tale che, di fatto, l'evangelizzazione stessa divenne una sorta di banco d'accusa per i responsabili di simili abusi [cioè i colonizzatori spesso senza scrupoli] ».79
19 L'opera di evangelizzazione, ispirata dallo Spirito Santo, che all'inizio ebbe come generosi protagonisti soprattutto mèmbri di ordini religiosi, fu un'opera comune di tutto il popolo di Dio, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici.
Tra questi ultimi occorre segnalare pure la collaborazione degli stessi indigeni battezzati, ai quali si aggiunsero, con il passare del tempo, catechisti afroamericani.
Quella prima evangelizzazione ebbe i suoi strumenti privilegiati in uomini e donne di vita santa.
Gli strumenti pastorali furono un'instancabile predicazione della Parola, la celebrazione dei sacramenti, la catechesi, il culto mariano, la pratica delle opere di misericordia, la denuncia delle ingiustizie, la difesa dei poveri e la particolare sollecitudine per la educazione e la promozione umana.
20 I grandi evangelizzatori difesero i diritti e la dignità degli aborigeni e censurarono « le ingiustizie commesse contro gli indios all'arrivo dei conquistatori ».80
Anche i vescovi, dal canto loro, nei loro concili e in altri incontri, nelle lettere ai re di Spagna e di Portogallo e nei decreti delle visite pastorali, rivelano questo atteggiamento profetico di denuncia, unito all'annuncio del Vangelo.
Così dunque « come potrebbe la Chiesa, che con i suoi religiosi, sacerdoti e vescovi è sempre stata accanto agli indigeni, dimenticare, in questo V Centenario, le sofferenze enormi inflitte agli abitanti di questo continente durante l'epoca della conquista e della colonizzazione?
Bisogna riconoscere in tutta sincerità gli abusi commessi, dovuti alla mancanza d'amore da parte di quelle persone che non seppero vedere negli indigeni dei fratelli, figli dello stesso Dio Padre ».81
Disgraziatamente queste pene si sono prolungate, in alcune forme, fino ai nostri giorni.
Uno degli episodi più tristi della storia latinoamericana e dei Caraibi fu il trasferimento forzato di un enorme numero di africani come schiavi.
Alla tratta dei neri parteciparono istituzioni governative e private di quasi tutti i paesi dell'Europa atlantica e delle Americhe.
Il disumano traffico schiavista, la mancanza di rispetto verso la vita, l'identità personale e familiare e le etnie sono un oltraggio scandaloso nella storia dell'umanità.
Vogliamo con Giovanni Paolo II domandare perdono a Dio per questo « olocausto sconosciuto » al quale parteciparono « persone battezzate ma che non hanno vissuto la loro fede ».82
21 Guardando al periodo storico più recente, continuiamo a imbatterci nelle tracce vive di una cultura antica di secoli, nel cui nucleo è presente il Vangelo.
Questa presenza è testimoniata in maniera particolare dalla vita dei santi americani, che, nel vivere in pienezza il Vangelo, sono stati i testimoni più autentici, credibili e qualificati di Gesù Cristo.
La Chiesa ha proclamato le virtù eroiche di molti di loro, a partire dal beato indio Juan Diego, santa Rosa da Lima e san Martin de Porres fino a san Ezequiel Moreno.
In questo V Centenario vogliamo ringraziare gli innumerevoli missionari, operatori pastorali e laici anonimi, molti dei quali hanno agito nel silenzio, e specialmente quanti sono giunti fino alla testimonianza del sangue per amore di Gesù.
Indice |
76 | Discorso inaugurale, n. 3 |
77 | Giovanni Paolo II, Allocuzione, 5.1.1992, n. 2 |
78 | Giovanni Paolo II, Messaggio agli indigeni, 12.10.1992, n. 1 |
79 | Discorso inaugurale, n. 4 |
80 | Messaggio agli indigeni, n. 2 |
81 | Messaggio agli indigeni, n. 2 |
82 | Discorso nel l'isola di Gorée, Senegal, 21.2.1992; Messaggio agli afroamericani 13.10.1992, n. 2 |