Santo Domingo |
194 Consapevoli che sta maturando un nuovo ordine economico mondiale che riguarda da vicino l'America Latina, la Chiesa dal suo punto di vista è tenuta a fare un serio sforzo di discernimento.
Dobbiamo chiederci: fin dove deve arrivare la libertà di mercato?
Quali caratteristiche deve avere perché serva allo sviluppo delle grandi masse?
195 Secondo il recente insegnamento di Giovanni Paolo II,197 la libera attività degli individui nel mercato è lecita.
Ciò non significa che il mercato possa offrire tutti i beni che la società richiede, ne che questa possa pagare molti beni necessari.
L'economia di mercato deve tener conto di questi limiti.
Perciò gli insegnamenti del Santo Padre segnalano la necessità di azioni concrete dei poteri pubblici perché l'economia di mercato non si converta in qualcosa di assoluto al quale si sacrifichi tutto, accentuando la disuguaglianza e l'emarginazione delle grandi masse.
Non si può avere un'economia di mercato creativa e allo stesso tempo socialmente giusta, senza un solido impegno di tutta la società e dei suoi protagonisti nell'esercizio della solidarietà attraverso un quadro giuridico che garantisca il valore della persona, l'onestà, il rispetto per la vita e la giustizia distributiva, e la preoccupazione concreta per i più poveri.
196 I processi di risanamento economico, benché possano essere benefici a lungo termine, per il fatto di frenare l'inflazione e a stabilizzare l'economia, producono di solito un grave deterioramento del livello di vita dei poveri.
Perciò, lo Stato è tenuto, nella misura del possibile, ma in modo sincero e generoso, a compensare i costi sociali dei più poveri.
197 Il problema del debito estero non è solo, ne principalmente, economico, bensì umano, perché porta a un impoverimento sempre maggiore, impedisce lo sviluppo e ritarda la promozione dei più poveri.
Ci interroghiamo sulla sua validità quando il suo pagamento mette seriamente in pericolo la sopravvivenza dei popoli, quando la stessa popolazione non è stata consultata prima di contrarre il debito, e quando tale debito è stato usato per fini non sempre leciti.
Perciò, come pastori facciamo nostra la preoccupazione di Giovanni Paolo II quando afferma che « è necessario trovare modalità di alleggerimento, di dilazione o anche di estinzione del debito, compatibili col fondamentale diritto dei popoli alla sussistenza e al progresso ».198
198 Gli anni Ottanta sono stati caratterizzati, tra gli altri fattori, dal flagello dell'inflazione aggravato dal deficit fiscale, dal peso del debito estero e dal disordine monetario, dalla distruzione delle economie statali a causa della perdita di risorse fiscali, dall'inflazione e dalla corruzione, dalla caduta degli investimenti tanto nazionali quanto stranieri.
Il rapporto dei prezzi a livello internazionale, tra le materie prime e i prodotti finiti, è stato sempre più diseguale e discriminante, ripercuotendosi molto sfavorevolmente sull'economia dei nostri paesi.
Questa situazione persiste e tende ad aggravarsi.
199 L'impoverimento e l'acutizzarsi del divario tra ricchi e poveri colpiscono in modo grave le grandi masse dei nostri popoli e sono dovuti all'inflazione e alla riduzione dei salari reali, alla mancanza di accesso a servizi di base, alla disoccupazione e all'aumento dell'economia informale e alla dipendenza scientifico-tecnologica.
- Si diffondono una mentalità e uno stile di vita consumisti ed egoisti, ampiamente divulgati dagli strumenti della comunicazione sociale.
Questo ostacola o impedisce un'organizzazione sociale più giusta e degna.
- Di fronte alla crisi di sistemi economici che hanno condotto a crolli e frustrazioni, si afferma di solito come soluzione un'economia di libero mercato, adottata da non pochi in termini di neoliberismo e con una portata che va al di là del puro campo economico, e che parte da interpretazioni ristrette o riduttive della persona e della società.
200 Rafforzare la conoscenza, la diffusione e l'attuazione pratica della dottrina sociale della Chiesa nei diversi ambienti.
- Dare impulso nei vari livelli e settori della Chiesa a una pastorale sociale che parta dall'opzione evangelica preferenziale per i poveri, operando sul fronte dell'annuncio, della denuncia e della testimonianza, promuovendo iniziative di collaborazione, nel contesto di un'economia di mercato.
- Educare ai valori della laboriosità e della condivisione, dell'onestà e dell'austerità, del significato etico-religioso della vita, perché a partire dalla famiglia - prima scuola - si formino uomini nuovi per una società più fraterna dove si viva la destinazione universale dei beni in un contesto di sviluppo integrale.
201 Stabilire le basi di un'economia solidale, reale ed efficiente, senza dimenticare la corrispondente creazione di modelli socio-economici a livello locale e nazionale.
- Sollecitare la ricerca e l'attuazione di modelli socioeconomici che coniughino la libera iniziativa, la creatività delle persone e dei gruppi, la funzione moderatrice dello stato, senza tralasciare un'attenzione speciale ai settori più bisognosi.
Tutto questo, orientato alla realizzazione di un'economia della solidarietà e della partecipazione, espressa in diverse forme di proprietà.
202 Promuovere relazioni economiche internazionali che facilitino il trasferimento di tecnologie in un clima di reciprocità sociale.
- Denunciare quei meccanismi dell'economia di mercato che colpiscono soprattutto i poveri.
Non possiamo essere assenti in un momento in cui nessuno si cura dei loro interessi.
203 Constatare che l'economia informale obbedisce a una necessità di sopravvivenza, benché sia suscettibile di fallimento in caso di malattia, inflazione, ecc.
- Ricordare ai fedeli laici che devono influire affinché lo Stato raggiunga una maggiore stabilità nelle politiche economiche, elimini la corruzione amministrativa e aumenti il decentramento amministrativo, economico ed educativo.
- Riconoscere il ruolo fondamentale dell'impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità verso i mezzi di produzione, della creatività umana, nel quadro giuridico della giustizia sociale.199
Indice |
197 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus |
198 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 35 |
199 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 42 |