Divini Redemptoris |
20 Anche là dove, come nella Nostra carissima Spagna, il flagello comunista non ha avuto ancora il tempo di far sentire tutti gli effetti delle sue teorie, vi si è, in compenso, scatenato purtroppo con una violenza più furibonda.
Non si è abbattuta l'una o l'altra chiesa, questo o quel chiostro, ma quando fu possibile si distrusse ogni chiesa e ogni chiostro e qualsiasi traccia di religione cristiana, anche se legata ai più insigni monumenti d'arte e di scienza!
Il furore comunista non si è limitato ad uccidere Vescovi e migliaia di sacerdoti, di religiosi e religiose, cercando in modo particolare quelli e quelle che proprio si occupavano con maggior impegno degli operai e dei poveri; ma fece un numero molto maggiore di vittime tra i laici di ogni ceto, che fino al presente vengono, si può dire ogni giorno, trucidati a schiere per il fatto di essere buoni cristiani o almeno contrari all'ateismo comunista.
E una tale spaventevole distruzione viene eseguita con un odio, una barbarie e una efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo.
Non vi può essere uomo privato, che pensi saggiamente, né uomo di Stato, consapevole della sua responsabilità, che non rabbrividisca al pensiero che quanto oggi accade in Ispagna non abbia forse a ripetersi domani in altre nazioni civili.
21 Né si può dire che tali atrocità siano un fenomeno transitorio solito ad accompagnarsi a qualunque grande rivoluzione, isolati eccessi di esasperazione comuni ad ogni guerra; no, sono frutti naturali del sistema, che manca di ogni freno interno.
Un freno è necessario all'uomo sia individuo che in società.
Anche i popoli barbari ebbero questo freno nella legge naturale scolpita da Dio nell'animo di ciascun uomo.
E quando questa legge naturale venne meglio osservata, si videro antiche nazioni assurgere ad una grandezza che abbaglia ancora, più di quel che converrebbe, certi superficiali studiosi della storia umana.
Ma se si strappa dal cuore degli uomini l'idea stessa di Dio, essi necessariamente sono dalle loro passioni sospinti alla più efferata barbarie.
22 È quello che purtroppo stiamo vedendo: per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dall'uomo contro "tutto ciò che è divino". ( 1 Ts 2,4 )
Il comunismo è per sua natura antireligioso, e considera la religione come "l'oppio del popolo" perché i princìpi religiosi che parlano della vita d'oltre tomba, distolgono il proletario dal mirare al conseguimento del paradiso sovietico, che è di questa terra.
23 Ma non si calpesta impunemente la legge naturale e l'Autore di essa: il comunismo non ha potuto né potrà ottenere il suo intento neppur nel campo puramente economico.
È vero che nella Russia ha potuto contribuire a scuotere uomini e cose da una lunga e secolare inerzia, e ottenere con ogni sorta di mezzi, spesso senza scrupoli, qualche successo materiale; ma sappiamo per testimonianze non sospette, anche recentissime, che di fatto neppur là ha raggiunto lo scopo che aveva promesso; senza contare poi la schiavitù che il terrorismo ha imposto a milioni di uomini.
Anche nel campo economico è pur necessaria qualche morale, qualche sentimento morale della responsabilità, che invece non trova posto in un sistema prettamente materialistico come il comunismo.
Per sostituirlo non rimane che il terrorismo, quale appunto vediamo ora nella Russia, dove gli antichi compagni di congiura e di lotta si dilaniano a vicenda; un terrorismo, il quale per altro non riesce ad arginare non che la corruzione dei costumi, ma neppure il dissolvimento della compagine sociale.
24 Con questo però non vogliamo in nessuna maniera condannare in massa i popoli dell'Unione Sovietica, per i quali nutriamo il più vivo affetto paterno.
Sappiamo come non pochi di essi gemono sotto il duro giogo loro imposto con la forza da uomini in massima parte estranei ai veri interessi del paese, e riconosciamo che molti altri furono ingannati da fallaci speranze.
Noi colpiamo il sistema e i suoi autori e fautori, i quali hanno considerato la Russia come terreno più atto per introdurre in pratica un sistema già elaborato da decenni, e di là continuano a propagarlo in tutto il mondo.
25 Esposti così gli errori e i mezzi violenti e ingannevoli del comunismo bolscevico ed ateo, è tempo ormai, Venerabili Fratelli, di presentare brevemente la vera nozione della Civitas humana, della umana Società, quale ce l'insegnano la ragione e la rivelazione per il tramite della Chiesa Magistra gentium, e quale Voi già conoscete.
26 Al di sopra di ogni altra realtà sta il sommo, unico supremo Essere, Dio, Creatore onnipotente di tutte le cose, Giudice sapientissimo e giustissimo di tutti gli uomini.
Questa suprema realtà, Dio, è la condanna più assoluta delle impudenti menzogne del comunismo.
E in verità, non perché gli uomini credono, Dio è; ma perché Egli è, perciò lo crede e lo prega chiunque non chiuda volontariamente gli occhi di fronte alla verità.
27 Quanto all'uomo, ciò che la ragione e la fede dicono di lui, Noi ne abbiamo esposto i punti fondamentali nell'Enciclica sull'educazione cristiana.10
L'uomo ha un'anima spirituale e immortale; è una persona, dal Creatore ammirabilmente fornita di doni di corpo e di spirito, un vero "microcosmo" come dicevano gli antichi, un piccolo mondo, che vale di gran lunga più di tutto l'immenso mondo inanimato.
Egli ha in questa e nell'altra vita solo Dio per ultimo fine, è dalla grazia santificante elevato al grado di figlio di Dio e incorporato al regno di Dio nel mistico corpo di Cristo.
Conseguentemente Dio l'ha dotato di molteplici e svariate prerogative: diritto alla vita, all'integrità del corpo, ai mezzi necessari all'esistenza; diritto di tendere al suo ultimo fine nella via tracciata da Dio: diritto all'associazione, alla proprietà e all'uso della proprietà.
28 Come il matrimonio e il diritto all'uso naturale di esso sono di origine divina, così anche la costituzione e le prerogative fondamentali della famiglia sono state determinate e fissate dal Creatore stesso, non dall'arbitrio umano né da fattori economici.
Nell'Enciclica sul matrimonio cristiano11 e nell'altra Nostra, sopra accennata, sull'educazione, Ci siamo largamente diffusi su questi argomenti.
29 Ma Dio ha in pari tempo ordinato l'uomo anche alla società civile, richiesta dalla sua stessa natura.
Nel piano del Creatore la società è un mezzo naturale, di cui l'uomo può e deve servirsi per il raggiungimento del suo fine, essendo la società umana per l'uomo, e non viceversa.
Ciò non è da intendersi nel senso del liberalismo individualistico, che subordina la società all'uso egoistico dell'individuo; ma solo nel senso che, mediante l'unione organica con la società, sia a tutti resa possibile per la mutua collaborazione l'attuazione della vera felicità terrena; inoltre nel senso che nella società trovano sviluppo tutte le doti individuali e sociali, inserite nella natura umana, le quali, sorpassano l'immediato interesse del momento, rispecchiano nella società la perfezione divina, ciò che nell'uomo isolato non può verificarsi.
Ma anche quest'ultimo scopo è in ultima analisi in ordine all'uomo, perché riconosca questo riflesso della perfezione divina, e lo rimandi così in lode e adorazione al Creatore.
Solo l'uomo, la persona umana, è dotato di ragione e di volontà moralmente libera.
Indice |
10 | Pio XI, Divini illius Magistri |
11 | Enciclica Casti connubii, del 31 dicembre 1930 |