Mater et magistra |
136 Tra i cittadini appartenenti alla stessa comunità politica non è raro che esistano accentuate sperequazioni economico - sociali, dovute soprattutto al fatto che gli uni vivono e operano in zone economicamente più sviluppate, e gli altri in zone economicamente meno sviluppate.
In tale situazione, giustizia ed equità esigono che i poteri pubblici si adoperino perché quelle sperequazioni siano eliminate o ridotte.
A tale scopo si deve procurare che nelle zone meno sviluppate siano assicurati i servizi pubblici essenziali, e lo siano nelle forme e nei gradi suggeriti o reclamati dall'ambiente e rispondenti, di norma, al tenore di vita medio vigente nella comunità nazionale.
Ma è pure necessario che si svolga una appropriata politica economico-sociale attinente soprattutto l'offerta di lavoro e gli spostamenti di popolazione, i salari, l'imposizione tributaria, il credito, gli investimenti, con speciale riguardo alle industrie di natura propulsiva; politica idonea a promuovere l'assorbimento e l'impiego redditizio delle forze di lavoro, a stimolare l'iniziativa imprenditoriale, e sfruttare le risorse del luogo.
137 Però l'azione dei poteri pubblici deve trovare sempre la sua giustificazione in motivi di bene comune. Per cui va svolta con criteri unitari su piano nazionale, con l'obiettivo costante di contribuire allo sviluppo graduale, simultaneo, proporzionato di tutti e tre i settori produttivi: agricolo, industriale e dei servizi; e con la preoccupazione operante che i cittadini delle zone meno sviluppate si sentano e siano, quanto più è possibile, responsabili e protagonisti della loro evoluzione economica.
138 È infine da ricordare che anche l'iniziativa privata deve portare il suo contributo a comporre l'equilibrio economico e sociale tra le differenti zone di un paese. Anzi i poteri pubblici, secondo il principio di sussidiarietà, devono favorire ed aiutare l'iniziativa privata affidando ad essa, dove e non appena è possibile in modo efficiente, la continuità dello sviluppo economico.
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