Mysterium fidei |
1 La Chiesa Cattolica ha sempre religiosamente custodito come preziosissimo tesoro l'ineffabile mistero di fede che è il dono dell'Eucaristia, largitole da Cristo suo Sposo come pegno del suo immenso amore, e ad esso nel Concilio Vaticano II ha tributato una nuova e solennissima professione di fede e di culto.
2 Difatti i Padri del Concilio, trattando della restaurazione della Sacra Liturgia, per la loro sollecitudine a favore della Chiesa universale niente hanno avuto più a cuore che esortare i fedeli affinché con integra fede e somma pietà partecipino attivamente alla celebrazione di questo Sacrosanto Mistero, offrendolo unitamente al sacerdote come sacrificio a Dio per la salvezza propria e di tutto il mondo e nutrendosi di esso come spirituale alimento.
3 Giacché se la Sacra Liturgia occupa il primo posto nella vita della Chiesa, il Mistero Eucaristico è come il cuore e il centro della Sacra Liturgia, in quanto è la fonte di vita che ci purifica e ci corrobora in modo che viviamo non più per noi, ma per Dio, e tra noi stessi ci uniamo col vincolo strettissimo della carità.
4 E affinché sia evidente l'intimo nesso tra la fede e la pietà, i padri del Concilio, confermando la dottrina che la Chiesa ha sempre sostenuto e insegnato e il Concilio di Trento ha solennemente definito, hanno voluto premettere alla trattazione del sacrosanto Mistero Eucaristico questa sintesi di verità:
« Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il Sacrificio Eucaristico del suo corpo e del suo sangue, a perpetuare così il sacrificio della Croce nei secoli fino al suo avvento, lasciando in tal modo alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e della sua risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, in cui si riceve Cristo, l'anima si riempie di grazia e ci si largisce il pegno della gloria futura ».1
5 Con queste parole si esaltano insieme il Sacrificio, che appartiene all'essenza della Messa celebrata quotidianamente, e il Sacramento, di cui i fedeli partecipano con la santa Comunione mangiando la carne di Cristo e bevendone il sangue, ricevendo la grazia, che è anticipazione della vita eterna; e la « medicina dell'immortalità », secondo le parole del Signore: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. ( Gv 6,55 )
6 Dalla restaurazione dunque della Sacra Liturgia Noi speriamo fermamente che scaturiranno copiosi frutti di pietà Eucaristica, affinché la santa Chiesa, elevando questo salutifero segno di pietà, progredisca ogni giorno verso la perfetta unità ( Gv 17,23 ) e inviti tutti quelli che si gloriano del nome cristiano all'unità della fede e della carità, attraendoli soavemente sotto l'azione della grazia divina.
7 Ci sembra di intravedere questi frutti e quasi di gustarne le primizie nell'aperta gioia e prontezza d'animo, con cui i figli della Chiesa Cattolica hanno accolto la Costituzione della Sacra Liturgia restaurata; e anche in molte e ben elaborate pubblicazioni destinate a investigare più profondamente e a conoscere con maggiore frutto la dottrina intorno alla Ss. Eucaristia, specialmente per quel che riguarda la sua connessione col mistero della Chiesa.
8 Tutto questo è per Noi motivo di non poca consolazione e gaudio, che vogliamo comunicare anche a voi, Venerabili Fratelli, con grande piacere, perché anche voi insieme con Noi rendiate grazie a Dio, largitore di ogni bene, che col suo Spirito governa la Chiesa e la feconda di crescenti virtù.
Indice |
1 | Sacrosanctum Concilium 47 |