Sacerdotalis caelibatus |
19 Il sacerdozio cristiano, che è nuovo, può essere compreso soltanto alla luce della novità di Cristo, Pontefice sommo ed eterno Sacerdote, il quale ha istituito il sacerdozio ministeriale come reale partecipazione al suo unico sacerdozio.15
Il ministro di Cristo e amministratore dei misteri di Dio ( 1 Cor 4,1 ) ha dunque in lui anche il modello diretto e il supremo ideale. ( 1 Cor 11,1 )
Il Signore Gesù, unigenito di Dio, inviato dal Padre nel mondo, si fece uomo affinché l'umanità, soggetta al peccato e alla morte, venisse rigenerata e, mediante una nascita nuova, ( Gv 3,5; Tt 3,5 ) entrasse nel regno dei cieli.
Consacratosi tutto alla volontà del Padre, ( 2 Cor 5,17; Gal 6,15 ) Gesù compì mediante il suo mistero pasquale questa nuova creazione, ( Gv 4,34; Gv 17,14 ) introducendo nel tempo e nel mondo una forma nuova, sublime, divina, di vita che trasforma la Messa condizione terrena dell'umanità. ( Gal 3,28 )
20 Il matrimonio, che per volontà di Dio continua l'opera della prima creazione, ( Gen 2,18 ) assunto nel disegno totale della salvezza, acquista anch'esso nuovo significato e valore.
Gesù, infatti, ne ha ristabilito la primigenia dignità, ( Mt 19,3-8 ) lo ha onorato ( Gv 2,1-11 ) e lo ha elevato alla dignità di sacramento edi misterioso segno della sua unione con la Chiesa. ( Ef 5,32 )
Così i coniugi cristiani, nell'esercizio del mutuo amore, nel compimento dei loro specifici doveri e tendendo a quel santità che è loro propria, camminano insieme verso la patria celeste.
Ma Cristo, Mediatore di un più eccellente Testamento, ( Eb 8,6 ) ha aperto anche un nuovo cammino, in cui la creatura umana, aderendo totalmente e direttamente al Signore e preoccupata soltanto di lui e delle sue cose, ( 1 Cor 7,33-35 ) manifesta in maniera chiara e compiuta la realtà profondamente innovatrice del Nuovo Testamento.
21 Cristo, figlio unico del Padre, in virtù della sua stessa incarnazione, è costituito Mediatore tra il cielo e la terra, tra il Padre e il genere umano.
In piena armonia con questa missione, Cristo rimase per tutta la vita nello stato di verginità, che significa la dea totale dedizione al servizio di Dio e degli uomini.
Questa profonda connessione tra la verginità e il sacerdozio in Cristo si riflette in quelli che hanno la sorte di partecipare alla dignità e alla missione del Mediatore e Sacerdote eterno, e tale partecipazione sarà tanto più perfetta, quanto più il sacro ministro sarà libero da vincoli di carne e di sangue.28
22 Gesù, che scelse i primi ministri della salvezza e li volle introdotti alla intelligenza dei misteri del regno dei cieli, ( Mt 13,11; Mc 4,11; Lc 8,10 ) cooperatori di Dio a specialissimo titolo, ambasciatori suoi, ( 2 Cor 5,20 ) e li chiamò amici e fratelli, ( Gv 15,15; Gv 20,17 ) per i quali consacrò se stesso, affinché fossero consacrati in verità, ( Gv 17,19 ) promise sovrabbondante ricompensa a chiunque avrà abbandonato casa, famiglia, moglie e figli per il regno di Dio. ( Lc 18,29-30 )
Anzi raccomandò anche,34 con parole dense di mistero e di attesa, una consacrazione ancora più perfetta al regno dei cieli con la verginità, in conseguenza di un particolare dono. ( Mt 19,11 )
La risposta a questo divino carisma ha come motivo il regno dei cieli; ( Mt 19,12 ) e parimenti da questo regno, ( Lc 18,29-30 ) dall'Evangelo ( Mt 20,29-30 ) e dal nome di Cristo, ( Mt 19,29 ) sono motivati gli inviti di Gesù alle ardue rinunzie apostoliche per una partecipazione più intima alla sua sorte.
23 E, dunque, il mistero della novità di Cristo, di tutto ciò che egli è e significa, è la somma dei più alti ideali dell'Evangelo e del regno, è una particolare manifestazione della grazia, che scaturisce dal mistero pasquale del Redentore, a rendere desiderabile e degna la scelta della verginità da parte dei chiamati dal Signore Gesù, con l'intento di partecipare non soltanto al suo ufficio sacerdotale, ma di dividere anche con lui il suo stesso stato di vita.
24 La risposta alla divina vocazione e una risposta d'amore all'amore che Cristo ci ha dimostrato in maniera sublime; ( Gv 3,16; Gv 15,13 ) essa si ammanta di mistero nel particolare amore per le anime alle quali gli ha fatto sentire i suoi appelli più impegnativi. ( Mc 10,21 )
La grazia moltiplica con forza divina le esigenze dell'amore che, quando è autentico, è totale, esclusivo, stabile e perenne, stimolo irresistibile a tutti gli eroismi.
Perciò la scelta del sacro celibato è sempre stata considerata dalla Chiesa quale segno e stimolo della carità;42 segno di un amore senza riserve, stimolo di una carità aperta a tutti.
Chi mai può vedere in una vita così interamente donata, e per le ragioni che abbiamo esposto, i segni di una povertà spirituale, dell'egoismo, mentre essa è, e deve essere, un raro e oltremodo significativo esempio di una vita che ha come movente e forza l'amore, nel quale l'uomo esprime la sua esclusiva grandezza?
Chi mai potrà dubitare della pienezza morale e spirituale di una vita così consacrata non a un qualsiasi pur nobilissimo ideale, ma a Cristo e sua opera per una umanità nuova in tutti i luoghi e in tutti i tempi?
25 Questa prospettiva biblica e teologica, che associa il nostro sacerdozio ministeriale a quello di Cristo, e che dalla totale ed esclusiva dedizione di Cristo alla sua missione salvatrice trae esempio e ragione alla nostra assimilazione alla forma di carità e di sacrificio propria di Cristo Redentore, Ci sembra così profonda e così ricca di verità speculative e pratiche, che noi invitiamo voi, Venerati Fratelli, invitiamo gli studiosi della dottrina cristiana ed i maestri di spirito, e tutti i sacerdoti capaci delle intuizioni soprannaturali della loro vocazione a perseverare nello studio di tale prospettiva e a penetrare nelle sue intime e feconde realtà, così che il vincolo fra sacerdozio e celibato sempre meglio appaia nella sua logica luminosa ed eroica d'amore unico e illimitato a Cristo Signore e alla sua Chiesa.
Indice |
15 | Lumen Gentium 28; Presbyterorum Ordinis 2 |
28 | Presbyterorum Ordinis 16 |
34 | Presbyterorum Ordinis 16 |
42 | Lumen Gentium 42 |