Sacerdotalis caelibatus |
62 Il sacerdozio è un ministero istituito da Cristo a servizio del suo Corpo Mistico che è la Chiesa, alla cui Autorità perciò appartiene di ammettervi coloro che essa giudica adatti, cioè quelli ai quali Dio ha concesso, con gli altri segni della vocazione ecclesiastica, anche il carisma del sacro celibato.116
In virtù di tale carisma, corroborato dalla legge canonica, l'uomo è chiamato a rispondere con libera decisione e dedizione totale, subordinando il proprio io al beneplacito di Dio che lo chiama.
In concreto, la vocazione divina si manifesta in un individuo determinato, in possesso di una propria struttura personale, alla quale la grazia non usa fare violenza.
Nel candidato al sacerdozio, perciò, si deve coltivare il senso della ricettività del dono divino e della disponibilità nei confronti di Dio, dando essenziale importanza ai mezzi soprannaturali.
63 Ma è anche necessario che sia esattamente tenuto conto del suo stato biologico e psicologico per poterlo guidare e orientare verso l'ideale del sacerdozio.
Una formazione veramente adeguata deve dunque coordinare armoniosamente il piano della grazia e il piano della natura, in un soggetto di cui siano note con chiarezza le reali condizioni e le effettive capacità.
Le sue reali condizioni dovranno essere accertate appena si delineano i segni della sacra vocazione con la cura più scrupolosa, senza fidarsi di un frettoloso e superficiale giudizio, ma ricorrendo anche all'assistenza e all'aiuto di un medico o di uno psicologo competenti.
Non si dovrà omettere una seria indagine anamnestica per accertare l'idoneità del soggetto anche su questa importantissima linea dei fattori ereditari.
64 I soggetti, che siano riscontrati fisicamente e psichicamente o moralmente inadatti, devono essere subito distolti dalla via del sacerdozio: sappiano gli educatori che questo è un loro gravissimo dovere; non si abbandonino a fallaci speranze e a pericolose illusioni e non permettano in alcun modo che il candidato le nutra, risultati dannosi sia a lui che alla Chiesa.
Una vita così totalmente e delicatamente impegnata nell'intimo e all'esterno, come quella del sacerdote celibe, esclude, infatti, soggetti di insufficiente equilibrio psicofisico e morale, né si deve pretendere che la grazia supplisca in ciò la natura.
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