Redemptor hominis |
Redentore del mondo!
In lui si è rivelata in modo nuovo e più mirabile la fondamentale verità sulla creazione, che il Libro della Genesi attesta quando ripete più volte: « Dio vide che era cosa buona » ( Gen 1 )
Il bene ha la sua sorgente nella Sapienza e nell'Amore.
In Gesù Cristo il mondo visibile, creato da Dio per l'uomo ( Gen 1,26-30 ) - quel mondo che, essendovi entrato il peccato, « è stato sottomesso alla caducità » ( Rm 8,19-22 )40 - riacquista nuovamente il vincolo originario con la stessa sorgente divina della Sapienza e dell'Amore.
Infatti, « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito » ( Gv 3,16 ).
Come nell'uomo-Adamo questo vincolo è stato infranto, così nell'uomo-Cristo esso è stato di nuovo riallacciato ( Rm 5,12-21 ).
Non ci convincono forse, noi uomini del ventesimo secolo, le parole dell'Apostolo delle genti, pronunciate con una travolgente eloquenza, circa la « creazione (che) geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto » ( Rm 8,22 ) ed « attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio » ( Rm 8,19 ), circa la creazione che « è stata sottomessa alla caducità »?
L'immenso progresso, non mai prima conosciuto, che si è verificato, particolarmente nel corso del nostro secolo, nel campo del dominio sul mondo da parte dell'uomo, non rivela forse esso stesso, e per di più in grado mai prima raggiunto, quella multiforme sottomissione « alla caducità »?
Basta solo qui ricordare certi fenomeni, quali la minaccia di inquinamento dell'ambiente naturale nei luoghi di rapida industrializzazione, oppure i conflitti armati che scoppiano e si ripetono continuamente, oppure le prospettive di autodistruzione mediante l'uso delle armi atomiche, all'idrogeno, al neutrone e simili, la mancanza di rispetto per la vita dei non nati.
Il mondo della nuova epoca, il mondo dei voli cosmici, il mondo delle conquiste scientifiche e tecniche, non mai prima raggiunte, non è nello stesso tempo il mondo che « geme e soffre » ( Rm 8,22 ) ed « attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio »? ( Rm 8,19 )
Il Concilio Vaticano II, nella sua penetrante analisi « del mondo contemporaneo », perveniva a quel punto che è il più importante del mondo visibile, l'uomo, scendendo - come Cristo - nel profondo delle coscienze umane, toccando il mistero interiore dell'uomo, che nel linguaggio biblico ( ed anche non biblico ) si esprime con la parola « cuore ».
Cristo, Redentore del mondo, è Colui che è penetrato, in modo unico e irrepetibile, nel mistero dell'uomo ed è entrato nel suo « cuore ».
Giustamente, quindi, il Concilio Vaticano II insegna: « In realtà, solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo.
Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro ( Rm 5,14 ), e cioè di Cristo Signore.
Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo Amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione ».
E poi ancora: « Egli è l'immagine dell'invisibile Iddio ( Col 1,15 ).
Egli è l'uomo perfetto, che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, già resa deforme fin dal primo peccato.
Poiché in Lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata, per ciò stesso essa è stata anche a nostro beneficio innalzata a una dignità sublime.
Con la sua incarnazione, infatti, il Figlio stesso di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.
Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo.
Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato »47.
Egli, il Redentore dell'uomo!
Indice |
40 | Gaudium et spes 2; Gaudium et spes 13 |
47 | Gaudium et spes 22 |