Dominum et vivificantem

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Promessa e rivelazione di Gesù durante la Cena pasquale

3 Quando era ormai imminente per Gesù Cristo il tempo di lasciare questo mondo, egli annunciò agli apostoli « un altro consolatore ». ( Gv 14,16 )

L'evangelista Giovanni, che era presente, scrive che, durante la Cena pasquale precedente il giorno della sua passione e morte, Gesù si rivolse a loro con queste parole: « Qualunque cosa chiederete nel nome mio, io la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio… Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro consolatore, perché rimanga con voi sempre, lo Spirito di verità ». ( Gv 14,13.16s )

Proprio questo Spirito di verità, Gesù chiama Paraclito - e parákletos vuol dire « consolatore », e anche « intercessore », o « avvocato ».

E dice che è « un altro » consolatore, il secondo, perché egli stesso, Gesù, è il primo consolatore, ( 1 Gv 2,1 ) essendo il primo portatore e donatore della Buona Novella.

Lo Spirito Santo viene dopo di lui e grazie a lui, per continuare nel mondo, mediante la Chiesa, l'opera della Buona Novella di salvezza.

Di questa continuazione della sua opera da parte dello Spirito Santo Gesù parla più di una volta durante lo stesso discorso di addio, preparando gli apostoli, riuniti nel Cenacolo, alla sua dipartita, cioè alla sua passione e morte in Croce.

Le parole, alle quali faremo qui riferimento, si trovano nel Vangelo di Giovanni, ognuna di esse aggiunge un certo contenuto nuovo a quell'annuncio e a quella promessa.

Al tempo stesso, esse sono intrecciate intimamente tra di loro non solo dalla prospettiva dei medesimi eventi, ma anche dalla prospettiva del mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che forse in nessun passo della Sacra Scrittura trova un'espressione così rilevata come qui.

4 Poco dopo l'annuncio surriferito Gesù aggiunge: « Ma il consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto ». ( Gv 14,26 )

Lo Spirito Santo sarà il consolatore degli apostoli e della Chiesa, sempre presente in mezzo a loro - anche se invisibile - come maestro della medesima Buona Novella che Cristo annunciò.

Quell'« insegnerà » e « ricorderà » significa non solo che egli, nel modo a lui proprio, continuerà ad ispirare la divulgazione del Vangelo di salvezza, ma anche che aiuterà a comprendere il giusto significato del contenuto del messaggio di Cristo; che ne assicurerà la continuità ed identità di comprensione in mezzo alle mutevoli condizioni e circostanze.

Lo Spirito Santo, dunque, farà sì che nella Chiesa perduri sempre la stessa verità, che gli apostoli hanno udito dal loro Maestro.

5 Nel trasmettere la Buona Novella, gli apostoli saranno associati in modo speciale allo Spirito Santo.

Ecco come continua a parlare Gesù: « Quando verrà il consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio ». ( Gv 15,26s )

Gli apostoli sono stati i testimoni diretti, oculari.

Essi « hanno udito » e « hanno veduto con i propri occhi », « hanno guardato » e perfino « toccato con le proprie mani » Cristo, come si esprime in un altro passo lo stesso evangelista Giovanni. ( 1 Gv 1,1-3; 1 Gv 4,14 )

Questa loro umana, oculare e « storica » testimonianza su Cristo si collega alla testimonianza dello Spirito Santo: « Egli mi renderà testimonianza ».

Nella testimonianza dello Spirito di verità l'umana testimonianza degli apostoli troverà il supremo sostegno.

E in seguito vi troverà anche l'interiore fondamento della sua continuazione tra le generazioni dei discepoli e dei confessori di Cristo, che si susseguiranno nei secoli.

Se la suprema e più completa rivelazione di Dio all'umanità è Gesù Cristo stesso, la testimonianza dello Spirito ne ispira, garantisce e convalida la fedele trasmissione nella predicazione e negli scritti apostolici,22 mentre la testimonianza degli apostoli ne assicura l'espressione umana nella Chiesa e nella storia dell'umanità.

6 Ciò si rileva anche dalla stretta correlazione di contenuto e di intenzione con l'annuncio e la promessa appena menzionata, che si trova nelle parole successive del testo di Giovanni: « Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera; perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future ». ( Gv 16,12s )

Nelle precedenti parole Gesù presenta il consolatore, lo Spirito di verità, come colui che « insegnerà » e « ricorderà », come colui che gli renderà testimonianza »; ora dice: « Egli vi guiderà alla verità tutta intera ».

Questo « guidare alla verità tutta intera », in riferimento a ciò di cui gli apostoli « per il momento non sono capaci di portare il peso », è in necessario collegamento con lo spogliamento di Cristo per mezzo della passione e morte di Croce, che allora, quando pronunciava queste parole, era ormai imminente.

In seguito, tuttavia, diventa chiaro che quel « guidare alla verità tutta intera » si ricollega, oltre che allo scandalum Crucis, anche a tutto ciò che Cristo « fece ed insegnò ». ( At 1,1 )

Infatti, il mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l'uomo nella realtà del mistero rivelato.

Il « guidare alla verità tutta intera » si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell'uomo.

Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell'uomo, la luce dello spirito umano.

Ciò vale per gli apostoli, testimoni oculari, che devono ormai portare a tutti gli uomini l'annuncio di ciò che Cristo « fece ed insegnò » e, specialmente, della sua Croce e della sua Risurrezione.

In una prospettiva più lontana ciò vale anche per tutte le generazioni dei discepoli e dei confessori del Maestro, poiché dovranno accettare con fede e confessare con franchezza il mistero di Dio operante nella storia dell'uomo, il mistero rivelato che di tale storia spiega il senso definitivo.

7 Tra lo Spirito Santo e Cristo sussiste, dunque, nell'economia della salvezza, un intimo legame, per il quale lo Spirito opera nella storia dell'uomo come « un altro consolatore », assicurando in maniera duratura la trasmissione e l'irradiazione della Buona Novella, rivelata da Gesù di Nazareth.

Perciò, nello Spirito Santo Paraclito, che nel mistero e nell'azione della Chiesa continua incessantemente la presenza storica del Redentore sulla terra e la sua opera salvifica, risplende la gloria di Cristo, come attestano le successive parole di Giovanni: « Egli ( cioè lo Spirito ) mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annuncerà ». ( Gv 16,14 )

Con queste parole viene ancora una volta confermato tutto ciò che dicevano gli enunciati precedenti: « Insegnerà …, ricorderà …, renderà testimonianza ».

La suprema e completa autorivelazione di Dio, compiutasi in Cristo, testimoniata dalla predicazione degli apostoli, continua a manifestarsi nella Chiesa mediante la missione dell'invisibile consolatore, lo Spirito di verità.

Quanto intimamente questa missione sia collegata con la missione di Cristo, quanto pienamente essa attinga a questa missione di Cristo, consolidando e sviluppando nella storia i suoi frutti salvifici, è espresso dal verbo « prendere »: « Prenderà del mio e ve l'annuncerà ».

Quasi a spiegare la parola « prenderà », mettendo in chiara evidenza l'unità divina e trinitaria della fonte, Gesù aggiunge: « Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo, ho detto che prenderà del mio e ve l'annuncerà ». ( Gv 16,15 )

Prendendo del « mio », per ciò stesso egli attingerà a « quello che è del Padre ».

Alla luce di quel « prenderà », dunque, si possono spiegare ancora le altre parole sullo Spirito Santo, pronunciate da Gesù nel Cenacolo prima della Pasqua, parole significative: « È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.

E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio ». ( Gv 16,7s )

Occorrerà ritornare ancora su queste parole con una riflessione a parte.

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22 « Le verità divinamente rivelate, che nei libri della Sacra Scrittura sono contenute ed espresse, furono scritte per ispirazione dello Spirito santo » e, quindi, la medesima Sacra Scrittura deve essere « letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito, mediante il quale è stata scrita »: Dei Verbum 11.12