Dominum et vivificantem |
52 Nel mistero dell'incarnazione l'opera dello Spirito, « che dà la vita », raggiunge il suo vertice.
Non è possibile dare la vita, che in Dio è in modo pieno, che facendo di essa la vita di un Uomo, quale è Cristo nella sua umanità personalizzata dal Verbo nell'unione ipostatica.
E, al tempo stesso, col mistero dell'incarnazione si apre in modo nuovo la fonte di questa vita divina nella storia dell'umanità: lo Spirito Santo.
Il Verbo, « generato prima di ogni creatura », diventa « il primogenito tra molti fratelli » ( Rm 8,29 ) e così diventa anche il capo del corpo che è la Chiesa, la quale nascerà sulla Croce e sarà rivelata il giorno della Pentecoste - e nella Chiesa, il capo dell'umanità: degli uomini di ogni nazione, di ogni razza, di ogni paese e cultura, di ogni lingua e continente, tutti chiamati alla salvezza.
« Il Verbo si fece carne, ( quel Verbo in cui ) era la vita e la vita era la luce degli uomini…
A quanti l'hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio ». ( Gv 1,14 )
Ma tutto ciò si è compiuto ed incessantemente si compie « per opera dello Spirito Santo ».
« Figli di Dio », infatti, sono - come insegna l'Apostolo - « tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio ». ( Rm 8,14 )
La figliolanza dell'adozione divina nasce negli uomini sulla base del mistero dell'incarnazione, dunque grazie a Cristo, l'eterno Figlio.
Ma la nascita, o rinascita, avviene quando Dio Padre « manda nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio ». ( Gal 4,6; Rm 5,5; 2 Cor 1,22 )
Allora, infatti, « riceviamo uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!" ». ( Rm 8,15 )
Pertanto, quella figliolanza di Dio innestata nell'anima umana con la grazia santificante, è opera dello Spirito Santo.
« Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo ». ( Rm 8,16s )
La grazia santificante è nell'uomo il principio e la fonte della nuova vita: vita divina, soprannaturale.
L'elargizione di questa nuova vita è come la risposta definitiva di Dio alle parole del Salmista, nelle quali in certo modo risuona la voce di tutte le creature: « Se mandi il tuo Spirito saranno creati e rinnoverai la faccia della terra ». ( Sal 104,30 )
Colui che nel mistero della creazione dà all'uomo e al cosmo la vita nelle sue molteplici forme visibili ed invisibili, egli ancora la rinnova mediante il mistero dell'incarnazione.
La creazione viene così completata dall'incarnazione e permeata fin da quel momento dalle forze della redenzione, che investono l'umanità e tutto il creato.
Ce lo dice san Paolo, la cui visione cosmico-teologica sembra riprendere la voce dell'antico Salmo: la creazione « attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio », ( Rm 8,19 ) ossia di coloro che Dio, avendoli « da sempre conosciuti », ha anche « predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo ». ( Rm 8,29 )
Si ha così una soprannaturale « adozione » degli uomini, di cui è origine lo Spirito Santo, amore e dono.
Come tale egli viene elargito agli uomini.
E nella sovrabbondanza del dono increato ha inizio, nel cuore di ogni uomo, quel particolare dono creato, mediante il quale gli uomini « diventano partecipi della natura divina ». ( 2 Pt 1,4 )
Così la vita umana viene penetrata per partecipazione dalla vita divina ed acquista anch'essa una dimensione divina, soprannaturale.
Si ha la nuova vita, nella quale, come partecipi del mistero dell'incarnazione, « gli uomini nello Spirito Santo hanno accesso al Padre ». ( Ef 2,18 )220
Vi è, dunque, una stretta relazione tra lo Spirito, che dà la vita, e la grazia santificante e quella molteplice vitalità soprannaturale, che ne deriva nell'uomo: tra lo Spirito increato e lo spirito umano creato.
53 Si può dire che tutto ciò rientra nell'ambito del grande Giubileo, sopra menzionato.
Bisogna, infatti, oltrepassare la dimensione storica del fatto, considerato nella sua superficie.
Bisogna raggiungere, nello stesso contenuto cristologico del fatto, la dimensione pneumatologica, abbracciando con lo sguardo della fede i due millenni dell'azione dello Spirito di verità, il quale, attraverso i secoli, ha attinto dal tesoro della redenzione di Cristo dando agli uomini la nuova vita, operando in essi l'adozione nel Figlio unigenito, santificandoli, sicché essi possono ripetere con san Paolo: « Abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio ». ( 1 Cor 2,12 )
Ma, seguendo questo motivo del Giubileo, non è possibile limitarsi ai duemila anni trascorsi dalla nascita di Cristo.
Bisogna risalire indietro, abbracciare tutta l'azione dello Spirito Santo anche prima di Cristo - sin dal principio, in tutto il mondo e, specialmente, nell'economia dell'Antica Alleanza.
Questa azione, infatti, in ogni luogo e in ogni tempo, anzi in ogni uomo, si è svolta secondo l'eterno piano di salvezza, per il quale essa è strettamente unita al mistero dell'incarnazione e della redenzione, che a sua volta esercitò il suo influsso nei credenti in Cristo venturo.
Ciò è attestato in modo particolare nella Lettera agli Efesini. ( Ef 1,3-14 )
La grazia, pertanto, porta congiuntamente in sé una caratteristica cristologica ed insieme pneumatologica, che si verifica soprattutto in coloro che espressamente aderiscono al Cristo: « In lui ( in Cristo )… avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo, che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità in attesa della completa redenzione ». ( Ef 1,13s )
Ma, sempre nella prospettiva del grande Giubileo, dobbiamo anche guardare più ampiamente e andare « al largo », sapendo che « il vento soffia dove vuole », secondo l'immagine usata da Gesù nel colloquio con Nicodemo. ( Gv 3,8 )
Il Concilio Vaticano II, concentrato soprattutto sul tema della Chiesa, ci ricorda l'azione dello Spirito Santo anche « al di fuori » del corpo visibile della Chiesa.
Esso parla appunto di « tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore opera invisibilmente la grazia.
Cristo infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò, dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti, nel modo che Dio conosce, la possibilità di essere associati al mistero pasquale ».225
54 « Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità ». ( Gv 4,24 )
Queste parole Gesù le ha dette in un altro suo colloquio: quello con la Samaritana.
Il grande Giubileo, che si celebrerà al termine di questo Millennio ed all'inizio di quello successivo, deve costituire un potente appello rivolto a tutti coloro che « adorano Dio in spirito e verità ».
Deve essere per tutti una speciale occasione per meditare il mistero di Dio uno e trino, il quale in se stesso è completamente trascendente nei riguardi del mondo, specialmente del mondo visibile: è infatti, Spirito assoluto, « Dio è spirito » ( Gv 4,24 ) ed insieme, in modo mirabile, è non solo vicino a questo mondo, ma vi è presente e, in certo senso, immanente, lo compenetra e vivifica dall'interno.
Ciò vale in modo speciale per l'uomo: Dio è nell'intimo del suo essere, come pensiero, coscienza, cuore; e realtà psicologica e ontologica, considerando la quale sant'Agostino diceva di lui: « È più intimo del mio intimo ».228
Queste parole ci aiutano a capir meglio quelle rivolte da Gesù alla Samaritana: « Dio è spirito ».
Solo lo Spirito può essere « più intimo del mio intimo » sia nell'essere, sia nell'esperienza spirituale; solo lo Spirito può essere tanto immanente nell'uomo e nel mondo, permanendo inviolabile e immutabile nella sua assoluta trascendenza.
Ma in modo nuovo e in forma visibile la presenza divina nel mondo e nell'uomo si è manifestata in Gesù Cristo.
In lui davvero « è apparsa la grazia ». ( Tt 2,11 )
L'amore di Dio Padre, dono, grazia infinita, principio di vita, è divenuto palese in Cristo, e nell'umanità di lui si è fatto « parte » dell'universo, del genere umano, della storia.
Quell'« apparizione » della grazia nella storia dell'uomo, mediante Gesù Cristo, si è compiuta per opera dello Spirito Santo, che è il principio di ogni azione salvifica di Dio nel mondo: egli, « Dio nascosto », ( Is 45,15 ) che come amore e dono « riempie l'universo ». ( Sap 1,7 )
Tutta la vita della Chiesa, quale si manifesterà nel grande Giubileo, significa andare incontro al Dio nascosto: incontro allo Spirito, che dà la vita.
Indice |
220 | Dei Verbun 2 |
225 | Gaudium et spes 22; Lumen gentium 16 |
228 | S. Agostino, Confes. III, 6, 11 |