Menti nostrae

Indice

Introduzione

Voci che non si spengono

Risuona sempre nell'animo Nostro la voce del Divin Redentore che dice a Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi?… pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle" ( Gv 21,15.17 ); e quella dello stesso Principe degli Apostoli che esorta i Vescovi ed i Sacerdoti del suo tempo: "Pascete il gregge di Dio, che da voi dipende… fatti sinceramente esemplari del gregge" ( 1 Pt 5,2.3 ).

Principale necessità del nostro tempo

Meditando attentamente tali parole, stimiamo essere officio precipuo del Nostro supremo Ministero di adoperarci affinché diventi sempre più efficace l'opera dei sacri Pastori e dei Sacerdoti, che devono guidare il popolo cristiano ad evitare il male, a superare i pericoli ed a conseguire la santità.

Questa infatti è la principale necessità del nostro tempo, in cui i popoli, in conseguenza della recente immane guerra, non solo sono angustiati da gravi difficoltà materiali, ma sono anche spiritualmente sconvolti, mentre i nemici del nome cristiano, fatti insolenti dalle condizioni in cui versa la società, si sforzano, con odio satanico e con sottili insidie, di allontanare gli uomini da Dio e dal suo Cristo.

Paterna sollecitudine per i Sacerdoti

La necessità, che tutti i buoni avvertono, di una restaurazione cristiana, Ci spinge a rivolgere il Nostro pensiero e il Nostro affetto in modo speciale ai Sacerdoti di tutto il mondo, perché sappiamo che soprattutto la umile, vigile, fervida opera di essi, che vivono in mezzo al popolo e ne conoscono i disagi, le pene, le angustie spirituali e materiali, può rinnovare le coscienze e stabilire in terra il Regno di Gesù Cristo, "regno di giustizia, di amore e di pace" .

Non sarà però in alcun modo possibile che il ministero sacerdotale consegua pienamente il suo fine, così da rispondere adeguatamente ai bisogni del nostro tempo, se i Sacerdoti non risplenderanno in mezzo al popolo per insigne santità, come degni "Ministri di Cristo", fedeli "dispensatori dei Misteri divini" ( 1 Cor 4,1 ), efficaci "collaboratori di Dio" ( 1 Cor 3,9 ), pronti ad ogni opera buona ( 2 Tm 2,21 ).

Manifestazione di gratitudine

Pensiamo pertanto che non potremmo in nessun modo manifestare meglio la Nostra gratitudine ai Sacerdoti del mondo intero, i quali, nel cinquantesimo anniversario del Nostro Sacerdozio, Ci hanno dato testimonianza del loro amore elevando per Noi preghiere a Dio, che rivolgendo a tutto il clero una paterna esortazione alla santità, senza la quale il ministero ad esso affidato non può essere fecondo.

L'Anno Santo, che abbiamo indetto con la speranza di un generale risanamento dei costumi secondo gli insegnamenti del Vangelo, questo desideriamo che porti come primo frutto, che cioè quelli che sono la guida del popolo cristiano, attendano con maggiore impegno alla propria santificazione, perché così sarà assicurato il rinnovamento dei popoli nello spirito di Gesù Cristo.

È tuttavia da ricordare che, se oggi gli accresciuti bisogni della Società cristiana esigono con più urgenza l'interna perfezione dai Sacerdoti, essi sono già obbligati per la stessa intima natura dell'altissimo ministero loro confidato da Dio, ad adoperarsi indefessamente, sempre ed ovunque, per la propria santificazione.

Il grande dono del Sacerdozio

Come hanno insegnato i Nostri Predecessori, e particolarmente Pio X e Pio XI , e come Noi stessi abbiamo accennato nelle Lettere Encicliche Mystici Corporis e Mediator Dei , il sacerdozio è veramente il grande dono del Divin Redentore, il quale, per rendere perenne l'opera di redenzione del genere umano da lui compiuta sulla Croce, trasmise i suoi poteri alla Chiesa, che volle partecipe del suo unico ed eterno sacerdozio.

Il Sacerdote è un "alter Christus" perché è segnato con indelebile carattere che lo configura al Salvatore; il Sacerdote rappresenta Cristo, il quale disse: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi" ( Gv 20,21 ); "chi ascolta voi ascolta me" ( Lc 10,16 ).

Iniziato, per divina vocazione, a questo augustissimo ministero "è preposto a pro degli uomini a tutte quelle cose che riguardano Dio, affinché offra doni e sacrifici per i peccati" ( Eb 5,1 ).

A lui pertanto è necessario che ricorra chiunque vuol vivere la vita di Cristo e desidera ricevere forza, conforto ed alimento per l'anima; a lui chiederà la medicina necessaria chiunque desidera risorgere dal peccato e tornare sulla retta via. Per tal motivo, tutti i Sacerdoti possono applicare a se stessi le parole dell'Apostolo: "Siamo cooperatori di Dio" ( 1 Cor 3,9 ).

Necessità della corrispondenza

Ma sì eccelsa dignità esige dai Sacerdoti che corrispondano con fedeltà somma al loro altissimo officio.

Destinati a procurare la gloria di Dio in terra, ad alimentare ed accrescere il Corpo Mistico di Cristo, è assolutamente necessario che così eccellano per santità di costumi, che attraverso di essi si diffonda dovunque il "buon profumo di Cristo" ( 2 Cor 2,15 ).

Il dovere fondamentale

Il giorno stesso in cui voi, diletti figli, foste innalzati alla dignità sacerdotale, il Vescovo, a nome di Dio, vi ha solennemente indicato quale fosse il vostro dovere fondamentale: "Comprendete ciò che fate, imitate ciò che trattate, affinché, celebrando il mistero della morte del Signore, procuriate di mortificare le vostre membra da tutti i vizi e le concupiscenze.

Sia, la vostra dottrina, spirituale medicina al popolo di Dio; sia il profumo della vostra vita il diletto della Chiesa di Cristo, affinché con la predicazione e con l'esempio, edifichiate la casa, che è famiglia di Dio" .

Totalmente immune da peccato, la vostra vita, più di quella dei semplici fedeli, sia nascosta con Cristo in Dio ( Col 3,3 ).

Soltanto adorni di quella esimia virtù che esige la vostra dignità, potrete attendere all'officio cui vi ha destinati la sacra ordinazione, di continuare e completare l'opera della redenzione.

Questo è il programma da voi liberamente e spontaneamente assunto; siate santi, perché santo è il vostro ministero.

Indice