Evangelica testificatio |
Come potreste, cari religiosi e religiose, non desiderare di conoscere meglio colui che amate e volete manifestare agli uomini?
A lui vi unisce la preghiera! Se voi ne aveste perduto il gusto, ne sentireste di nuovo il desiderio, rimettendovi umilmente a pregare.
Non dimenticate, del resto, la testimonianza della storia: la fedeltà alla preghiera o il suo abbandono sono il paradigma della vitalità o della decadenza della vita religiosa.
Scoperta dell'intimità divina, esigenza di adorazione, bisogno di intercessione: l'esperienza della santità cristiana ci dimostra la fecondità della preghiera, nella quale Dio si manifesta allo spirito ed al cuore dei suoi servitori.
Questa conoscenza di lui stesso il Signore ce la dona nel fuoco dell'amore.
Sono molteplici i doni dello Spirito, ma ci consentono sempre di gustare questa conoscenza intima e vera del Signore, senza la quale non riusciremmo né a comprendere il valore della vita cristiana e religiosa, né a possedere la forza per progredirvi nella gioia di una speranza che non inganna.
Certo, lo Spirito santo vi dà anche la grazia di scoprire il volto del Signore nel cuore degli uomini, che egli stesso vi insegna ad amare come fratelli.
E vi aiuta a cogliere le manifestazioni del suo amore nella trama degli avvenimenti.
Nell'umile attenzione rivolta agli uomini e alle cose, lo Spirito di Gesù ci illumina e ci arricchisce della sua sapienza, purché siamo profondamente penetrati dallo spirito di preghiera.
Non è forse una delle miserie del nostro tempo lo squilibrio "tra le condizioni collettive della esistenza e le esigenze del pensiero personale e della stessa contemplazione "?
Molti uomini - e tra essi molti giovani - hanno smarrito il senso della loro vita e sono ansiosamente alla ricerca della dimensione contemplativa del loro essere, senza pensare che Cristo, per mezzo della sua chiesa, potrebbe dare risposta alla loro attesa!
Fatti di questo genere devono portarvi a riflettere seriamente su ciò che gli uomini hanno diritto di aspettarsi da voi, che vi siete formalmente impegnati a vivere al servizio del Verbo, " la luce vera che illumina ogni uomo".
Abbiate dunque coscienza dell'importanza dell'orazione nella vostra vita, ed imparate ad applicarvi generosamente: la fedeltà alla preghiera quotidiana resta sempre, per ciascuno e per ciascuna di voi, una necessità fondamentale e deve avere il primo posto nelle vostre costituzioni e nella vostra vita.
L'uomo interiore avverte i tempi di silenzio come un'esigenza dell'amore divino, e una certa solitudine è a lui normalmente necessaria per sentire Dio che gli " parla nel cuore ".
Bisogna sottolinearlo: un silenzio che fosse semplice assenza di rumori o di parole, in cui l'anima non potesse ritemprarsi, sarebbe evidentemente privo di qualsiasi valore spirituale, e potrebbe, anzi, essere di pregiudizio alla carità fraterna, se, in quel momento, urgesse stabilire dei contatti con gli altri.
Invece, la ricerca dell'intimità con Dio comporta il bisogno, veramente vitale, di un silenzio di tutto l'essere, sia per coloro che devono trovare Dio anche in mezzo al frastuono, sia per i contemplativi.
La fede, la speranza, un amore di Dio disponibile ai doni dello Spirito, come pure un amore fraterno aperto al mistero degli altri, implicano, come loro esigenza, un bisogno di silenzio.
È necessario, infine, ricordarvi il posto specialissimo che ha, nella vita delle vostre comunità, la liturgia della chiesa, il cui centro è il sacrificio eucaristico, nel quale la preghiera interiore si collega al culto esterno?
Al momento della vostra professione religiosa voi siete stati offerti a Dio dalla chiesa, in intima unione al sacrificio eucaristico.
Giorno dopo giorno, questa offerta di voi stessi deve divenire una realtà, concretamente e continuamente rinnovata.
La comunione al corpo e al sangue di Cristo è la sorgente primaria di tale rinnovamento: la vostra volontà di amare veramente e fino al dono della vita ne sia incessantemente rinvigorita.
Adunate nel suo nome, le vostre comunità hanno di per sé come loro centro l'eucaristia " sacramento di amore, segno di unità, vincolo di carità ".
È dunque normale che esse siano visibilmente riunite intorno ad un oratorio, in cui la presenza della santa eucaristia esprime ed insieme realizza ciò che deve essere la principale missione di ogni famiglia religiosa, come del resto di ogni assemblea cristiana.
L'eucaristia, grazie alla quale non cessiamo di annunciare la morte e la risurrezione del Signore e di prepararci al suo ritorno nella gloria, riporta costantemente alla vostra memoria le sofferenze fisiche e morali, da cui Cristo fu oppresso e che pure aveva liberamente accettate fino all'agonia ed alla morte sulla croce.
Le prove, cui andate incontro, siano per voi l'occasione per portare insieme al Signore e offrire al Padre le tante disgrazie e sofferenze ingiuste, che colpiscono i nostri fratelli ed alle quali solo il sacrificio di Cristo può dare, nella fede, un significato.
In tal modo, anche il mondo è presente al centro della vostra vita di preghiera e di offerta, come il concilio ha vigorosamente spiegato: " Non bisogna pensare che i religiosi, per il fatto della loro consacrazione, diventino estranei agli uomini ed inutili nella città terrestre.
Difatti, anche se talora non assistono direttamente i loro contemporanei, essi li tengono tuttavia presenti in modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con loro collaborano spiritualmente, affinché l'edificazione della città terrena abbia sempre il suo fondamento nel Signore ed a lui sia diretta, e non avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando ".
Questa partecipazione alla missione della chiesa - insiste il concilio - non può avvenire senza un'apertura ed una collaborazione alle sue " iniziative e agli scopi che essa persegue nei vari campi, come in quello biblico, liturgico, dogmatico, pastorale, ecumenico, missionario e sociale ".
Preoccupati di prender parte alla pastorale di insieme, voi lo farete, certo, sempre " nel rispetto del carattere proprio di ciascun istituto ", ricordando che l'esenzione riguarda soprattutto la sua struttura interna e che non vi dispensa dal sottomettervi alla giurisdizione dei vescovi responsabili " secondo quanto richiedono sia il compimento del loro ministero pastorale, sia la buona organizzazione della cura d'anime ".
Del resto, non dovete voi, più degli altri, ricordare instancabilmente che l'azione della chiesa continua quella del Salvatore a profitto degli uomini, solo entrando nel movimento di Cristo stesso, che tutto riconduce al suo Padre: " Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio"?
L'appello di Dio, in effetti, vi orienta, nella maniera più diretta e più efficace, nel senso del regno eterno.
Attraverso le tensioni spirituali, inevitabili in ogni vita che sia veramente religiosa, voi testimoniate, " in forma luminosa e singolare, che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio se non nello spirito delle beatitudini ".
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