Catechesi tradendae |
35 Il tema, che è stato indicato dal mio predecessore Paolo VI alla IV assemblea generale del sinodo dei vescovi, aveva questo titolo: « La catechesi, in questo nostro tempo, con particolare riferimento ai fanciulli e ai giovani ».
L'ascesa dei giovani costituisce, senza dubbio, il fenomeno più ricco di speranza ed insieme di inquietudine per una buona parte del mondo d'oggi.
Alcuni paesi, specialmente quelli del terzo mondo, hanno più della metà della popolazione al di sotto dei venticinque o trent'anni.
Ciò significa milioni e milioni di fanciulli e di giovani, che si preparano al loro avvenire di adulti.
E non si tratta solo di un fattore numerico: alcuni recenti avvenimenti, così come la cronaca quotidiana, ci dicono che questa innumerevole moltitudine di giovani, anche se qui e là è dominata dall'incertezza e dalla paura, o è sedotta dall'evasione nell'indifferenza e nella droga, e perfino tentata dal nichilismo e dalla violenza, rappresenta tuttavia nella maggioranza la grande forza che, tra non pochi rischi, si propone di costruire la civiltà avvenire.
Ora, nella nostra sollecitudine pastorale noi ci chiediamo: come rivelare a questa moltitudine di fanciulli e di giovani Gesù Cristo, Dio fatto uomo, e rivelarlo non soltanto nell'esaltazione di un primo incontro fuggevole, ma mediante la conoscenza ogni giorno più approfondita e più luminosa della sua persona, del suo messaggio, del disegno di Dio ch'egli ha voluto rivelare, dell'invito ch'egli rivolge a ciascuno, del regno ch'egli vuole inaugurare in questo mondo con il « piccolo gregge » ( Lc 12,32 ) di coloro che credono in lui, e che non sarà completo se non nell'eternità?
Come far conoscere il senso, la portata, le esigenze fondamentali, la legge d'amore, le promesse, le speranze di questo regno?
Ci sono non poche osservazioni da fare circa le caratteristiche specifiche, che la catechesi assume nelle diverse tappe della vita.
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