Catechesi tradendae |
53 Affronto, a questo punto, una seconda questione.
Come ho detto recentemente ai membri della Commissione biblica, « il termine acculturazione, o inculturazione, pur essendo un neologismo, esprime molto bene una delle componenti del grande mistero dell'incarnazione ».94
Della catechesi, come dell'evangelizzazione in generale, possiamo dire che è chiamata a portare la forza del vangelo nel cuore della cultura e delle culture.
Per questo, la catechesi cercherà di conoscere tali culture e le loro componenti essenziali; ne apprenderà le espressioni più significative; ne rispetterà i valori e le ricchezze peculiari.
È in questo modo che essa potrà proporre a tali culture la conoscenza del mistero nascosto ( Rm 16,25; Ef 3,5 ) ed aiutarle a far sorgere, dalla loro propria viva tradizione, espressioni originali di vita, di celebrazione e di pensiero che siano cristiani.
Converrà, tuttavia, tener presenti due cose:
da una parte, il messaggio evangelico non è puramente e semplicemente isolabile dalla cultura, nella quale esso si è da principio inserito ( l'universo biblico e, più concretamente, l'ambiente culturale, in cui è vissuto Gesù di Nazaret ), e neppure è isolabile, senza un grave depauperamento, dalle culture, in cui si è già espresso nel corso dei secoli; esso non sorge per generazione spontanea da alcun « humus » culturale; esso da sempre si trasmette mediante un dialogo apostolico, che è inevitabilmente inserito in un certo dialogo di culture.
dall'altra parte, la forza del vangelo è dappertutto trasformatrice e rigeneratrice.
Allorché essa penetra una cultura, chi si meraviglierebbe se ne rettifica non pochi elementi?
Non ci sarebbe catechesi, se fosse il vangelo a dover alterarsi al contatto delle culture.
Dimenticando questo, si arriverebbe semplicemente a ciò che san Paolo chiama, con espressione molto forte, « render vana la croce di Cristo ». ( 1 Cor 1,17 )
Ben diverso è il metodo che parte, con saggezza e discernimento, da elementi - religiosi o di altra natura - che appartengono al patrimonio culturale di un gruppo umano per aiutare le persone a comprendere meglio l'integrità del mistero cristiano.
Gli autentici maestri in catechesi sanno che una catechesi « s'incarna » nelle differenti culture o nei differenti ambienti:
basta pensare ai popoli tanto diversi, ai giovani del nostro tempo, alle circostanze diversificate in cui si trova la gente al giorno d'oggi;
essi non accettano, peraltro, che la catechesi s'impoverisca con l'abdicazione o l'attenuazione del suo messaggio, a causa di adattamenti, anche di linguaggio, che comprometterebbero « il buon deposito » della fede, ( 2 Tm 1,14 ) o a causa di concessioni in materia di fede o di morale;
essi sono persuasi che la vera catechesi finisce per arricchire queste culture, aiutandole a superare i lati deficienti, o addirittura inumani esistenti in esse, e comunicando ai loro valori legittimi la pienezza del Cristo. ( Gv 1,16; Ef 1,10 )
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94 | AAS 71 ( 1979 ), p. 607 |