Vita consecrata |
46 Un grande compito è affidato alla vita consacrata anche alla luce della dottrina sulla Chiesa-comunione, con tanto vigore proposta dal Concilio Vaticano II.
Alle persone consacrate si chiede di essere davvero esperte di comunione e di praticarne la spiritualità,94 come « testimoni e artefici di quel "progetto di comunione" che sta al vertice della storia dell'uomo secondo Dio ».95
Il senso della comunione ecclesiale, sviluppandosi in spiritualità di comunione, promuove un modo di pensare, parlare ed agire che fa crescere in profondità e in estensione la Chiesa.
La vita di comunione, infatti, « diventa un segno per il mondo e una forza attrattiva che conduce a credere in Cristo […].
In tal modo la comunione si apre alla missione, si fa essa stessa missione », anzi « la comunione genera comunione e si configura essenzialmente come comunione missionaria ».96
Nei fondatori e nelle fondatrici appare sempre vivo il senso della Chiesa, che si manifesta nella loro partecipazione piena alla vita ecclesiale in tutte le sue dimensioni e nella pronta obbedienza ai Pastori, specialmente al Romano Pontefice.
In questo orizzonte di amore verso la Santa Chiesa, « colonna e sostegno della verità » ( 1 Tm 3,15 ), ben si comprendono la devozione di Francesco d'Assisi per « il Signor Papa »,97
l'intraprendenza filiale di Caterina da Siena verso colui che ella chiama « dolce Cristo in terra »,98
l'obbedienza apostolica e il sentire cum Ecclesia99 di Ignazio di Loyola,
la gioiosa professione di fede di Teresa di Gesù: « Sono figlia della Chiesa ».100
Si comprende anche l'anelito di Teresa di Lisieux: « Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ».101
Simili testimonianze sono rappresentative della piena comunione ecclesiale che santi e sante, fondatori e fondatrici, hanno condiviso in epoche e circostanze fra loro diverse e spesso molto difficili.
Sono esempi ai quali le persone consacrate devono fare costante riferimento, per resistere alle spinte centrifughe e disgregatrici, oggi particolarmente attive.
Un aspetto qualificante di questa comunione ecclesiale è l'adesione di mente e di cuore al magistero dei Vescovi, che va vissuta con lealtà e testimoniata con chiarezza davanti al Popolo di Dio da parte di tutte le persone consacrate, particolarmente da quelle impegnate nella ricerca teologica e nell'insegnamento, nelle pubblicazioni, nella catechesi, nell'uso dei mezzi di comunicazione sociale.102
Poiché le persone consacrate occupano un posto speciale nella Chiesa, il loro atteggiamento a questo proposito ha grande rilievo per l'intero Popolo di Dio.
Dalla loro testimonianza di amore filiale trae forza ed incisività la loro azione apostolica che, nel quadro della missione profetica di tutti i battezzati, si qualifica in genere per compiti di speciale collaborazione con l'ordine gerarchico.103
In questo modo, con la ricchezza dei loro carismi essi danno uno specifico contributo, perché la Chiesa realizzi sempre più profondamente la sua natura di sacramento « dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano ».104
Indice |
94 | Propositio 28 |
95 | Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, Documento Vita e missione dei religiosi nella Chiesa, I. Religiosi e promozione umana ( 12 agosto 1980 ), II, 24: Ench. Vat. 7, 455 |
96 | Giovanni Paolo II, Christifideles laici 31-32 |
97 | Regula Bullata, I, 1 |
98 | Lettere 109, 171, 196 |
99 | Le Regole « per il retto sentire che dobbiamo avere nella Chiesa militante » che egli pone al termine del libro Esercizi spirituali, in particolare la Regola 13 |
100 | Detti, n. 217 |
101 | Manuscrits autobiographiques, B, 3 V° |
102 | Propositio 30, A |
103 | Giovanni Paolo II, Redemptionis donum 15 |
104 | Lumen gentium 1 |