Vita consecrata

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Collaborazione ecclesiale e spiritualità apostolica

74 Tutto dev'esser fatto in comunione e in dialogo con le altre componenti ecclesiali.

Le sfide della missione sono tali da non poter essere efficacemente affrontate senza la collaborazione, sia nel discernimento che nell'azione, di tutti i membri della Chiesa.

Difficilmente i singoli posseggono la risposta risolutiva: questa può invece scaturire dal confronto e dal dialogo.

In particolare, la comunione operativa tra i vari carismi non mancherà di assicurare, oltre che un arricchimento reciproco, una più incisiva efficacia nella missione.

L'esperienza di questi anni conferma ampiamente che « il dialogo è il nuovo nome della carità »,178 specie di quella ecclesiale; esso aiuta a vedere i problemi nelle loro reali dimensioni e consente di affrontarli con migliori speranze di successo.

La vita consacrata, per il fatto stesso di coltivare il valore della vita fraterna, si propone come esperienza privilegiata di dialogo.

Essa pertanto può contribuire a creare un clima di accettazione reciproca, nel quale i vari soggetti ecclesiali, sentendosi valorizzati per quello che sono, convergono in modo più convinto nella comunione ecclesiale, tesa alla grande missione universale.

Gli Istituti impegnati nell'una o nell'altra forma di servizio apostolico devono infine coltivare una solida spiritualità dell'azione, vedendo Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio.

Infatti « bisogna sapere che come la vita ben ordinata tende a passare dalla vita attiva a quella contemplativa, così per lo più l'animo ritorna utilmente dalla vita contemplativa a quella attiva, per conservare in modo più perfetto la vita attiva per quello che la vita contemplativa ha acceso nella mente.

La vita attiva deve, quindi, trasferirci nella contemplativa e qualche volta, da ciò che vediamo interiormente, la contemplazione deve richiamarci meglio all'azione ».179

Gesù stesso ci ha dato l'esempio perfetto di come si possa unire la comunione col Padre con una vita intensamente attiva.

Senza la costante tensione a questa unità, il pericolo del collasso interiore, del disorientamento, dello scoraggiamento è continuamente in agguato.

La stretta unione tra contemplazione e azione permetterà, oggi come ieri, di affrontare le missioni più difficili.

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178 Paolo VI, Ecclesiam suam III
179 S. Gregorio Magno, Hom, in Ezech., II, II, 11: PL 76, 954-955