Vita consecrata |
101 La condivisione della lectio divina nella ricerca della verità,
la partecipazione alla preghiera comune, nella quale il Signore garantisce la sua presenza ( Mt 18,20 ),
il dialogo dell'amicizia e della carità che fa sentire come è bello che i fratelli vivano insieme ( Sal 133 ),
la cordiale ospitalità praticata verso i fratelli e le sorelle delle diverse confessioni cristiane,
la mutua conoscenza e lo scambio dei doni,
la collaborazione in iniziative comuni di servizio e di testimonianza,
sono altrettante forme del dialogo ecumenico, espressioni gradite al Padre comune e segni della volontà di camminare insieme verso l'unità perfetta sulla via della verità e dell'amore.246
Anche la conoscenza della storia, della dottrina, della liturgia, dell'attività caritativa e apostolica degli altri cristiani non mancherà di giovare ad un'azione ecumenica sempre più incisiva.247
Voglio incoraggiare quegli Istituti che, per nativo carattere o per successiva chiamata, si dedicano alla promozione dell'unità dei cristiani e per essa coltivano iniziative di studio e di azione concreta.
In realtà, nessun Istituto di vita consacrata deve sentirsi dispensato dal lavorare per questa causa.
Rivolgo inoltre il mio pensiero alle Chiese orientali cattoliche auspicando che, anche attraverso il monachesimo maschile e femminile, la cui fioritura è grazia che va costantemente implorata, esse possano giovare all'unità con le Chiese ortodosse, grazie al dialogo della carità e alla condivisione della comune spiritualità, patrimonio della Chiesa indivisa del primo millennio.
Affido in modo particolare l'ecumenismo spirituale della preghiera, della conversione del cuore e della carità ai monasteri di vita contemplativa.
A questo scopo incoraggio la loro presenza là dove vivono comunità cristiane di varie confessioni, affinché la loro totale dedizione all'« unico necessario » ( Lc 10,42 ), al culto di Dio e all'intercessione per la salvezza del mondo, unitamente alla loro testimonianza di vita evangelica, secondo i propri carismi, sia per tutti uno stimolo a vivere, ad immagine della Trinità, in quella unità che Gesù ha voluto e chiesto al Padre per tutti i suoi discepoli.
Indice |
246 | Giovanni Paolo II, Ut unum sint 28 |
247 | Propositio 45 |