Ecclesia in Europa |
63 Data la rilevanza degli strumenti della comunicazione sociale, la Chiesa in Europa non può non riservare particolare attenzione al variegato mondo dei mass media.
Ciò comporta, tra l'altro, l'adeguata formazione dei cristiani che operano nei media e degli utenti di questi strumenti, in vista di una buona padronanza dei nuovi linguaggi.
Speciale cura si porrà nella scelta di persone preparate per la comunicazione del messaggio attraverso i media.
Molto utile sarà pure lo scambio di informazioni e di strategie tra le Chiese sui diversi aspetti e sulle iniziative concernenti tale comunicazione.
Né dovrà essere trascurata la creazione di strumenti locali, anche a livello parrocchiale, di comunicazione sociale.
Nello stesso tempo, si tratta di inserirsi nei processi della comunicazione sociale, per renderla più rispettosa della verità dell'informazione e della dignità della persona umana.
A tale proposito, invito i cattolici a partecipare all'elaborazione di un codice deontologico per quanti operano nell'ambito della comunicazione sociale, lasciandosi guidare dai criteri che i competenti organismi della Santa Sede hanno recentemente indicato115 e che i Vescovi in Sinodo avevano così elencato:
« Rispetto della dignità della persona umana, dei suoi diritti, compreso il diritto alla privacy;
servizio alla verità, alla giustizia e ai valori umani, culturali e spirituali;
stima delle diverse culture evitando che si disperdano nella massa, tutela dei gruppi minoritari e dei più deboli;
ricerca del bene comune, al di sopra degli interessi particolari o del predominio di criteri soltanto economici ».116
Indice |
115 | Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nelle comunicazioni sociali, Città del Vaticano, 4 giugno 2000 |
116 | Propositio 13 |