Catholicam Christi Ecclesiam
Nel suo continuo sforzo di rinnovamento interiore e di aggiornamento delle proprie strutture, in conformità ai tempi in cui è chiamata a vivere, la Chiesa Cattolica di Cristo intende maturare, in forza dell'esperienza acquistata nei secoli, i suoi rapporti col mondo ( Cf Conc. Vat. II, Gaudium et spes, n. 43 ), per la cui salvezza è stata fondata dal divino Redentore.
Secondo, l'insegnamento del Concilio Vaticano II, tutti i cristiani, ciascuno secondo le proprie forze, in quanto appartenenti al popolo di Dio, devono esercitare questa missione di salvezza ( Cf Conc. Vat. II, Lumen Gentium, n. 17 e n. 31).
Lo stesso Concilio, che in parecchi documenti ha considerato la particolare posizione dei laici in mezzo al popolo di Dio, facendo di tale considerazione uno dei suoi caratteri peculiari, ha infine dedicato all'attività dei laici nella Chiesa uno speciale Decreto, nel quale è stata decisa la istituzione di un organismo per il servizio e la promozione dell'apostolato dei laici ( Cf Conc. Vat. II, Apostolicam actuositatem, n. 26 ).
Contemporaneamente, desideroso di stabilire un dialogo col mondo contemporaneo, il Concilio ha fermato la sua attenzione su alcune delle maggiori aspirazioni del mondo presente ( quali i problemi dello sviluppo, la promozione della giustizia fra le nazioni, la causa della pace ), auspicando la istituzione da parte della Sede Apostolica di un Organismo, allo scopo di sensibilizzare il mondo cattolico su tali problemi ( Cf Conc. Vat. II, Gaudium et spes, n. 90 ).
Terminato il Concilio, una Commissione post-conciliare, per Nostro mandato, ha studiato la maniera migliore di attuare le deliberazioni conciliari circa il n. 26 del decreto Apostolicam actuositatem, mentre uno speciale gruppo di studio, parimenti da Noi incaricato, portava la sua riflessione sull'organismo auspicato nel n. 90 della Costituzione Gaudium et spes.
Sulla base delle conclusioni di questi gruppi di lavoro, si metteva all'opera il Comitato provvisorio da Noi istituito il 7 luglio 1966, coll'incarico di dare organica esecuzione a quanto era stato deciso o auspicato nei documenti conciliari.
Il fatto che le due questioni siano state studiate insieme, ha permesso di vederne gli aspetti differenti e quelli comuni, così che è parso opportuno istituire due Organismi distinti, che sono tuttavia uniti da un'unica direzione al vertice: il Consiglio dei Laici e la Pontificia Commissione di studio Iustitia et Pax.
Avrà come suo fine di lavorare per il servizio e la promozione dell'apostolato dei laici.
In particolare esso procurerà di:
1) promuovere l'apostolato dei laici sul piano internazionale o realizzarne il coordinamento e il suo inserimento sempre maggiore nell'apostolato generale della Chiesa;
curare i contatti con l'apostolato su piano nazionale;
agire in maniera di essere un luogo di incontro e di dialogo nell'ambito della Chiesa tra la Gerarchia e i laici, e tra le diverse forme di attività dei laici, secondo lo spirito delle ultime pagine della Enciclica Ecclesiam suam;
promuovere i congressi internazionali per l'apostolato dei laici;
preoccuparsi della fedele osservanza delle leggi ecclesiastiche, che riguardano i laici;
2) assistere con i suoi consigli la Gerarchia e i laici nelle opere apostoliche ( Cf Conc. Vat. II, Apostolicam actuositatem, n. 26 );
3) promuovere studi, per contribuire all'approfondimento dottrinale delle questioni che riguardano i laici, studiando soprattutto i problemi dell'apostolato con particolare riguardo all'associazione dei laici alla pastorale d'insieme.
Tali studi potranno essere pubblicati;
4) costituire un centro di documentazione, per ricevere e dare informazioni circa i problemi dell'apostolato dei laici nell'intento di fornire orientamenti per la formazione dei laici, e di recare un valido aiuto alla Chiesa.
Avrà come suo fine di suscitare nel popolo di Dio una piena conoscenza della sua missione nel momento presente, per promuovere da un lato il progresso dei paesi poveri e incoraggiare la giustizia sociale tra le nazioni sottosviluppate e lavorare esse medesime per il proprio sviluppo.
In particolare la Pontificia Commissione procurerà di:
1) raccogliere e sintetizzare una documentazione sui migliori studi scientifici e tecnici sia nel campo dello sviluppo sotto tutti i suoi aspetti: educativo e culturale, economico e sociale ecc., sia per i problemi della pace che sono più vasti di quelli dello sviluppo;
2) contribuire all'approfondimento, particolarmente sotto l'aspetto dottrinale, pastorale ed apostolico dei problemi dello sviluppo e della pace;
3) far conoscere i risultati di questi studi a tutti gli Organismi della Chiesa interessati ai problemi;
4) stabilire dei contatti tra tutti gli Organismi della Chiesa, che lavorano per scopi analoghi, al fine di favorire una coordinazione degli sforzi, sostenendo i più validi, ed evitando doppioni.
1) Il Consilium dei Laici e la Pontificia Commissione di studio Iustitia et Pax avranno come Presidente comune un Cardinale.
2) Parimente avranno in comune anche il Vice-Presidente, il quale avrà la dignità episcopale.
3) Il Consilium dei Laici e la Pontificia Commissione di studio Iustitia et Pax avranno ciascuno un proprio Segretario.
4) Per il Consilium dei Laici il Segretario sarà coadiuvato da due Vice-Segretari.
5) Ambedue gli Organismi saranno inoltre composti da membri e consultori, scelti con opportuni criteri.
Le nomine saranno di competenza della Santa Sede.
6) Tutte le cariche ( cioè la carica di Presidente, di Vice-Presidente, di Segretario e di Vice- Segretario ), avranno la durata di cinque anni.
Tuttavia la Sede Apostolica, scaduto il quinquennio, potrà rinnovare gli incarichi alle stesse persone.
7) Il Consilium dei Laici e la Pontificia Commissione di studio Iustitia et Pax sono istituiti in via sperimentale per la durata di cinque anni.
L'esercizio e l'esperienza potranno suggerire opportune modifiche circa i fini e la struttura definitiva.
8) I due Organismi avranno sede in Roma.
9) Decretiamo che da oggi cessi la vacatio legis, che riguardava il Decreto conciliare Apostolicam actuositatem.
I Vescovi e le Conferenze Episcopali applicheranno il Decreto nelle loro diocesi e nazioni.
Da questi due Organismi, che abbiamo costituito con animo fiducioso, traiamo la ferma speranza che i laici del popolo di Dio, ai quali con questa ufficiale organizzazione diamo una prova della Nostra stima e della benevolenza si sentano più strettamente legati all'azione di quella Sede Apostolica, e perciò in avvenire dedichino con sempre maggiore generosità la loro opera, le loro forze, la loro attività alla santa Chiesa.
Comandiamo poi che, nonostante ogni altra precedente eventuale disposizione contraria, resti fermo e immutabile tutto ciò che abbiamo ordinato con questa Nostra Lettera data in forma di motu proprio.
Dato a Roma, presso S. Pietro, il 6 gennaio 1967, Epifania del Signore, anno quarto del Nostro Pontificato.
Paolo PP. VI