Iustitiam et pacem
Promuovere la giustizia e la pace, penetrare con la luce e col fermento evangelico tutti i campi dell'esistenza sociale, è sempre stato un costante impegno della Chiesa in nome del mandato che essa ha ricevuto dal Signore.
Attento alle speranze e alle possibilità del nostro tempo, come pure alle sue prove e alle sue difficoltà particolari, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha dato una nuova luce a tale dovere ( Cfr. Gaudium et Spes, 90 ).
Per rispondere al voto espresso da questo Sinodo universale, una Commissione è stata istituita ed organizzata giuridicamente mediante il nostro Motu Proprio « Catholicam Christi Ecclesiam », del 6 gennaio 1967.
Essa fu istituita ad experimentum per cinque anni, « potendo, in effetti, suggerire opportune modificazioni sia l'esercizio delle sue attività sia l'esperienza »; e tale mandato fu da Noi rinnovato per altri cinque anni.
Bisogna riconoscere che, nel corso di questi dieci anni, la Commissione ha studiato con cura la dottrina ed ha applicato le prescrizioni della Costituzione pastorale « Gaudium et Spes » e degli altri documenti ecclesiastici.
Così, la voce della Chiesa si è fatta sentire salutarmente nella comunità umana per annunziare la vera giustizia e la vera pace.
Tuttavia, poiché le questioni che debbono essere trattate da tale Commissione sono tanto complesse e spesso collegate con altri problemi, molti hanno chiesto che i suoi compiti siano più chiaramente definiti, affinché questo organo della Sede Apostolica possa adempiere in maniera sempre più efficace le funzioni che gli sono affidate.
Nel determinare ora in maniera definitiva le finalità e la struttura della Commissione, Noi intendiamo riaffermare chiaramente la grande importanza che la Chiesa annette alla promozione e alla difesa della giustizia e della pace.
Occorre, pertanto, che i membri della Commissione siano costantemente in ascolto di ciò che avviene nel campo di loro competenza, e di quanto gli uomini desiderano al riguardo secondo le diversità dei tempi e delle circostanze; devono studiare tali questioni alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa e, facendo conoscere i risultati delle loro riflessioni, contribuiscono ad illuminare il Popolo di Dio, ed a stimolarlo perché prenda sempre più coscienza, in questo campo, degli obblighi di una vita veramente cristiana.
Queste sono le alte finalità e i principii pratici di questa Commissione:
compiere degli studi in vista dell'azione, ma ponendoli in una prospettiva pastorale di evangelizzazione;
essere al servizio dei membri e delle istituzioni della Chiesa, in modo tale che questi possano tradurre concretamente i consigli e gli stimoli ricevuti dalla Commissione in impegni, che abbiano valore di testimonianza cristiana;
agire in maniera tale da ispirare un progresso e un rinnovamento, riponendo nella fedeltà all'autorità suprema della Chiesa il proprio orientamento fondamentale e la garanzia della propria efficacia;
compiere, infine, questo lavoro in una prospettiva ecumenica.
Né bisogna dimenticare che il mutamento continuo e rapido delle relazioni tra le persone e tra i popoli fa nascere costantemente nuove questioni o rivela nuovi aspetti dei problemi che riguardano la giustizia, la pace, lo sviluppo dei popoli e i diritti dell'uomo.
Per affrontare questa realtà, insieme complessa e mutevole, la Commissione deve poter disporre di strutture adeguate.
È appunto per questo che Noi, dopo aver tutto considerato con la debita ponderazione, e dopo aver consultato degli esperti, circa la Pontificia Commissione « Iustitia et Pax » decidiamo e decretiamo in particolare quanto segue:
I. La Pontificia Commissione « Iustitia et Pax » è l'organo della Sede Apostolica che ha come scopo lo studio e l'approfondimento, sotto l'aspetto dottrinale, pastorale ed apostolico, dei problemi relativi alla giustizia e alla pace, al fine di stimolare il Popolo di Dio alla piena intelligenza di tali questioni e alla coscienza del suo ruolo e dei suoi doveri nel campo della giustizia, dello sviluppo dei popoli, della promozione umana, della pace e dei diritti dell'uomo.
Essa cercherà quale contributo specificamente cristiano si possa dare alla soluzione di questi problemi, e chiamerà i membri del Popolo di Dio a una testimonianza cristiana e ad un'azione appropriata su questi diversi punti.
II. A tale scopo, la Commissione dovrà:
1. Anzitutto, approfondire la dottrina sociale del Magistero della Chiesa, farla conoscere ampiamente mediante mezzi appropriati, e sforzarsi di ottenerne l'applicazione pratica a tutti i livelli della società;
2. raccogliere e sintetizzare gli studi che si riferiscono allo sviluppo dei popoli, alla pace, alla giustizia e ai diritti dell'uomo, sotto l'aspetto culturale, morale, educativo, economico e sociale; cercare di valutarli dal punto di vita teologico, e vedere, quindi, come questa documentazione possa costituire un aiuto per la pastorale e per un impegno più determinato dei cristiani nelle diverse situazioni locali, nazionali e internazionali;
3. far conoscere i risultati dei suoi studi, del suo lavoro di documentazione e della sua riflessione a tutti i settori nella Chiesa, che vi sono interessati, e da questi raccogliere tutte le informazioni utili.
A tal fine, la Commissione dovrà avere, in particolare, contatti regolari ed organici con le Conferenze Episcopali; attraverso queste o con il loro accordo, essa fornirà informazioni e ogni altro aiuto possibile agli Organismi creati per lo studio di questi problemi - commissioni nazionali di « Iustitia et Pax » ed altre - le quali lavorano secondo gli statuti, che spetta alle Conferenze Episcopali di definire o di approvare;
4. mantenere contatti regolari con i Dicasteri e con gli altri Organismi della Sede Apostolica, che sono interessati a tali problemi per informarli e per tenersi ulteriormente a loro disposizione allo scopo di aiutarli nell'elaborazione di appropriati programmi di azione.
I predetti Organismi, a loro volta, potranno sollecitarne il parere su tutte le questioni che rientrano nell'ambito della Commissione « Iustitia et Pax »; la Commissione intratterrà rapporti regolari con la Segreteria di Stato o Papale, che le darà le istruzioni appropriate;
5. mettere, in collaborazione con questi medesimi Organismi, il frutto della propria riflessione a disposizione di altri gruppi o istituzioni esistenti all'interno della Chiesa, quali gli Ordini e le Congregazioni religiose, le Organizzazioni Internazionali Cattoliche.
Essa agirà allo stesso modo nei confronti dei gruppi e delle persone, che sono al di fuori della Chiesa, e con cui gli Organismi della Sede Apostolica intrattengono regolari rapporti, quali le Chiese o comunità cristiane, le religioni non cristiane, e le associazioni o enti che dànno un contributo per la realizzazione di questo medesimo fine;
6. sforzarsi di conoscere le negazioni della giustizia, le violazioni dei diritti dell'uomo, le ingiustizie, che si verificano nelle situazioni concrete, e raccogliere informazioni oggettive e complete su questi casi; essa esprimerà la solidarietà cristiana con coloro che soffrono ingiustizia, ogni volta che la gravità delle situazioni o dei fatti lo richieda, dopo essersi messa d'accordo con la Segreteria di Stato nei riguardi di ogni dichiarazione o di ogni iniziativa a tale proposito.
III. La Pontificia Commissione « Iustitia et Pax » è composta di Cardinali e di Vescovi, come pure di membri del clero e di laici, nominati dal Pontefice per la durata di cinque anni; essa è diretta da un Cardinale Presidente con l'aiuto di un Segretario e di un Sotto-Segretario.
Saranno nominati egualmente dal Papa dei Consultori, sia sacerdoti che laici, veramente competenti nel campo del pensiero e dell'azione sociale della Chiesa.
IV. I Membri partecipano all'Assemblea Generale, che avrà luogo una volta all'anno, salvo circostanze particolari, per contribuire, mediante le loro conoscenze specializzate e mediante la loro esperienza pastorale, alla elaborazione delle grandi linee del lavoro della Commissione.
I Consultori saranno di frequente interpellati per iscritto sulle materie di loro competenza, o saranno chiamati a far parte di gruppi di studio.
Il congresso della Commissione si riunisce regolarmente, secondo le esigenze del lavoro.
V. Le norme della Costituzione Apostolica « Regimini Ecclesiae Universae » e del Regolamento per i Dicasteri della Santa Sede si applicano alla Pontificia Commissione « Iustitia et Pax », a meno che non si stabilisca altrimenti.
Tutto quanto è stato da Noi stabilito nella presente Lettera in forma di Motu Proprio ordiniamo che abbia pieno e stabile valore, nonostante qualsiasi disposizione in contrario.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 10 del mese di dicembre dell'anno 1976, decimoquarto del Nostro Pontificato.
Paolo PP. VI