Direttorio Catechistico Generale |
13 "Ciò che fu trasmesso dagli apostoli comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede; e così la chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede".
Questa tradizione è legata a degli enunciati, ma essa è più vasta e più profonda degli enunciati stessi.
È una tradizione viva, poiché in essa Dio continua il suo dialogo con noi: "Così Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo diletto Figlio, e lo Spirito santo fa risuonare la viva voce del vangelo nella chiesa, e per mezzo di questa nel mondo…".
Il ministero della parola può dunque essere considerato come il portavoce di questa tradizione viva, nell'ambito di tutta la tradizione.
"Questa tradizione di origine apostolica progredisce nella chiesa con l'assistenza dello Spirito santo: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con l'esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un sicuro carisma di verità".
Da una parte bisogna distinguere chiaramente la rivelazione divina, che costituisce l'oggetto della fede cattolica e che si è chiusa con il tempo degli apostoli, dalla grazia dello Spirito santo, senza la cui ispirazione e illuminazione nessuno può credere.
D'altra parte Dio, che un tempo aveva parlato agli uomini, rivelando se stesso attraverso gli avvenimenti salvifici e il messaggio dei profeti, di Cristo e degli apostoli, oggi ancora guida misteriosamente la chiesa sua sposa e parla con lei, mediante lo Spirito santo, nella santa tradizione, con la luce e il senso della fede, affinché il popolo di Dio, sotto la direzione del magistero, acquisti una comprensione sempre più profonda della rivelazione.
I pastori della chiesa hanno il compito non solo di proclamare e spiegare direttamente al popolo di Dio il deposito della fede che è loro affidato, ma anche di discernere con autenticità le formulazioni e le spiegazioni proposte dai fedeli, così che "nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, concordino i presuli e i fedeli".
Ne consegue che il ministero della parola deve presentare la rivelazione divina sia quale si presenta nell'insegnamento del magistero, sia quale si esprime nella viva coscienza e nella fede del popolo di Dio sotto la vigilanza del magistero.
In questo modo il ministero della parola non è la pura e semplice ripetizione di un'antica dottrina, ma una riproduzione fedele di questa, adattata ai nuovi problemi e compresa sempre più profondamente.
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