La scuola cattolica |
69. Dopo aver riflettuto sulle difficoltà che la Scuola Cattolica incontra, si passa ora a considerare le possibilità operative che si offrono a quanti lavorano in questo campo o ne hanno la responsabilità.
Si tratta di rilevare alcuni tra i suoi maggiori problemi: l'organizzazione e pianificazione, le garanzie che ne assicurano il carattere specifico, l'impegno degli Istituti Religiosi nell'apostolato scolastico, la sua presenza nei Paesi di missione, la pastorale degli insegnanti, le associazioni professionali, la situazione economica.
70. L'insegnamento cattolico si ispira ai principi generali enunciati dal Concilio Vaticano II in ordine alla collaborazione tra la gerarchia e gli operatori di apostolato.
Per il principio di partecipazione e corresponsabilità i diversi gruppi che costituiscono la comunità educativa vengono associati, secondo le proprie competenze, alle decisioni concernenti la Scuola Cattolica e alla loro applicazione.29
È soprattutto nell'elaborazione e realizzazione di un progetto educativo cristiano che si applica questo principio messo in luce dal Concilio.
L'assegnazione delle diverse responsabilità è regolata dal principio di sussidiarietà con il quale l'autorità gerarchica rispetta in particolare le competenze professionali proprie dell'insegnamento e dell'educazione.
Infatti « il diritto e il dovere di esercitare l'apostolato è comune a tutti i fedeli sia chierici sia laici e anche i laici hanno compiti propri nell'edificazione della Chiesa ».30
71. Questo principio enunziato dal Concilio Vaticano II si applica in modo particolare all'apostolato della Scuola Cattolica che unisce strettamente l'insegnamento e l'educazione religiosa a un'attività professionale ben definita.
Qui soprattutto si attua la speciale missione del laico, che è divenuta « tanto più urgente in quanto l'autonomia di molti settori della vita umana si è, come è giusto, assai accresciuta, talvolta con un certo distacco dall'ordine etico e religioso e con grave pericolo della vita cristiana ».31
Inoltre i laici impegnati nella Scuola Cattolica sono invitati a « collaborare più immediatamente con l'apostolato della gerarchia »,32 sia per mezzo dell'insegnamento religioso,33 sia con l'educazione religiosa più generale che cercano di promuovere aiutando gli alunni ad operare una sintesi personale tra fede e cultura e tra fede e vita.
La Scuola Cattolica riceve quindi dalla gerarchia, in questo senso, un « mandato » in quanto istituzione apostolica.34
72. L'elemento essenziale di tale mandato è « l'unione con coloro che lo Spirito Santo ha posto a reggere la Chiesa di Dio ».35
Questo legame si esprime anche nella pianificazione della pastorale d'insieme.
« In tutta la diocesi o in regioni speciali di essa tutte queste opere di apostolato siano coordinate ed intimamente unite tra di loro, sotto la guida del vescovo: di modo che tutte le iniziative e le attività di carattere catechistico, missionario, caritativo, sociale, familiare, scolastico e ogni altro lavoro mirante a fini pastorali, tendano a un'azione concorde, dalla quale nello stesso tempo sia resa più palese l'unità della diocesi ».36
Ciò si rivela indispensabile per la Scuola Cattolica godendo essa della « cooperazione apostolica dell'uno e dell'altro clero, dei religiosi e dei laici ».37
73. Queste premesse assicurano lo sviluppo del carattere specifico della Scuola in quanto Cattolica.
Se l'autorità gerarchica ha la missione di vigilare sulla ortodossia dell'insegnamento religioso e sull'osservanza della morale cristiana nella Scuola Cattolica, è compito di tutta la comunità educativa assicurare nella pratica i caratteri distintivi che ne fanno un ambiente di educazione cristiana.
Una responsabilità particolare grava sui genitori cristiani che affidano ad essa i loro figli: l'averla scelta non li esime dal personale dovere di educarli cristianamente.
Essi sono tenuti alla collaborazione attiva e ciò richiede che da una parte aiutino lo sforzo educativo compiuto dalla Scuola Cattolica e dall'altra vigilino, attraverso i diversi mezzi offerti dalle strutture di partecipazione, perché essa sia fedele ai principi educativi cristiani.
Un ruolo non meno importante spetta agli insegnanti stessi nella salvaguardia e promozione della missione specifica della Scuola Cattolica, in particolare per quanto riguarda l'atmosfera cristiana che deve permeare l'insegnamento e la vita della scuola.
In caso di difficoltà o conflitti concernenti l'autentico carattere cristiano della Scuola Cattolica, l'autorità gerarchica può e deve intervenire.
74. Alcuni problemi provengono dal fatto che certi Istituti Religiosi, fondati per l'apostolato educativo scolastico, a motivo delle trasformazioni sociali o politiche, si sono poi inseriti in altre attività abbandonando le scuole.
In altri casi invece lo sforzo di adeguamento alle raccomandazioni del Concilio Vaticano II, riguardanti una revisione del proprio carisma alla luce delle origini dell'Istituto, ha orientato alcuni religiosi e religiose ad abbandonare le scuole cattoliche.
75. Occorre ridimensionare certe motivazioni addotte contro l'insegnamento.
Si sceglie un apostolato cosiddetto « più diretto »38 dimenticando l'eccellenza e il valore apostolico dell'attività educativa nella scuola.39
Vi è poi chi tende a dar maggior importanza a un'azione individuale che a quella svolta comunitariamente in istituzioni specificamente apostoliche.
I vantaggi di un apostolato comunitario in campo educativo sono evidenti.
Inoltre si giustifica talora l'abbandono delle scuole cattoliche con il fatto di una inefficacia, almeno apparente, nel perseguire certi obiettivi: Questa considerazione inviterebbe piuttosto a sottoporre ad una profonda revisione l'attività concreta svolta nella scuola e a ricordare l'atteggiamento di umiltà e speranza proprie di ogni educatore convinto che la sua opera non può essere misurata con i criteri razionalistici applicati ad altri campi.40
76. Quando situazioni particolari richiedessero un ridimensionamento dell'apostolato scolastico o una sua trasformazione in altre attività, tocca alla competente autorità ecclesiastica locale valutare l'opportunità e necessità di tale conversione, tenendo presenti le riflessioni sulla pastorale d'insieme precedentemente esposte.41
77. L'apostolato nella Scuola Cattolica acquista un'importanza ancor maggiore quando si tratti delle terre di missione.
Nei Paesi che hanno giovani Chiese sostenute ancora dalla presenza di missionari stranieri, l'efficacia della Scuola Cattolica dipenderà molto dal suo sapersi adattare alle esigenze locali, facendosi espressione della comunità cattolica locale e nazionale e contribuendo al suo progresso e sviluppo attraverso la qualità professionale e la collaborazione aperta delle scuole cattoliche.
Nei Paesi dove la comunità cristiana è ancora in formazione e quindi non è in grado di assumersi la responsabilità diretta delle istituzioni educative, l'autorità gerarchica, pur sostenendo temporaneamente tale responsabilità, dovrà mirare agli obiettivi menzionati a proposito dell'organizzazione della Scuola Cattolica.42
78. Gli insegnanti, con la loro azione e testimonianza, sono tra i protagonistì più importanti che mantengono alla Scuola Cattolica il suo carattere specifico.
È indispensabile quindi garantire e promuovere il loro aggiornamento con una adeguata azione pastorale.
Essa dovrà avere per obiettivo sia l'animazione generale che favorisce la testimonianza cristiana degli insegnanti, sia la preoccupazione dei problemi che riguardano il loro apostolato specifico, in particolare una visione cristiana del mondo e della cultura e una pedagogia adatta ai principi evangelici.
Un campo vastissimo si apre qui alle Organizzazioni Nazionali e Internazionali che riuniscono, a diversi livelli, gli insegnanti cattolici e le istituzioni educative.
79. Le Organizzazioni professionali che si propongono di proteggere gli interessi di quanti lavorano in campo educativo devono anch'esse essere considerate nel quadro della missione specifica della Scuola Cattolica.
I diritti delle persone in essa impegnate devono essere salvaguardati con grande senso di giustizia.
Che si tratti però di interessi materiali o di condizioni sociali e morali che permettano lo sviluppo professionale, il principio enunziato dal Concilio Vaticano II trova qui una particolare applicazione: « Imparino i fedeli a distinguere accuratamente fra i diritti e i doveri che loro incombono in quanto sono aggregati alla Chiesa, e quelli che loro competono in quanto membri della società umana.
Cerchino di metterli in armonia fra loro, ricordandosi che in ogni cosa temporale qualsiasi devono essere guidati dalla coscienza cristiana ».43
Inoltre « i laici, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare una preziosa azione per l'evangelizzazione del mondo ».44
Se di conseguenza essi, organizzandosi in associazioni specifiche, si propongono di salvaguardare i diritti degli educatori, dei genitori e degli alunni, devono tener presente la missione specifica della Scuola Cattolica che è a servizio dell'educazione cristiana della gioventù.
« Il laico che è ad un tempo fedele e cittadino, deve continuamente farsi guidare dalla sola coscienza cristiana ».45
80. In tale prospettiva queste associazioni devono non solo esaminare e salvaguardare i diritti dei loro membri, ma anche vegliare sulla loro partecipazione alle responsabilità inerenti alla missione specifica della Scuola Cattolica.
Inserendosi liberamente in un'attività professionale avente un carattere specifico, il personale dell'insegnamento cattolico è tenuto a rispettare tale carattere e a recarvi la propria cooperazione attiva sotto la direzione degli organizzatori responsabili.
81. Dal punto di vista economico la situazione di numerose scuole cattoliche è migliorata e in alcune Nazioni si è normalizzata.
Questo si è verificato dove i governi hanno avvertito i vantaggi e la necessità di un pluralismo scolastico che offra varie alternative al sistema scolastico statale.
Dai sussidi vari concessi a titolo gratuito si è giunti ad accordi, convenzioni, contratti che, mentre garantiscono alle scuole cattoliche la duplice possibilità di conservare il loro specifico carattere e di svolgere adeguatamente il loro compito, le inseriscono in modo più o meno completo nel sistema scolastico nazionale assicurando loro condizioni economiche e diritti analoghi a quelli delle scuole statali.
82. Questi accordi sono stati stipulati per l'interessamento dei rispettivi governi, che riconoscevano così il servizio pubblico offerto dalla Scuola Cattolica, e per l'azione risoluta della gerarchia o della comunità nazionale.
Tali soluzioni sono un incoraggiamento per i responsabili della Scuola Cattolica nei Paesi dove la comunità cattolica deve ancora sostenere gravosi oneri finanziari per conservare una rete, spesso molto importante, di scuole cattoliche.
Devono convincersi che impegnandosi a regolarizzare una situazione, in questo campo spesso ingiusta, non solo contribuiscono ad assicurare ad ogni fanciullo un'educazione rispettosa del suo pieno sviluppo, ma difendono anche la libertà di insegnamento e il diritto dei genitori a scegliere per i loro figli un'educazione conforme alle loro legittime esigenze.46
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