Apostolicam actuositatem |
Come partecipi della missione di Cristo sacerdote, profeta e re, i laici hanno la loro parte attiva nella vita e nell'azione della Chiesa.
All'interno delle comunità ecclesiali la loro azione è talmente necessaria che senza di essa lo stesso apostolato dei pastori non può per lo più ottenere il suo pieno effetto.
Infatti i laici che hanno davvero spirito apostolico, ad esempio di quegli uomini e di quelle donne che aiutavano Paolo nella diffusione del Vangelo ( At 18,18-26; Rm 16,3 ), suppliscono a quello che manca ai loro fratelli e confortano cosi sia i pastori, sia gli altri membri del popolo fedele ( 1 Cor 16,17-18 ).
Nutriti dall'attiva partecipazione alla vita liturgica della propria comunità, partecipano con sollecitudine alle sue opere apostoliche; conducono alla Chiesa gli uomini che forse ne vivono lontani; cooperano con dedizione generosa nel comunicare la parola di Dio, specialmente mediante l'insegnamento del catechismo; rendono più efficace la cura delle anime ed anche l'amministrazione dei beni della Chiesa, mettendo a disposizione la loro competenza.
La parrocchia offre un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le diversità umane che vi si trovano e inserendole nell'universalità della Chiesa.1
I laici si abituino ad agire nella parrocchia in stretta unione con i loro sacerdoti2 apportino alla comunità della Chiesa i propri problemi e quelli del mondo, nonché le questioni concernenti la salvezza degli uomini, perché siano esaminati e risolti con il concorso di tutti; diano, secondo le proprie possibilità, il loro contributo a ogni iniziativa apostolica e missionaria della propria famiglia ecclesiale.
Coltivino costantemente il senso della diocesi, di cui la parrocchia è come la cellula, pronti sempre, all'invito del loro pastore, ad unire le proprie forze alle iniziative diocesane.
Anzi, per venire incontro alle necessità delle città e delle zone rurali3 non limitino la propria cooperazione entro i confini della parrocchia e della diocesi, ma procurino di allargarla all'ambito interparrocchiale, interdiocesano, nazionale o internazionale, tanto più che il crescente spostamento delle popolazioni, lo sviluppo delle mutue relazioni, la facilità delle comunicazioni, non consentono più ad alcuna parte della società di rimanere chiusa in se stessa.
Anzitutto facciano proprie le opere missionarie, fornendo aiuti materiali o anche personali.
È infatti un dovere e un onore per i cristiani restituire a Dio parte dei beni da lui ricevuti.
Indice |
1 | S. Pio X, Lett. apost. Creationis duarum novarum paroeciarum. 1 giugno 1905: AAS 38 (1905), pp. 65-67; Pio XII, Alloc. ai fedeli della Parrocchia di S. Saba, 11 gennaio 1953; Giovanni XXIII, Alloc. al Clero e ai fedeli della diocesi suburbicaria di Albano, Castel Gandolfo 26 agosto 1962 |
2 | Leone XIII, Alloc. 28 gennaio 1894 |
3 | Pio XII, Alloc. ai Parroci, ecc.,
6 febbraio 1951; 8 marzo 1952; 27 marzo 1953; 28 febbraio 1954 |