Istruzione " Postquam Apostoli " |
8. Ora, se rivolgiamo la nostra attenzione al mondo da evangelizzare e, più precisamente, alla popolazione non cristiana, non può non colpirci l'insufficienza dei mezzi di cui oggi la chiesa dispone per affrontare l'immenso problema.
Infatti, nel 1977, il nostro pianeta contava 4.094.110.000 abitanti, di cui soltanto 739.127.000 cattolici, ossia appena il 18% della popolazione mondiale.30
Se poi vogliamo considerare il numero dei sacerdoti, paragonandolo con il numero degli abitanti del mondo, abbiamo questo quadro: per ogni 100.000 abitanti si hanno in Asia 2, in Africa 4, in America latina 13, in Oceania 26, nell'America del nord 29, in Europa 37 sacerdoti.
9. Inoltre, se si esamina la distribuzione dei sacri ministri fra gli stessi cattolici, i dati statistici mostrano questo quadro: per ogni 100.000 cattolici nell'America latina si trovano 16 sacerdoti, 33 in Africa del sud e in Estremo Oriente 43, in Europa 93, in Oceania 104, nell'America del nord 120, e 133 nel Medio-Oriente Asiatico.
Da quanto si è detto si avverte questa grande sproporzione: mentre in Europa e in America del nord si trova il 45% dei cattolici del mondo, assistiti dal 77,2% di tutti i sacerdoti della chiesa cattolica, nell'America latina e nelle Isole Filippine, invece, dove pure abita il 45% dei cattolici del mondo, soltanto 12,62% dei preti prestano la loro assistenza spirituale.
In altri termini, la proporzione dei sacerdoti, per lo stesso numero di fedeli, è di 4 a 1, a favore dell'Europa e dell'America del nord in confronto dell'America latina e delle Filippine.
È da notare che quasi la stessa disuguaglianza si trova nelle medesime aree geografiche se si considera il numero dei diaconi, dei religiosi laici e delle religiose.
È vero che il problema di una miglior distribuzione del clero non si risolve semplicemente con il metodo numerico, poiché bisogna tener conto dell'evoluzione storica, delle specifiche condizioni delle chiese particolari più sviluppate, le quali, naturalmente, richiedono un maggior numero di ministri.
Tuttavia i dati statistici, di cui sopra, conservano il loro peso che fa riflettere e presenta gravi problemi per coloro che hanno a cuore una sana evoluzione della chiesa e, soprattutto, per coloro che hanno autorità nella chiesa, come si dirà più avanti.
10. Per obbedire oggi alla volontà di Cristo in ordine alla evangelizzazione, il più grande ostacolo sembra derivare dalla forte diminuzione delle vocazioni sacerdotali e religiose; fenomeno, che negli ultimi decenni affligge molte, anche se non tutte, le regioni di antica tradizione cristiana, o per il numero esiguo dei candidati, o per la dolorosa defezione di alcuni, o per l'età media piuttosto alta dei sacerdoti.
Ma non bisogna dimenticare che tale penuria, se si guarda alle condizioni delle diocesi che si trovano in stato di maggior bisogno, è molto relativa, come si è visto nel numero precedente.
In realtà la scarsezza del clero in sé non dovrebbe ostacolare la generosità.
"Le diocesi che soffrono la scarsezza del clero - come già Pio XII ammoniva - non dovrebbero rifiutare di ascoltare le istanze supplichevoli provenienti dalle missioni che chiedono aiuto.
L'obolo della vedova, secondo la parola del Signore, sia un esempio da seguire: se una diocesi povera soccorre un'altra povera, non potrà seguire un suo maggior impoverimento, poiché non si può mai vincere il Signore in generosità".31
Ogni chiesa particolare dovrebbe meditare la profezia messianica: "Saranno evangelizzati i poveri" ( Lc 7,28 ), affinché la prudenza troppo umana o terrestre non soffochi quei sentimenti di generosità che spingono ad offrire il dono della fede a tutti coloro che oggi potrebbero essere in qualche modo chiamati "poveri".
Dobbiamo, pertanto, convincerci che il mandato di Cristo non potrà mai essere adempiuto, se una chiesa particolare volesse offrire alle chiese più povere soltanto il superfluo delle sue forze.
11. Se confrontiamo il numero dei cattolici con quello dei non cattolici, e nello stesso tempo riflettiamo sulla missione affidata oggi alla chiesa per l'adempimento del mandato di Cristo, facilmente potremmo essere presi dallo scoraggiamento, tanto più sapendo che tale sproporzione forse peggiorerà nel prossimo futuro, e che l'indifferentismo di moltissimi cattolici va aumentando, anche in conseguenza di altri mali, come il secolarismo, il naturalismo, il materialismo, ecc., che hanno invaso il tenore di vita nei paesi di antica tradizione cristiana.
Non dobbiamo però dimenticare che la chiesa - qualora si considerino i soli mezzi umani - mai si è trovata alla pari della grandezza della sua vocazione nel mondo.
Anzi tale insufficienza fu prevista dallo stesso suo Fondatore, il quale designando i discepoli, diceva ad essi: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi"; ed aggiungeva: "Pregate adunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe" ( Lc 10,2 ), volendo con ciò inculcare nella mente dei discepoli che il mezzo più efficace per superare gli ostacoli è la preghiera, giacché qui non si tratta di un tentativo o impresa sul piano umano, ma della realizzazione di un disegno divino.
Con la preghiera, infatti, per mezzo della quale ci riconosciamo bisognosi dell'aiuto di Dio, non solo assumiamo le nostre responsabilità nell'esecuzione del disegno divino e ci rendiamo così disponibili ad essere "inviati", ma, quel che più conta, esercitiamo altresì un influsso diretto sull'aumento stesso delle vocazioni, poiché il Signore ci ha espressamente avvertito che il numero degli operai dipende dalla preghiera.
Ci è stato bensì rivelato il disegno divino di salvezza per tutti gli uomini, ma rimane oscuro e misterioso quando il regno messianico giungerà alla sua pienezza: "Non sta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato in suo potere" ( At 1,7 ).
Con tali parole pare si dica anche che il mandato di Cristo, per potere essere realizzato, necessita del tempo.
Invero la storia della chiesa ci dimostra che col passare dei secoli si verificarono momenti di grazia, quando moltitudini di popoli ricevevano il seme della parola di Dio; ma bisogna riconoscere che vi furono, ed anche ora vi sono tempi meno favorevoli, particolarmente per certe popolazioni.32
Scoprire i momenti e l'ora della grazia, e stabilire quali siano i popoli maturi per il vangelo, è compito di coloro che, illuminati dalla luce di Cristo, sono in grado di leggere i segni dei tempi, e soprattutto di coloro che lo Spirito santo ha posto a reggere la sua chiesa ( At 20,28 ).
Al riguardo, piace riferire l'esempio di papa Pio XII, che nell'enciclica "Fidei donum", aveva raccomandato a tutti i figli della chiesa la terra d'Africa, come continente già maturo per l'evangelizzazione.33
12. Quanto si è affermato concorda perfettamente con la storia della chiesa primitiva.
Gli Atti degli apostoli dimostrano con evidenza34 che i nostri antenati nella fede pensavano in questo modo.
Il loro metodo apostolico era proprio questo: inviare i messaggeri del vangelo in altre regioni, senza preoccuparsi che la comunità locale fosse, nella sua totalità, convertita alla fede di Cristo.
In questa maniera gli apostoli e i loro collaboratori obbedivano al comando di Cristo: "Andate e insegnate a tutte le genti" ( Mt 28,19 ), riponendo tutta la loro fiducia nella volontà di Dio che vuole "che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità" ( 1 Tm 2,4 ).
Il concilio Vaticano II raccomanda lo stesso metodo: "È assai conveniente che le giovani chiese partecipino quanto prima, di fatto, alla missione universale della chiesa, inviando anch'esse missionari a predicare dappertutto il vangelo, anche se soffrono per la scarsezza del clero".
E ne dà la ragione: "La comunione con la chiesa universale raggiungerà in un certo modo la sua perfezione solo quando anch'esse prenderanno parte attiva allo sforzo missionario diretto verso le altre nazioni".35
Indice |
30 | Cf. Annuarium Statisticum Ecclesiae, 1977, p. 44 |
31 | Litt. Enc. Fidei Donum |
32 | Cf. Adhortatio Ap. Evangelii Nuntiandi, n. 50 |
33 | Litt. Enc. Fidei Donum |
34 | Cf. At 8,14; At 11,22; At 13,3 etc |
35 | Decr. Ad Gentes divinitus, n. 20 |